Il decreto Milleproroghe continua a tenere alta la tensione nella sanità. In Parlamento si discuterà nuovamente la proposta di spostare l’età di pensionamento dei dirigenti medici e dei sanitari fino a 72 anni, nonostante il dissenso più volte urlato da coloro che sono in prima linea.
Ancora la documentazione non è uscita fuori, la manovra è in fase di discussione, ma ad essere agevolati, in caso la proposta diventasse effettiva sono i “baroni della sanità” per proseguire il loro potere, a discapito di coloro che sono nell’emergenza-urgenza, ad esempio, invece di essere in un’aula universitaria mentre ad operare sono gli assistenti.
In base al Conto Annuale dello Stato del 2021, i dirigenti medici e sanitari che potrebbero restare in servizio oltre i 68 anni compiuti sono 1.253 in tutta Italia. Tra questi i direttori di struttura complessa sono 340, ovvero il 27,1%, e i responsabili di struttura semplice 245, ovvero il 19,6%. Ciò dimostra che i medici over 68 rappresentano solo l’1,16% di tutti i medici del Ssn.
Da una parte la norma costringerebbe i medici e sanitari a restare al lavoro i dirigenti medici e sanitari fino a 70 anni, a meno che non vogliano subire consistenti penalizzazioni economiche. Dall’altra si cerca di prolungare la prigionia, certo volontaria, fino a 72 anni per pochi eletti, esentati dagli aspetti più gravosi del lavoro ospedaliero.
La radice del problema
Le problematiche da risolvere rimane sempre la stessa: la carenza di personale in sanità. Nel 2025 in Italia mancheranno almeno 25 mila medici, e in Sicilia almeno 2500. Ma invece di mantenere i “dinosauri“, coloro che sono logorati da 40anni di lavoro, da turni sfiancanti, tralasciando l’aspetto economico degli straordinari, non sarebbe meglio optare su un cambio generazionale ed assumere con le giuste condizioni? Ricordiamo che anche i bandi per assumere medici stranieri in Sicilia, non hanno riscosso grande successo: a partecipare sono stati 50 su circa 1400 posti.
Potranno questi 1253 medici e dirigenti sanitari, di cui 585 direttori di strutture fare turni notturni e festivi? O effettuare il lavoro straordinario necessario a tamponare le carenze di personale? O rappresentare la soluzione per lo stato in cui versa il Pronto soccorso?
E’ un rischio per la stessa utenza che non ha un personale fresco e riposato che possa assistere al meglio i pazienti, che per la stanchezza potrebbe commettere errori dopo anche 9/10 ore di lavoro consecutive.
Inoltre, questi saranno in grado di stare dietro alle nuove tecnologie che si stanno evolvendo ad una velocita inimmaginata fino ad ora? Tecnologie che permettono cure più veloci e precise in una medicina che punta sempre più alla precisione.
La vera causa
“L’insufficienza di medici è dovuta dal fatto che in Italia non c’è stata una programmazione attenta sul numero degli accessi nelle facoltà di Medicina”. A sostenerlo è il parlamentare del Pd Giovanni Burtone.
“La colpa oltre essere della politica è anche delle altre istituzioni, in particolare delle Università e degli Ordini dei medici che hanno remato contro a creare nuove classi di medici ed ora ne stiamo pagando il conto – prosegue -. Vogliono tenere questi 1350? Alla fine neanche questi verranno sostituiti. I nuovi medici devono fare 15 anni di studi circa. Questo è un momento difficile ed è intellettualmente scorretto tenere il numero chiuso. Possibile che tutta la politica, compreso il mio partito non comprende che questa è una battaglia decisiva per mantenere il diritto alla salute? Senza medici chi dovrebbe garantire il servizio alla salute? La selezione lo fa lo studio, non i quiz di cultura generale”.