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Non si fermano le polemiche attorno agli stand del mercatino di Natale, montati al Politeama e in via Ruggero Settimo a Palermo. Se gli artigiani continuano a sottolineare l’importanza di questa iniziativa, apprezzata peraltro da cittadini e turisti, alcuni commercianti del centro ne contestano non tanto l’opportunità, bensì la modalità con la quale il Comune del capoluogo siciliano, ne ha predisposto l’organizzazione.
Fra coloro che più hanno criticato le scelte dell’Amministrazione comunale, c’è l’imprenditore Mario Dell’Oglio. “Sono stato convocato – ha detto – dall’Assessora alle Attività produttive Cettina Martorana, che mi ha spiegato l’iter amministrativo di questa scelta, frutto di un accordo con Confartigianato per favorire il commercio degli artigiani. Un’ iniziativa che io sostengo per primo, in quanto ritengo che debbano avere più spazi, più visibilità”.
Il malcontento, non sarebbe dunque dovuto, come emerso nei giorni scorsi, per ragioni di concorrenza e oscuramento delle vetrine provocato dalla costruzione delle casette in legno, quanto piuttosto dal “metodo” scelto dal Comune di Palermo, per la loro predisposizione.
Se nelle intenzioni del Comune, l’iniziativa natalizia è volta al sostegno di una parte importante dell’economia del territorio rappresentata dall’artigianato locale, dall’altro è indubbio che gli stand in questione abbiano un impatto rilevante nella riconfigurazione di vie e piazze centralissime della città. I commercianti della zona, avrebbero auspicato un maggior coinvolgimento tra Amministrazione, operatori economici e associazioni del territorio che ogni giorno sono impegnati in varie attività, dal decoro urbano alla promozione del tessuto economico commerciale cittadino. Un sistema di fondamentale importanza per la vita della città e che è stato duramente provato dalla pandemia. “Io desidero – continua Dell’Oglio – una città del futuro che dialoghi con i cittadini e con gli operatori in modo diverso da come si è fatto finora. Per via del Covid, siamo arrivati a toccare il fondo ma, adesso, è tempo di risalire. Questa strada è stata chiusa è abbandonata. La prima cosa che va fatta è quella di dare una regolamentazione agli accessi delle auto per il carico e scarico merci, con corsie già definite. Sulla questione del mercatino di Natale, mi hanno detto che ci saranno delle luci, che ci saranno dei tappeti, tutte cose che al momento non vedo o vedo solo in parte”.
Nel frattempo, alcune casette sono state spostate. Una scelta dovuta (almeno a quanto riferito da alcuni artigiani), a esigenze di rispetto delle normative di distanziamento anti-Covid e non a causa dell’intervento diretto da parte dei negozianti (che peraltro avrebbero indicato altre zone della città più idonee al mercatino).
Al netto delle polemiche, alcune criticità sono evidenti. Le casette di Natale, posizionate al centro della strada, impediscono oggettivamente l’accesso di mezzi di soccorso, come le ambulanze o dei mezzi delle forze dell’ordine che, unitamente all’incremento dell’afflusso di persone durante il periodo delle feste natalizie, rischia davvero di creare molti disagi.
Insomma, se da un lato la fiera contribuisce a regalare una novità che mancava alla città di Palermo, creando una sorta di “aria di normalità” che non si respirava più da quasi due anni dall’altro, ci si chiede se il contesto scelto per l’iniziativa fosse l’unico possibile, quello più adatto. Ai dubbi sulla scelta dello spazio, si uniscono poi quelli di un metodo che non ha tenuto conto dell’opinione di tutti gli operatori della zona che, lungi dal creare una guerra con gli artigiani, avrebbero voluto solo avere voce in capitolo.
Pace fatta e tutto finito? Probabilmente no. Da qui al sei gennaio, molte cose potrebbero ancora cambiare e non si escludono ulteriori colpi di scena.