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Ineleggibilità/incompatibilità

Messina, caso Croce: slitta il voto. FI lo difende “La presenza non conta” (ma si dimetterà)

martedì 9 Gennaio 2024
Maurizio Croce

Sul caso Maurizio Croce il consiglio comunale decide di non decidere (per il momento) ed il voto “spinoso” è rinviato di un mese. Più che una scelta pilatesca è una soluzione che apre le porte alle possibili dimissioni del consigliere comunale di Forza Italia finito al centro di una proposta di decadenza per ineleggibilità/incompatibilità sopravvenuta (QUI)

IL DOPPIO RUOLO

Croce infatti, candidato sindaco del centro destra alle elezioni amministrative di giugno 2022, è stato eletto come miglior perdente. Subito dopo l’elezione il presidente della Regione Schifani gli ha confermato l’incarico (che aveva lasciato al momento della candidatura) di soggetto attuatore per il dissesto idrogeologico. Per un anno e mezzo Maurizio Croce ha mantenuto entrambi i ruoli, ovvero consigliere comunale (sebbene abbia totalizzato appena una decina di presenze in Aula e zero presenze nelle commissioni) e commissario per il dissesto idrogeologico.

ASSENZE E INELEGGIBILITA’

Un anno e mezzo dopo il presidente del consiglio comunale Nello Pergolizzi, dopo una serie di polemiche legate alle assenze di Croce, e una richiesta di pareri, presenta la contestazione di decadenza per ineleggibilità/incompatibilità sopravvenuta in base alla normativa (QUI). La delibera, al di là dell’aspetto giuridico, ha un sostegno trasversale e mette in forte imbarazzo il centro destra che tecnicamente dovrebbe/potrebbe votarla ma chiaramente è in difficoltà nei confronti di un esponente della coalizione.

IL SECONDO INCARICO

Nel frattempo si inserisce un altro elemento: il presidente Schifani affida un altro incarico a Maurizio Croce indicandolo nel Comitato di gestione dell’Autorità portuale dello Stretto. Anche questa designazione pone questioni di incompatibilità ma la proposta di Pergolizzi non riguarda questo secondo incarico. Croce peraltro ha la possibilità di sanare l’incompatibilità dimettendosi da consigliere comunale 60 giorni prima dell’insediamento (che dovrebbe avvenire in primavera). Proprio questo elemento potrebbe essere un “salvagente” per evitare una catena di ricorsi, contenziosi, bagarre in consiglio comunale.

VOTO RINVIATO

Causa covid ed alcune assenze tattiche, il centro destra ieri in teoria avrebbe avuto i numeri per votare no e affondare la delibera di contestazione chiudendo il caso ma non l’ha fatto. Da un lato la consapevolezza dei successivi ricorsi da parte di chi, come il Pd Alessandro Russo (o il forzista Sebastiano Tamà) subentrerebbero in Consiglio, dall’altro la normativa in materia. Un voto sulla persona inoltre è sempre difficile da esprimere. Il coniglio dal cilindro lo ha uscito Libero Gioveni, capogruppo Fdi, chiedendo che sia trasmesso al consiglio il parere dell’Avvocatura di Stato che è stato emesso nei mesi scorsi,  che lo stesso Maurizio Croce ha perché da lui richiesto quando è iniziata la polemica, ma che non è mai stesso messo a disposizione dei consiglieri.

PD: SI DIMETTA

Il voto slitta quindi di un mese, toglie a tutti le castagne dal fuoco e dà margini di tempo  a Croce per fare quel passo indietro che sia il Pd che la maggioranza Basile gli ha chiesto più volte QUI)  In realtà se Croce  dovesse dimettersi non sarebbe per incompatibilità con il ruolo di commissario per il dissesto idrogeologico ma per il secondo incarico, quello nel Comitato di gestione dell’AP.

F.I REPLICA AL PD

In questo quadro Forza Italia replica al Pd che aveva invitato l’ex candidato sindaco a dimettersi e spiega che quel che conta non è la presenza in carne e ossa ma lo spirito.

“ È davvero esilarante che il PD affronti questo tema in prossimità di una seduta di consiglio comunale così delicata- scrive il Coordinamento provinciale di Forza Italia– Da un lato ribadisce l’opportunità a non esercitare alcun tipo di pressione e dall’altra invita ad avviare a conclusione la vicenda. Ed è anche inverosimile che l’impegno e la passione di un rappresentante della Città sia commisurata alla presenza fisica e non alle attività che il singolo consigliere attiva nell’interesse di Messina. Lo stillicidio di ricorsi e contro ricorsi avverrà proprio subito dopo l’eventuale decadenza a causa dei proseliti di chi si sente già consigliere comunale senza che ve ne sia una certezza giuridica”.

A onor del vero l’attività di Maurizio Croce, peraltro encomiabile e di grande rilevanza, non è stata quella consiliare ma quella appunto di commissario per il dissesto ed una delle principali caratteristiche del consigliere comunale è quella di essere la massima rappresentanza del territorio. La presenza fisica è un pre- requisito come ben sanno i migliaia di candidati, compresi quelli di Forza Italia, che in tutti i comuni del Paese si presentano alle elezioni. Ma questo è un altro discorso.

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