In Sicilia è emergenza idrica. L’acqua è ormai razionata in più di centocinquanta Comuni dell’Isola e i disservizi nella rete sono all’ordine del giorno. Nonostante ciò, i prezzi al litro per questo bene essenziale non accennano a diminuire, sebbene la qualità del servizio offerto sia nettamente calata.
Dallo scorso mese di gennaio, infatti, il costo è di 24,61 euro per ogni litro al secondo per quanto riguarda l’acqua idonea all’uso umano. Il prezzo sale vertiginosamente se questo bene essenziale venga utilizzato per scopi industriali, arrivando a toccare i 189,30 euro per ogni litro al secondo. Ciò che sorprende, inoltre, è che il prezzo per il 2024 sia anche salito del 2,3% rispetto all’anno precedente: complice l’aumento dell’inflazione e il necessario adeguamento dei prezzi.
Secondo Cittadinanzattiva la spesa media per le famiglie ennesi si aggira intorno ai 766 euro, risultando nella “top ten” dei capoluoghi italiani con il servizio più caro. Nel resto della Sicilia la bolletta, seppur più leggera, rimane comunque ben al di sopra della media italiana. Nel 2023 gli abitanti dell’Isola hanno pagato circa 500 euro, rispetto ai 478 del resto dello Stivale. Un proporzionale incremento si è avuto anche per quanto concerne i disservizi che l’utenza patisce quasi quotidianamente.
LE PERDITE
L’Isola è tra le Regioni italiane in cui le reti idriche sono dei veri e propri colabrodo. Secondo i dati diffusi dall’Istat per il 2022, si sono persi In Sicilia ben 339,7 milioni di metri cubi di acqua (il 51,6% del totale) nella sola fase di immissione in rete. A questo dato occorre poi aggiungere gli sprechi individuali che possono essere più o meno accentuati, ma certamente presenti in ogni famiglia. Questi, seppur difficilmente stimabili, determinano comunque una notevole riduzione della percentuale di acqua che realmente viene utilizzata rispetto a quella effettivamente disponibile.
Peggio della Sicilia fanno soltanto la Sardegna, che riesce a perdere il 52,8% della propria acqua disponibile, la Basilicata (65,5%), l’Abruzzo (62,5%) e il Molise (53,9%)
IL RAZIONAMENTO
L’Istituto nazionale di statistica ha anche stimato che quasi il 30% degli utenti siciliani hanno patito nel 2023 dei disservizi nell’erogazione dell’acqua, contro una media dell’8,9% nel resto d’Italia. Ma la situazione potrebbe essere anche più grave nel corso del 2024. Pochi giorni fa la Regione Siciliana ha infatti dichiarato lo stato di emergenza legato alla siccità nell’Isola e ha elaborato una strategia per centellinare ancor di più la poca acqua disponibile.
Il razionamento riguarderà circa un milione di abitanti della Regione a tre punte e coinvolgerà un totale di novantatre Comuni dislocati nelle province di Agrigento, Palermo, Trapani, Enna e Caltanissetta. In alcuni casi la riduzione dell’erogazione potrebbe toccare anche punte del 50%.
LE CAUSE
La siccità è certamente la principale causa dell’emergenza idrica, dal momento che in Sicilia le precipitazioni sono inferiori alla media ormai da quattro anni. Secondo i dati diffusi dall’Autorità di bacino del distretto idrografico di Sicilia continuano quindi a ricevere uno scarso apporto pluviometrico, risultando in alcuni casi anche semivuoti, come l’incompiuta diga Blufi nel territorio di Petralia Sottana (PA). A ciò si aggiunge il problema della diga Morello di Villarosa nell’Ennese dove l’acqua non può essere utilizzata.
Ma tra i fattori che incidono sui disservizi rientrano anche i frequenti guasti alla rete idrica, in particolare nel Nisseno e nel Messinese.
Certo è che, seppur in alcuni casi il razionamento e i disservizi dipendano da cause di forza maggiore, le tariffe dovrebbero anche essere proporzionali alla qualità dell’offerta. Un lieve aumento di queste ultime in una situazione di grave insufficienza del sistema risulta uno schiaffo all’utenza.