Per i danni provocati dai cinghiali sono responsabili anche i proprietari dei terreni che non adottano le misure più idonee per evitare le incursioni degli animali. Il principio è stato stabilito dalla terza sezione civile della corte d’appello di Palermo. Il proprietario di un terreno che produce mele aveva citato l’Ente Parco delle Madonie dopo che i cinghiali avevano distrutto decine di alberi.
In primo grado il tribunale di Termini Imerese aveva ritenuto fondata la richiesta di risarcimento. In appello l’esito della controversia è stato ribaltato: è stato infatti riconosciuto un concorso di colpa del danneggiato che avrebbe dovuto adottare le cautele necessarie. Decisiva per la decisione dei giudici è stata la mancanza di recinzioni e di barriere fisiche che “avrebbero scoraggiato le incursioni dei cinghiali“. Secondo la corte d’appello l’azienda avrebbe dovuto “porre in essere tutte quelle precauzioni atte a prevenire l’invasione del proprio fondo da quegli animali e conseguentemente a evitare il rischio di subire il danneggiamento delle colture ivi esistenti“.
“I cinghiali in Sicilia – dice l’avvocato Roberto Sansone di Campobianco, legale del Parco, – si moltiplicano a dismisura a causa del fatto che manchi il loro predatore naturale. Non è possibile invocare a propria discolpa, in presenza di un fenomeno così noto e ricorrente, l’ignoranza circa la presenza di questi animali nelle Madonie. E infatti la corte d’appello ha correttamente evidenziato la grave negligenza in cui è incorsa l’azienda alla quale è stato attribuito l’80% della responsabilità del danno“.