Si è concluso alle Terrazze del Charleston, il primo convegno organizzato dall’assessorato alle Attività Produttive della Regione siciliana, in collaborazione con l’assessorato alle Politiche Sociosanitarie dal titolo “Nemmeno con un Fiore”.
Alla presenza di politici, magistrati, forze dell’ordine e sindacati, sono stati assegnati dall’imprenditore Massimo Carollo (Dolce Carollo ndr) 8 posizioniProblema lavorative a delle donne vittime di violenza domestiche.
“Quest’anno al di là delle parole abbiamo voluto concretamente fare qualcosa rispetto a questa tematica purtroppo sempre attuale”, afferma l’assessore Rosi Pennino. “La iniziativa vuole lanciare un nuovo approccio politico di ascolto, rispetto alla risoluzioni di temi molto delicati, come la violenza sulle donne. Senza la collaborazione della politica, l’impresa e del mondo dell’assistenza sociale, oggi non saremmo qui”, continua l’assessore Pennino.
“Vogliamo evidenziare che il tema del femminicidio è essenzialmente un problema culturale. Inoltre, molte donne non denunciano per paura di rimanere senza un tetto dove vivere ed un sostentamento economico per i propri figli. Quindi oggi, grazie all’azienda Dolce Carollo cerchiamo di dare una nuova vita ad alcune donne. I centri anti-violenza e i servizi sociali del comune di Palermo, in totale trasparenza, hanno inviato una lista di nomi alla ditta, la quale ha avviato una selezione”.
Afferma l’assessore Tamajo che aggiunge: “Il 30 novembre pubblicheremo un avviso intitolato ‘Fare impresà che prevede il finanziamento dai 50 ai 300 mila euro e le imprese femminili avranno un vantaggio di punteggio, ai fini della graduatoria”.
Numerosi gli interventi sul palco che si sono susseguiti attraverso tre panel tematici moderati dalle giornaliste: Federica Virga, Elvira Terranova e Tiziana Martorana. Tra i partecipanti: Claudia Caramanna, procuratrice del tribunale dei minori di Palermo. Rosaria Maida, primo dirigente della polizia di stato, Patrizia Di Dio, imprenditrice e vicepresidente Confcommercio e Osas Egbon presidente delle “Donne di Benin City”.