Per il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno il via libera alla manovra senza fare ricorso all’esercizio provvisorio, è “un risultato storico” per la Sicilia, perché “se è vero che bisogna ritenere normale l’approvazione dei documenti finanziari e contabili entro l’anno corrente, è altrettanto vero che questa normalità non c’è stata per circa vent’anni“. “La realtà è che l’anno scorso abbiamo approvato la finanziaria a febbraio anticipando i tempi della scadenza dell’esercizio provvisorio, quest’anno abbiamo fatto ancora meglio. Abbiamo a fortuna? Penso che il merito, non io, qualcuno l’avrà“.
Nel suo ufficio di rappresentanza a Palazzo dei Normanni, il presidente Galvagno con l’Ansa fa l’analisi di un mese e mezzo di sessione di bilancio.
Il presidente comincia dall’inizio. “Avevamo due strade: il centrodestra poteva fare da solo misurandosi in aula vincendo o perdendo e aprendo però uno scontro con l’opposizione con conseguenze per il futuro di questa legislatura oppure trovare una intesa con la minoranza per approvare la manovra il 31 dicembre o il 9 gennaio senza ricorrere all’esercizio provvisorio. Abbiamo fatto la scelta più giusta, anche perché non avrei consentito lo scontro“.
Se ha potuto svolgere quel ruolo di mediazione che gli è stato più volte riconosciuto dalla minoranza durante i lavori parlamentari, Galvagno ne attribuisce i meriti al governatore Renato Schifani: “Mi ha dato grande fiducia nel portare avanti il dialogo con l’opposizione e se non l’ho ringraziato pubblicamente lo faccio adesso“. Essere di destra o di centrodestra – osserva il presidente dell’Ars – non significa che mi debba portare ad assumere posizioni di parte. Avrei potuto fare delle forzature, certamente non avrebbero portato nulla di buono“.
Sul rapporto con le opposizioni chiarisce: “Abbiamo raccolto i loro consigli ma sempre all’interno dell’indirizzo dato alla manovra dal presidente della Regione“. Era già successo con la manovra correttiva approvata in 48 ore. “Evidenzio un aspetto fondamentale: è tra le poche finanziarie senza il maxi emendamento all’intero, questo è stato possibile anche grazie alle opposizioni“.
Rispetto all’esperienza della scorsa legislatura, che Galvagno ha vissuto da deputato-segretario e da parlamentare di punta in commissione Bilancio, il presidente dell’Ars sottolinea un cambiamento di sostanza: “Oggi c’è una consapevolezza maggiore di quello che si sta facendo, tutti i parlamentari sono coinvolti e inclusi. In passato non c’era questa trasparenza delle regole del gioco e c’era un contesto politico differente“. “Merito pure della maggioranza – chiarisce Galvagno – Non solo non si è ostinata a lasciare ai margini l’opposizione ma ha condiviso l’intero percorso, con un atteggiamento collaborativo fuori e dentro l’aula. La vittoria non è del governo, mia o di qualcuno in particolare: è una vittoria di tutti. E’ stato evidente che fino a quando l’intesa ha retto non c’è stata richiesta di voto segreto e nelle sole due circostanze non è stata appoggiata; quando invece l’accordo non c’è stato (il riferimento è all’art. 2 sulle riserve per i Comuni) il voto segreto ha complicato i lavori. A quel punto la decisione di parlare con tutti per trovare una sintesi ha messo al riparo la manovra“.
Galvagno respinge le critiche per quello che qualcuno ha definito “il prezzo” dei deputati” nella ripartizione di una parte delle risorse disponibili per dare risposte ai territori.
Esiste un prezzo quando si danno possibilità ai Comuni e alle imprese?
“No, non esiste. Anzi, quel prezzo è sempre inferiore rispetto alle esigenze di sviluppo“. E sui fondi assegnati ad alcuni Comuni, aggiunge: “Io faccio il ragionamento del buon padre di famiglia che ha due figli. Destino quello che ho dividendolo al 50% per entrambi oppure aiuto di più quel figlio che ha un problema e una necessità maggiore? Bisogna assumersi le proprie responsabilità compiendo le scelte senza vergogna“.