Domani sarà pubblicato sui quotidiani nazionali e territoriali di Sicilia e Calabria l’avviso di avvio del procedimento per l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e alla dichiarazione di pubblica utilità, che sarà sancita con l’approvazione del progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina da parte del Cipess. Lo si legge in una nota della Stretto di Messina. La pubblicazione è un atto conseguente all’approvazione da parte del cda della società dell’aggiornamento del progetto definitivo dell’opera, alla consegna degli elaborati progettuali ai ministeri e alle autorità e all’avvio della conferenza di servizi.
L’ITER PROCEDURALE
Per 60 giorni, a partire dal prossimo otto aprile, i soggetti i cui beni sono interessati dalle procedure espropriative per il ponte sullo Stretto, potranno rivolgersi per l’assistenza con personale tecnico, previo appuntamento telefonico e fare le proprie osservazioni. Lo scrive la società Stretto di Messina annunciando la pubblicazione domani dell’avviso diretto a chi sarà espropriato.
Ecco come funziona l’iter dalle slides fornite dalla Stretto spa. Per 60 giorni i soggetti interessati possono prendere visione degli elaborati e presentare osservazioni. Il Cipess approva il progetto definitivo e viene dichiarata la pubblica utilità. Arriva la comunicazione diretta ai soggetti coinvolti dall’attività di esproprio. A questo punto si parte con l’avvio della fase espropriativa. I soggetti coinvolti possono fornire ogni elemento utile per determinare il valore del bene. Stretto di Messina promuove la procedura bonaria con l’obiettivo di salvaguardare l’interesse delle parti. Per i terreni, entro 60 giorni dall’accordo bonario sarà corrisposto l’80% dell’indennità. Il restante 20% sarà erogato al rogito. Al versamento dell’80% si ha l’immissione in possesso. Il trasferimento della proprietà avviene al rogito notarile. Per i soli terreni, in caso di non condivisione dell’indennità, potrà essere avviata la procedura di occupazione anticipata anche prima dell’accordo bonario. Per i fabbricati l’indennità terrà conto anche di tutti gli oneri necessari al rilascio. In caso di non accordo, – spiega la società – l’espropriato può chiedere la determinazione dell’indennità in via amministrativa o giudiziale.
I cittadini interessati dovranno prenotare un appuntamento ai numeri: 06.85826210 – 06.85826230 – 06.85826270, ai seguenti “Sportelli informativi”: a Messina presso il Palacultura Sala Rappazzo (piano terra) sito in Viale Boccetta 373, lunedì dalle 15.00 alle 17.00; martedì e mercoledì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.00 ad esclusione dei giorni festivi. A Villa San Giovanni presso la ex sede della Pretura sita in via Nazionale Bolano 541, giovedì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.00, venerdì dalle 9.00 alle 13.00, ad esclusione dei giorni festivi.
“Al fine di garantire la più ampia diffusione delle informazioni, – spiega inoltre la società – l’avviso, corredato del piano particellare e dell’elenco ditte proprietarie, sarà pubblicato anche sui siti Internet istituzionali della Regione Calabria, della Regione Siciliana, della Stretto di Messina nonché affisso agli albi pretori dei comuni interessati dalla realizzazione dell’intervento. Questa fase intermedia, legata alla pubblicazione dell’avviso, consentirà a tutti gli interessati di prendere visione della documentazione relativa al piano espropri e formulare eventuali osservazioni. In tale contesto la società Stretto di Messina aprirà “Sportelli informativi” sia a Messina che a Villa San Giovanni, in spazi dedicati messi a disposizione dai rispettivi comuni, per fornire il supporto necessario per l’analisi della documentazione“.
LE PROTESTE
“Uno sportello informativo, aperto un paio d’ore al giorno per tre giorni la settimana, con un appuntamento da concordare telefonando a Roma, è il massimo che Ciucci concede alle famiglie che temono per il loro futuro. Sportello che sarà aperto in una struttura comunale, messa a disposizione dall’amministrazione messinese, che invece di tutelare i cittadini si mette al servizio di una società privata: non può funzionare così, avete fatto male i vostri conti“.
“Così si esprime – racconta il Comitato messinese ‘Invece del Ponte’ – un settantenne espropriando di Torre Faro, dopo avere letto l’odierno comunicato che detterebbe i tempi per l’avvio del procedimento per l’apposizione del vincolo preordinato agli espropri. La strategia comunicativa della Stretto di Messina aggiunge così un’altra perla alla propaganda, cercando di convincere i meno attenti che ormai il dado è tratto e non si potrà più tornare indietro“.
“La pubblicazione di un avviso – scrive il Comitato cittadini – è l’ennesimo tentativo di distrazione di massa. La verità è che non c’è nessun progetto approvato, che arriveranno invece in tempo utile montagne di osservazioni, che partiranno innumerevoli ricorsi, anche per colmare l’incomprensibile e assurdo silenzio delle istituzioni locali. Gli espropri potrebbero essere avviati solo dopo la ‘dichiarazione di pubblica utilità, che seguirà l’eventuale approvazione del Cipess – scrive ancora il Comitato -. Prima di allora nessun avviso privato può avviare nessun esproprio. E i cittadini, con ancora più impegno, lavorano per impedire l’approvazione di un progetto vecchio, inutile, dannoso e che sembra riproposto solo per fare ‘un grosso favore ai privati’. Di questo ed altro il Comitato Invece del ponte parlerà nel corso della conferenza stampa organizzata giovedì 4 aprile alle 11 al salone delle Bandiere del. Municipio di Messina“.
Daniele Ialacqua della Rete No ponte dopo la notizia che a breve la Società Stretto di Messina pubblicherà gli avvisi per gli espropri e saranno creati a Villa San Giovanni e Messina degli sportelli dove si potranno recare le persone residenti nell’area per le delucidazioni su procedure e atti, ha dichiarato: “Già oggi faremo una riunione on line con un gruppo che si occupa della questione tra coloro che sono residenti o hanno attività nel territorio a Torre Faro e sanno di essere tra chi dovrà essere espropriato ma non vogliono andare via, si deve reagire. Abbiamo fatto un comitato Capo Peloro e sono migliaia le persone interessate e che si stanno già muovendo, concorderemo le attività da portare avanti, sicuramente delle azioni legali congiunte pe tutelare il territorio e per permettere a queste persone di restare nelle proprie abitazioni“.
“Davanti agli sportelli – prosegue Ialacqua – faremo dei sit in giornalieri e affiancheremo queste persone e i loro legali, non li lasceremo soli e non permetteremo che vengano raggirati”.
“Mio nonno abitava qui nel villaggio di Torre Faro già cento anni fa – dice la signora Enza Lo Jacono – la mia famiglia e i nostri parenti sono qui dagli anni ’80. Vogliamo rimanere qui non ci interessano i soldi anche se fossero un miliardo di euro, siamo affezionati a questo luogo, e non intendiamo andare via. abbiamo anche i nostri avvocati che si stanno occupando del problema: per noi è solo danno materiale, ma soprattutto esistenziale“.