“Oggi il Teatro Vittorio Emanuele c’è. E c’è in modo convinto e come punto d’incontro e d’interesse non solo per il territorio messinese ma anche per tante altre realtà. Con un’offerta credibile, sostenibile, con sinergie di ampio respiro e che hanno portato il nome del Teatro in tutta Italia”. Presidente dell’Ente dal 2019, oggi commissario (ma la conferma è solo questione burocratica) Orazio Miloro è l’ospite della quarantesima puntata di donna Sarina. Abbiamo scelto di farla in trasferta, in quello che è il secondo palcoscenico d’Europa e il più antico Teatro della Sicilia. La notte prima del terremoto del 1908 andò in scena l’Aida, e tra macerie e ricostruzioni, entrare in un Teatro e soffermarsi a guardare la volta dipinta da Guttuso è un’emozione che cura l’anima.
Dal 2019 ad oggi, con tanto di Covid nel mezzo, Miloro, insieme al Cda ed al sovrintendente Gianfranco Scoglio ha dapprima dovuto affrontare le problematiche finanziarie, nonché alcune vicende ereditate (come il fatto che solo i professori d’Orchestra del Vittorio Emanuele rispetto a Palermo e Catania non sono stati stabilizzati), poi la pandemia che ha chiuso i teatri del mondo. La tenacia e una forte dose di creatività hanno fatto sì che non solo gli ostacoli sono stati superati (i conti sono in linea e adesso l’Ente è persino un “pagatore puntuale”) ma è in una fase di rilancio. Durante il covid e nei mesi immediatamente successivi ci sono state iniziative particolari come “resta a casa e vai in Teatro”, e spettacoli che hanno coinvolto a distanza, emozionato, strappato applausi.
L’esperienza di Play the game con i giovani è un seme che sta fiorendo (l’obiettivo sarà creare una scuola), per la prima volta l’Ente è tornato a produrre, ci sono state sinergie con altri Teatri ed Enti che hanno comportato eventi di primo piano. Sono tornati i pullman provenienti da altri comuni in occasione degli spettacoli in programma. Il Teatro è “uscito” anche al di là del Vittorio Emanuele, ha avviato la “destagionalizzazione”, ha fatto stare in silenzio e con i cellulari spenti centinaia di studenti durante le prove generali delle opere liriche (e poi, emozionati hanno applaudito in piedi). E’ tornato ad essere molto più di un teatro, ad essere “casa per l’anima”, spazio per crescere e incontrarsi, sperimentare, aprirsi al nuovo, alle contaminazioni. Miloro crede nel concetto di squadra “la competizione sana serve a migliorarsi”, nelle sinergie ed è orgoglioso del Vittorio Emanuele “Solo qui in questo teatro proprio per come è stato costruito per i primati che ha è possibile realizzare una serie di spettacoli, sia di danza, musical, prosa, lirica. E’ un motore di crescita e l’essere il secondo palcoscenico d’Europa è un orgoglio per tutti”.