Dopo l’approvazione della Finanziaria e il consolidamento di un evento di carattere rilevante per la Sicilia è arrivato il momento di illustrare i dati di un anno di lavoro messo a punto dal governo regionale guidato da Renato Schifani. Una serie di passaggi e risultati, frutto di un lavoro costante, analizzati dal governatore siciliano punto per punto durante la conferenza stampa di ieri a Palazzo d’Orléans.
La sanità è stata una delle tematiche più approfondite nel corso dell’incontro e discusse anche nei vari e lunghi dibattiti all’interno di Sala d’Ercole. Il quesito è: siamo effettivamente fuori dal tunnel, di fronte al problema atavico della carenza di medici e personale sociosanitario, e considerate le liste d’attesa infinite?
I dati evidenziati dal presidente della Regione fanno ben sperare in un deciso cambio di passo rispetto al passato e la risposta è positiva. C’è stata una reale riduzione delle liste d’attesa grazie a un’efficace sinergia tra il pubblico e le aziende private di qualità, mettendo a disposizione un budget da 48,5 milioni di euro distribuiti in entrambi i settori. Al 31 dicembre scorso il sistema sanitario ha registrato un abbattimento delle liste di attesa, dell’88,2% per i ricoveri e del 92,7% per le prestazioni ambulatoriali. In alcune province, come Trapani, le stesse sono state azzerate completamente.
Un risultato raggiunto in virtù di un doppio accertamento sulla reale sussistenza dei richiedenti ad essere visitati e ricoverati. Verificate le liste d’attesa, l’attività messa in campo dall’assessorato alla Salute – su proposta di Schifani – è stata quella di appurare in maniera capillare se le persone iscritte nelle liste d’attesa per un lungo periodo di tempo fossero ancora interessate a ricevere la prestazione, sfoltendo così le richieste ormai stagnanti, a beneficio di coloro che effettivamente hanno interesse ad essere assistiti. Questa attività ha dato i suoi frutti, accompagnata dall’impegno profuso sia dalle aziende pubbliche che da quelle private per l’abbattimento delle liste d’attesa. Inoltre è stato convenzionato il privato indicando il pagamento dei corrispettivi con una forma ridotta rispetto alle loro tabelle. Per il pubblico, il governo regionale ha previsto che le ore aggiuntive che i medici ospedalieri sono tenuti a dedicare per l’abbattimento delle liste d’attesa siano pagate di più rispetto a quanto viene pagato per le ore straordinarie. Una sorta di incentivo stabilito in Finanziaria per i medici che decidono di svolgere il loro lavoro nelle periferie, evitando la fuga da quelle zone dove c’è carenza di personale medico e delle altre figure professionali.
Il rapporto tra pubblico e privato, ha detto Schifani, deve basarsi sulla piena collaborazione e cooperazione di fronte al problema della fuga dei medici ospedalieri che scelgono di fare ingresso nel mondo del privato per motivi strettamente economici. E’ chiaro che prediligere il lavoro presso le strutture sanitarie private è una scelta del professionista che non può essere negata, tuttavia non può essere sottovalutato il timore di depauperare gli ospedali pubblici già precari dal punto di vista di risorse umane. Schifani ha voluto ribadire che è necessaria una collaborazione etica e istituzionale e che “la campagna acquisti in casa nostra dove mancano i medici”, non può essere consentita.
Rispetto alla questione che ha a che vedere con la carenza di medici, per colmare i vuoti in organico dovuti al numero chiuso delle facoltà di Medicina la Regione sta provvedendo al reclutamento di professionisti stranieri, alla luce delle richieste ed esigenze di territorio e della fuga dall’Isola delle eccellenze in campo medico.
L’azione di governo guidato da Renato Schifani è sempre stata caratterizzata da un obiettivo portato a termine: la rivisitazione dell’accordo Stato-Regione 2023. Un accordo storico che imponeva limiti per la Sicilia non indifferenti, soprattutto per quanto riguarda l’obbligo per la Regione di rientro del disavanzo nei termini scanditi da Roma in maniera rigorosa. Rivisitato quell’accordo, che fa parte della manovra approvata dal parlamento nazionale nel mese di dicembre 2023, è stato previsto un ulteriore obiettivo che il governo regionale aveva appuntato nella propria agenda politica: la riduzione della compartecipazione della Regione alla spesa sanitaria passando dal 49,1% al 42,5%. Una riduzione di percentuale significativa che permette alla Sicilia di contribuire di meno alla spesa sanitaria nazionale.
Inoltre, questa nuova intesa tra Roma e Sicilia permette di liberare 600 milioni di euro l’anno e da qui al 2030, ha spiegato il governatore, incasseremo molti miliardi e dal 2030 in poi si potrà ottenere un rimborso annuale pari a 800 milioni di euro. Risorse ingenti che si trasformeranno in possibilità di investimenti con risvolti occupazionali e produttivi, finanziamenti per la sanità.
Quando si parla di salute, non può essere trascurata la funzione del Pnrr. L’andamento dell’utilizzo del piano nazionale di ripresa e resilienza in tema di sanità è positivo, un elemento che può essere rilevato attraverso i bilanci e le attività delle Asp siciliane correlati alle attività del governo regionale. Alla Regione Siciliana sono stati assegnati 1,9 miliardi di euro di cui la metà serve per potenziare i servizi sanitari territoriali e la digitalizzazione del sistema sanitario. Attualmente risulta impegnato il 40% della dotazione assegnata.
Della missione 6 del Pnrr fanno anche parte gli ospedali e case di comunità. Con dati alla mano Schifani ha affermato che è stato raggiunto il 100% degli obbiettivi fissati dal Pnrr per la realizzazione delle strutture di sanità territoriale, infatti sono stati approvati i progetti delle 156 case di comunità e dei 43 ospedali di comunità. L’attivazione delle strutture è prevista entro il 30 giugno del 2025.
Infine, è previsto un nuovo piano di investimenti per le strutture sanitarie: si attende a giorni il via libera da parte del ministero della salute del finanziamento di oltre un miliardo di euro per gli ospedali dell’intera area metropolitana di Palermo, di cui 118 milioni per il Polo pediatrico nell’ex Cemi.