Le aspettativa di vita si stanno riducendo anche per l’inquinamento dell’aria.
Gli esperti, infatti, evidenziano che sono aumentati gli episodi di dispnea, tosse cronica e catarro, bronchite acuta e cronica e infezioni delle vie respiratorie. Gli effetti sui bambini sono invece: riduzione della funzionalità polmonare; maggior rischio di sviluppare malattie respiratorie o allergie. Inoltre a causa dell’inquinamento atmosferico, i recenti dati evidenziano che sono circa 5.801 tra bambini e adolescenti morti in Europa e in Asia centrale. Di questi, l’85% è morto senza aver compiuto il primo anno di vita.
Ma allarmanti sono anche i dati riguardanti i cancro ai polmoni, poiché l’inquinamento atmosferico è un cancerogeno certo. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) lo ha classificato nella classe 1.
Gli inquinanti
A mettere al rischio principalmente la salute sono:
- il particolato da una parte è il principale gas serra e dall’altra, sotto forma di nubi, accresce l’albedo diminuendo l’energia radiante che viene assorbita;
- l’ozono troposferico, come tutti i gas serra, è relativamente trasparente alla radiazione solare in entrata sulla Terra, ma riesce a trattenere in modo consistente la radiazione infrarossa emessa dalla superficie terrestre, dall’atmosfera e dalle nuvole;
- il metano, emesso in particolare in agricoltura e nei settori dell’energia e della gestione dei rifiuti, è un gas serra incluso nel protocollo di Kyoto e contribuisce alla formazione dell’ozono troposferico.
Ad ammalarsi sono in primis le persone che abitano in zone urbane, dove vi è un maggiore inquinamento dovuto ad automobili, riscaldamento e fumi dei camini.
Più piccoli e più vulnerabili
Ad esser più esposti fisicamente all’inquinamento atmosferico sono i bambini perché respirano due volte più velocemente, spesso per via orale, assorbendo più sostanze inquinanti. Inoltre, data la statura, sono più vicini al suolo dove le sostanze inquinanti si accumulano. Dal punto di vista fisiologico, sono più vulnerabili perché cervello, polmoni e altri organi non hanno ancora sviluppato meccanismi di protezione come negli adulti e l’esposizione prolungata a sostanze inquinanti tossiche comporta danni alla crescita e al corretto sviluppo degli organi, con conseguenze sullo sviluppo fisico e mentale.
Il tumore al polmone
L’Associazione italiana di oncologia medica evidenzia che: “c’è una maggiore propensione ad una manifestazione precoce di un gene, chiamato Gfr, che è causa di cancro al polmone. Ad esserne colpite maggiormente sono le donne non fumatrici”.
Le polveri sottili PM2. 5 sono dichiarate dall’Oms fra i cancerogeni certi per l’uomo (Gruppo 1). Si stimano circa 4,5 milioni di morti l’anno nel mondo per varie cause collegate all’inquinamento atmosferico.
In Sicilia
In Sicilia i casi annui di tumore ai polmoni sono circa 2.072 tra gli uomini e circa 600 nelle donne. L’incidenza media regionale è 60.3 casi/100.000 abitanti negli uomini e 15.5 nelle donne. Il tumore del polmone causa in media ogni anno in Sicilia 2.500 decessi.
L’inquinamento
Secondo la prima valutazione di Arpa Sicilia sulla “Qualità dell’aria in Sicilia“, per l’anno 2023, gli ossidi di azoto, NO2, è stato superato il valore limite sulla concentrazione media annua (40 μg/m3) nelle stazioni di traffico PA-Di Blasi (52 μg/m3) dell’Agglomerato di Palermo e nella stazione CT-Viale Vittorio Veneto (45 μg/m3) dell’Agglomerato di Catania. In generale in tutte le stazioni di traffico degli agglomerati urbani si registrano le concentrazioni medie più elevate. Vi è stato, inoltre, un superamento del valore orario limite per la protezione della salute umana di NO2, pari a 200 μg/m3, nella stazione Caltanissetta, stazione di traffico, in data 12/2/23 con una concentrazione media oraria pari a 212 μg/m3; il numero di superamenti concessi dalla norma è pari a 18.
Per il particolato fine PM2.5 non è stato superato in nessuna stazione il valore limite sulla concentrazione media annua (20 μg/m3). Le concentrazioni più elevate si rilevano nelle due stazioni da traffico dell’agglomerato di Palermo, nella stazione Misterbianco dell’agglomerato di Catania e in una delle stazioni delle aree industriali (Gela – Tribunale).
Per l’ozono, O3, si registra nel 2023 il superamento del valore obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana (120 μg/m3), fissato dal D.Lgs. 155/2010, in 24 delle 26 stazioni in esercizio con rendimento sufficiente, in particolare nella Zona Aree Industriali nella stazione Melilli (n.47) e nella zona Altro nella stazione Enna (n.35).
Questi dati, secondo i valori guida emanati dall’Oms sono superiori in larga parte ai valori limite proposti.
L’Esposoma
Gli esperti hanno avviato lo studio nominato “Esposoma“. L’obiettivo è riconoscere, anche attraverso una nuova branca di ricerca, gli inquinanti ambientali e il loro effetto sulle cellule dell’organismo umano. Ad oggi, infatti, sappiamo che vi sono numerose sostanze inquinanti che vengono rilevate nel sangue umano, ma non conosciamo ancora gli effetti della loro interazione.
Ovviamente, gli esperti ribadiscono che i cattivi stili di vita, l’errata alimentazione, la sedentarietà, fumo di sigaretta e l’alcol hanno una forte ricaduta sulla salute.
“Su questi fronte gli italiani purtroppo sono ancora messi male – dice il presidente della Fondazione Aiom, Saverio Cinieri -. Il consumo di alcol, ad esempio, persiste ma è più comune al nord che al sud, mentre la sedentarietà è più comune al sud nei giovani rispetto alle regioni del nord. Sul fronte alimentare va invece segnalato che il consumo di frutta e verdura è bassissimo al sud e nelle isole. Eppure in queste zone si producono ampiamente frutta e verdura. Produciamo cioè prodotti salutari che non consumiamo e questo è un grave errore“.
I consigli per uno stile di vita sano, con una funzione preventiva anche contro i tumori, anche se noti non sono ancora applicati adeguatamente: “Niente fumo, ridurre fortemente l’alcol, seguire una dieta il più vicino possibile a quella mediterranea riducendo i consumi di carne rossa e con fritta e verdure da consumarsi da 3 a 7 volte al giorno, ed infine – conclude Cinieri – aumentare l’attività fisica”.