La storia della Casa del portuale rispecchia un po’ quella della città di Messina. I sogni, i progetti, il sudore della costruzione, gli anni d’oro, poi i vandali, il declino, il lungo tunnel della burocrazia. Ed oggi finalmente una nuova pagina che vedrà quell’edificio diventare parte integrante del Polo dell’innovazione.
LA STORIA
Sul finire degli anni ’50 l’allora sindaco Fortino vendette alla cifra simbolica di 1 lira alla Compagnia portuale di Messina il terreno dove sorgerà la Casa del portuale, destinata a servizi ed attività dei lavoratori che in quel periodo potevano usufruire solo di uno scantinato nel Palazzo Littorio. I lavori però non vengono ultimati per difficoltà economiche e perché un terremoto ha lesionato l’immobile in costruzione, che viene preso di mira dai vandali. E’ così che sul finire degli anni ‘60 la Regione Siciliana compra il terreno, lo inserisce tra i beni demaniali indisponibili e completa la costruzione della Casa del portuale. E’ così che dal ’70 e per oltre 40 anni i lavoratori della Compagnia portuale hanno una “casa”, una sede. Sono anni di crescita, di progetti, di attività nelle quali vengono impiegati una quarantina di persone. Ma nel 2008 arriva la crisi del settore e nel dicembre 2010 si arriva al licenziamento di tutti i lavoratori ed alla successiva messa in liquidazione della società.
I VANDALI, LE OCCUPAZIONI
La Casa del portuale viene vandalizzata, dimenticata, e dal 2013, negli anni delle occupazioni del Teatro in Fiera e dei luoghi “simbolo” di abbandono e incuria sarà occupata, sgomberata, ri-occupata e ri-sgomberata. cui, vengono occupati il Teatro in Fiera ed altri luogo simbolo di abbandono. Dopo gli sgomberi cala il sipario.
L’IDEA DI CARLOTTA PREVITI
Durante la sindacatura De Luca è l’assessore alla programmazione dei fondi Europeo Carlotta Previti a immaginare un nuovo destino e inserisce la Casa del portuale (quel che ne resta) nel progetto dell’I-hub dello Stretto . L’ostacolo però è la Regione, proprietaria del bene. L’allora assessore Armao che con De Luca aveva scontri quasi settimanali alzò la bandierina dello stop. Anzi, ipotizzò di realizzare in quell’area una casa dello studente. Il braccio di ferro dura a lungo.
LA SOLUZIONE
L’allora assessora Carlotta Previti non si arrende e neanche l’amministrazione comunale.. Ancor meno lo fa Alessandro De Leo che da ex consigliere comunale conosce le vicissitudini della Casa del portuale e da deputato regionale di Sud chiama nord ha presentato la proposta che prevede il trasferimento della proprietà dalla Regione al Comune di Messina. E finalmente dopo 14 anni dalla chiusura della Casa del portuale inizia un nuovo destino perché sarà parte integrante del Polo dell’innovazione e della tecnologia.
DE LEO: NUOVA PAGINA
“Il trasferimento della proprietà dell’immobile al Comune di Messina non solo apre nuovi orizzonti per la città ma rappresenta un atto di riscatto per un luogo simbolo da sempre di contraddizioni- spiega Alessandro De Leo- Per molto tempo terra di nessuno e simbolo dell’incuria e dell’abbandono fino a quando l’amministrazione De Luca ha immaginato proprio in quei luoghi I hub. Siamo riusciti ad intervenire in tempo per evitare che uno dei più importanti interventi di riqualificazione urbana in atto a Messina, la realizzazione del I-HUB dello Stretto sia, se non vanificato, quantomeno ostacolato dall’incapacità degli enti territoriali di fare sistema e collaborare”.
MAI PIU’ RELITTO
L’I-HUB dello Stretto sarà un Polo della tecnologia e dell’innovazione in grado di attrarre investimenti da parte di società internazionali QUI) e, nello stesso tempo, consentirà di rigenerare compendi immobiliari inutilizzati o sottoutilizzati in una delle più preziose porzioni di territorio della Città di Messina, affacciata sul porto storico a pochi passi dal centro cittadino. Il trasferimento al Comune evita che l’immobile fatiscente e inutilizzato resti come un relitto.
BASILE: ASSURDA VICENDA
“Finalmente scriviamo la parola fine ad una vicenda che aveva dell’assurdo e che ha visto, per ben tre anni durante il governo Musumeci, il rallentamento del grande progetto tecnologico I-Hub dello Stretto a causa di un persistente diniego (immotivato) alla demolizione da parte del governo regionale dell’immobile- commenta il sindaco Federico Basile- All’onorevole Alessandro De Leo al quale va il mio personale ringraziamento Un passo significativo che ci consente di procedere finalmente alla relativa demolizione ed alla realizzazione dell’I Hub tecnologico in un’area che ha visto già le demolizioni dell’ex Mercato ittico e degli ex Magazzini generali”
L’investimento complessivo vede il finanziamento totale di 71 milioni di euro, 8 dei quali destinati per la demolizione e la bonifica dei corpi di fabbrica preesistenti e 63 milioni circa per la realizzazione dell’I HUB che permetterà la realizzazione di spazi ove insediare nuove imprese e start up per i giovani imprenditori di Messina. Tutto è bene quel che finisce bene, ma si sarebbero potuti risparmiare tre anni di diatribe con un solo sì.