Accanto all’inchiesta che ha portato all’arresto di Maurizio Croce con l’ipotesi di corruzione (QUI) c’è un caso politico che ha riguardato il doppio ruolo di soggetto attuatore per la mitigazione del rischio idrogeologico in Sicilia e di consigliere comunale a Messina. Come da normativa nei prossimi giorni il consigliere comunale sarà sospeso dalla prefetta Cosima Di Stani (gli subentrerà Alessandro Russo della lista con il maggior quoziente elettorale). Nel frattempo ieri pomeriggio Forza Italia ha sospeso Croce (QUI) dal partito e le opposizioni ne chiedono le dimissioni.
C’è infatti parallelamente il nodo politico che nei mesi scorsi ha tenuto banco a Palazzo Zanca con due delibere di decadenza nei confronti di Croce: una per il doppio ruolo (bocciata ad inizio marzo dal consiglio comunale dal centrodestra con l’aiutino di una parte del gruppo De Luca-Basile) ed una seconda attivata lunedì scorso per il 95% di assenze dal giorno dell’insediamento (QUI). Maurizio Croce infatti è entrato in consiglio comunale in qualità di miglior candidato sindaco perdente (candidato del centrodestra).
Dopo l’arresto sia il Pd che il presidente del Consiglio comunale Nello Pergolizzi evidenziano come l’inchiesta faccia emergere proprio quegli aspetti finiti al centro della richiesta di decadenza per incompatibilità/ineleggibilità sopravvenuta tra i due ruoli, quello di soggetto attuatore e di consigliere comunale nonché il conseguente conflitto d’interessi (QUI).
“Oggi il tema dell’incompatibilità del consigliere Croce può apparire un fatto secondario rispetto al grave impianto accusatorio emerso dall’indagine, ma, invero, proprio il rispetto delle normative richiamate, sul solco dei principii costituzionali di trasparenza e imparzialità, garantisce dalle disfunzioni emerse- si legge in un comunicato del coordinamento Pd Messina- E’ la confusione dei ruoli, l’essere contemporaneamente il controllore e il controllato, che determina poi casi di mala gestione della cosa pubblica. Su quest’ultimo punto della commistione dei ruoli dovrebbe interrogarsi il presidente della Regione, al quale più volte è stata segnalata tale grave discrasia Dalla situazione possiamo trarre un insegnamento per tutti, ovvero che i principi generali patrimonio dell’intera comunità non devono essere mai messi da parte per mera appartenenza politica o per preservare equilibri di potere”.
Il coordinamento del Pd non commenta la vicenda giudiziaria ma considera doverose ed indifferibili le dimissioni di Croce dal consiglio comunale per preservare l’istituzione. La contestazione di decadenza per le assenze, avviata lunedì 11 marzo e che segue un iter che dovrebbe concludersi con il voto a metà aprile andrà avanti a meno di passi indietro dell’ex candidato sindaco.
Ed è quello che spiega anche il presidente del Consiglio comunale Nello Pergolizzi secondo il quale Maurizio Croce dovrebbe dimettersi per sensibilità istituzionale. Pergolizzi ricorda inoltre che sin da quando è stata attivata la procedura di decadenza per incompatibilità tra i due ruoli la questione era stata segnalata alla Regione. “In modo particolare ho evidenziato un altro aspetto, e cioè il fatto che il commissario Croce era non solo soggetto attuatore ma anche responsabile dell’anticorruzione e della trasparenza per la struttura commissariale oltre che consigliere comunale. Insomma controllore e controllato. Allo stesso modo è inconferibile la designazione di Croce nel comitato di gestione dell’Autorità Portuale dello Stretto”.