Svolta nell’omicidio di ieri sera avvenuto nel rione palermitano dello Sperone. Dopo una notte di indagini sono stati fermati dalla polizia padre e figlio che abitano nello stesso palazzo dove è avvenuta la sparatoria costata la vita a Giancarlo Romano, 37 anni, mentre è rimasto ferito in modo grave all’addome Alessio Caruso.
Secondo una prima ricostruzione tutto sarebbe nato da una lite poi degenerata. Romano e Caruso sarebbero stati inseguiti prima di essere raggiunti dai colpi d’arma da fuoco esplosi da almeno due pistole. Sul luogo della sparatoria sono stati trovati infatti bossoli di due calibri diversi come avrebbe accertato la scientifica. Sono state eseguite perquisizioni nella notte e uno dei due fermati sarebbe stato trovato a casa con una ferita d’arma da fuoco alla gamba.
Alessio Caruso, è adesso in stato di fermo. Per il delitto erano stati fermati già due uomini: M.C, 55 anni e figlio. Poco dopo lo stesso provvedimento è stato notificato dalla Squadra Mobile e dal Sisco a Caruso che è ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale Buccheri La Ferla con ferite all’addome e alla testa. Ai tre si contestano, a vario titolo, le accuse di omicidio, tentato omicidio, porto abusivo d’arma da fuoco e tentata estorsione, reati aggravati dal metodo mafioso.
Dalle indagini è emerso che Caruso, poco prima dell’omicidio di Romano, aveva avuto una violenta discussione culminata in una sparatoria, di fronte ad una sala scommesse di corso dei Mille, con un 55enne, M.C. Nella lite, nata dal tentativo di estorsione sui proventi illeciti delle scommesse clandestine e da un debito mai onorato, erano rimasti feriti un cliente e lo stesso M.C. Romano, Caruso e M.C. qualche ora dopo si sarebbero affrontati di nuovo allo Sperone.
Anche in questo caso sono stati sparati colpi d’arma da fuoco e Romano ha perso la vita. La ricostruzione dei fatti è avvenuta attraverso la visione delle immagini registrate dalle telecamere di video sorveglianza installate nella zona, e dagli esiti delle perquisizioni effettuate dagli investigatori nelle ore immediatamente successive al delitto. Sono state trovate due armi utilizzate negli scontri a fuoco. Oltre a Camillo e Antonio Mira, padre e figlio, rispettivamente di 55 e 20 anni, che abitano nello stesso edificio dove è avvenuta la sparatoria, è stato infatti fermato dalla polizia anche Alessio Caruso, 27 anni, rimasto gravemente ferito all’addome e ricoverato nell’ospedale Buccheri La Ferla.