Contro il femminicidio c’è “l’urgenza di procedere con norme nuove da portare avanti anche in sinergia con le altre amministrazioni che sono interessate” e ci “stiamo lavorando con gli altri ministri, Cartabia, Gelmini e Carfagna”.
“Spero che il pacchetto di norme del ministero dell’Interno possa andare la settimana prossima in Consiglio dei ministri. Certamente c’è l’esigenza di una modifica del minimo delle peni edittali per potere poi procedere con strumenti di prevenzione maggiormente efficaci”. Lo ha detto ila ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, a Catania all’incontro ‘Questo non è amore’ contro la violenza di genere.
“Quello che dobbiamo pensare – ha aggiunto la ministra Lamorgese – è che le norme aiuteranno a ridurre i reati contro le donne. Non si può tutto addebitare alla magistratura, perché è un’attività che ha vari stadi, ma la prevenzione è il punto forte. Non diamo sempre la responsabilità a forze di polizia o ai magistrati. Serve una prevenzione come formazione nelle scuole, tra i giovani, nella società civile. Poi, chiaramente, le misure come quella del braccialetto elettronico, vengono dopo. E’ quindi necessario proseguire nella prevenzione, ma anche pretendo delle norme più incisive: non arriveremo all’eliminazione del fenomeno, ma diminuire sarebbe già un grande successo”.
“Il femminicidio è un problema sociale: perché quello che abbiamo visto in questi mesi sono uomini, compagni, mariti che tante volte si sono rivalsi anche sui bambini, sui figli. Perché è un modo per dire che la donna è di loro proprietà – ha aggiunto il ministro sottolineando la necessità di prevedere-, strumenti contro la violenza domestica e le aggressioni che ci consentano un intervento più efficace e più immediato”.