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Partita a scacchi

Quel filo che unisce Messina e Taormina: elezioni, colpi di scena, maggioranza a rischio

giovedì 11 Maggio 2023

C’è un filo sottile che unisce Palazzo Zanca a Taormina, quasi un doppio binario che lascia in sospeso le vicissitudini della maggioranza Basile in consiglio comunale fino a fine mese, quando il verdetto sulle elezioni amministrative della perla dello Jonio sarà chiaro. Un gioco a scacchi tra la maggioranza deluchiana (il partito Sud chiama Nord) e gli avversari che nel frattempo hanno registrato l’ingresso di alcuni ex.

In stallo c’è la presidenza del consiglio comunale di Messina lasciata da Cateno De Luca che si è dimesso perché candidato sindaco a Taormina. Dimissioni dal ruolo per la verità annunciate sin da quando, lo scorso anno, è stato eletto all’Ars. Nel frattempo di acqua sotto i ponti ne è passata ed insieme all’acqua si sono verificati anche alcuni passaggi di consiglieri da un fronte a un altro, maturati addii e divorzi. Così, quello che inizialmente era stato programmato come un passaggio indolore, ovvero la staffetta tra Cateno De Luca presidente dell’Aula e il successore designato, Nello Pergolizzi (attuale vice presidente), si è rivelato una crepa.

Nello stesso giorno in cui, ultima data utile, De Luca si è dimesso da consigliere comunale, l’elezione del nuovo presidente è andata a vuoto. Pergolizzi si è fermato a 15 voti, al di sotto di quella che è, anzi ormai occorre dire era, la maggioranza bulgara di Basile (QUI). L’avversario, Mirko Cantello (un ex deluchiano sul quale trasversalmente l’opposizione si è contata) è arrivato a 14 voti. Ago della bilancia è stato il Pd con i due consiglieri comunali Felice Calabrò e Antonella Russo che da quel giorno fanno pesare i loro voti consapevoli che sia la maggioranza che l’opposizione trasversale ne hanno bisogno per capovolgere il tavolo (o mantenerlo così come è sebbene a questo punto sia evidente che è un equilibrio molto precario).

Da luglio scorso, quando Basile ebbe quella che fu definita la “maggioranza più Iva”(23 su 32 consiglieri), è cambiato tanto. Le file deluchiane, pur incassando nei primi giorni ingressi hanno registrato addii (soprattutto legati ai malumori post regionali), fino agli ultimi due, quelli di Giulia Restuccia ed Emilia Rotondo che nel giorno del voto per il presidente, la scorsa settimana si sono schierate con le opposizioni e sono passate al gruppo misto. Nel frattempo si è spezzato l’asse tra la Lega di Nino Germanà (che ha contribuito nel giugno 2022 alla vittoria di Basile al primo turno) e il sindaco, sia per i continui attacchi di De Luca a Salvini che per contrasti legati a vicende d’Aula.

Morale della favola, Basile, che a giugno viaggiava col vento in poppa di una maggioranza bulgara in consiglio, deve fare i conti con un risicato numero di 15. Quando è esplosa la bomba in consiglio comunale, con la mancata elezione del presidente, entrambi i fronti hanno preso tempo (QUI). Lunedì prossimo entrerà in consiglio Salvo Caruso, subentrato a Cateno De Luca. Non si è dimesso ancora, strategicamente, Alessandro De Leo, deputato Ars di Sud chiama Nord e candidato sindaco civetta a Taormina. E’ lui che da consigliere anziano sta presiedendo un’Aula diventata una pentola a pressione.

I deluchiani preferirebbero le bocce ferme fino a fine maggio, per aspettare il verdetto delle urne di Taormina. La vittoria di De Luca ridarebbe fiato al gruppo, impegnato tra l’altro su numerosi comuni dell’isola che vanno al voto. Allo stesso modo ci sarebbe tempo per ricucire qualche rapporto incrinato o incassare un cambio di casacca o una benevola assenza al momento del voto per la presidenza del consiglio comunale. Sull’altro versante, sia a destra che a sinistra, le urne di Taormina potrebbero essere un segnale opposto: in caso di sconfitta di De Luca le conseguenze a Messina potrebbero esserci a cascata. Nel mezzo i più corteggiati sono i due consiglieri del Pd che a questo punto potrebbero anche non accontentarsi di una vice presidenza…….

A sorpresa però ieri i consiglieri dell’opposizione di centrodestra e misto hanno chiesto l’autoconvocazione del consiglio comunale ricordando che se l’Aula non vota il bilancio preventivo entro il 31 maggio scatta il commissariamento, e senza l’ufficio di presidenza quella votazione non si può ancora fare. Tutto lascia presupporre che il centrodestra abbia trovato il nome che unisce, sebbene, uno dei papabili, Maurizio Croce (candidato sindaco del centrodestra nel giugno 2022) sia finito nel mirino di Pergolizzi che ha chiesto parere sulla sua incompatibilità in quanto commissario regionale per il dissesto idrogeologico.

De Luca, nei giorni della votazione andata a vuoto per Pergolizzi, ha dichiarato che  se il gruppo dovesse perdere la presidenza in consiglio comunale a Messina, sarebbe solo frutto di una manovra di palazzo. Gli avversari politici però sanno bene che il “combinato disposto” delle urne di Taormina e della votazione in consiglio comunale a Messina cambierebbero il corso delle cose.

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