Il disegno di legge per promuovere la figura dell’Export manager e favorire l’internazionalizzazione delle imprese siciliane è già definito. La commissione Attività produttive dell’Ars potrebbe approvarlo entro maggio per calendarizzare la discussione in aula dopo le Europee.
La proposta di legge, presentata dai deputati a Sala d’Ercole Mario Giambona (Pd), quale primo firmatario, e Gaspare Vitrano (Fi), prevede una serie di strumenti innovativi che offrono al sistema produttivo del territorio la possibilità di vincere la sfida sui mercati esteri. Nell’attuale scenario economico, l’internazionalizzazione delle aziende e l’incremento delle esportazioni diventano determinanti per il successo delle imprese medesime.
“Questo ddl gioca un ruolo estremamente importante – afferma l’assessore regionale alle Attività produttive Edy Tamajo – poiché anche in questo ambito la nostra regione ha terreno da recuperare, su diversi fronti: la vendita di prodotti e servizi nei mercati esteri; l’attrazione di investimenti da parte di investitori internazionali; gli investimenti nei paesi esteri da parte delle imprese regionali. Negli anni post pandemia l’export regionale ha mostrato buone performance di crescita, seppure differenziate fra i settori. Al di là dell’andamento congiunturale e delle performance settoriali, la propensione ad esportare della regione, deve avere un forte slancio. E questo ddl potrebbe essere parte di un sistema che possa fare da volano di crescita per imprese siciliane”.
Mario Giambona, deputato dem e primo firmatario, ha definito il disegno di legge “una misura pionieristica di attenzione al mondo imprenditoriale e che permetterebbe alle aziende medio piccole siciliane di affacciarsi con maggiore determinazione nei mercati esteri. Le politiche regionali realizzate fino ad oggi per l’internazionalizzazione delle attività produttive non si sono mai spinte oltre il sostegno alla partecipazione a fiere e mercati all’estero, senza tuttavia considerare che il vero gap delle aziende siciliane risiede spesso nella scarsa conoscenza dei mercati esteri e del modo migliore di approcciarli. La mia proposta intende colmare questa lacuna, prevedendo l’inserimento nelle aziende Siciliane della figura dell’Export Manager che affianchi le competenze interne all’azienda, nell’elaborazione di una strategia commerciale di penetrazione di mercati esteri e favorire il percorso di internazionalizzazione. Nel processo di stesura di tale proposta, ha avuto un ruolo fondamentale il coinvolgimento degli attori sociali e delle realtà presenti sul territorio oltre che degli ordini professionali Siciliani che hanno dato dei contributi sostanziali per il miglioramento del disegno di legge che vede un importante interessamento da parte di tutta la Commissione attività produttive ars e del presidente On. Vitrano cofirmatario della proposta che ci auguriamo approdi quanto prima in aula in aula“.
“Una figura fondamentale che aiuterà le imprese ad elaborare strategie commerciali innovative in grado di creare tutte le condizioni favorevoli. In tal modo – spiega il presidente della commissione Attività produttive Gaspare Vitrano – le aziende avranno la possibilità di inserirsi bene nei mercati esteri, realizzando il percorso dell’internazionalizzazione e per questo susciterà un notevole interesse. Si tratta di aziende che, evidentemente, hanno una notevole capacità di stare sul mercato internazionale. Abbiamo sentito associazioni datoriali di categoria, il presidente dell’Ordine degli avvocati, gli ingegneri, i commercialisti, il Cipe, trattandosi di una figura importante come quella prevista da questo ddl”.
Secondo i dati diffusi da Unioncamere, nel 2022 l’export in Sicilia ha registrato una netta crescita con un +56% rispetto al 2021, conseguendo il terzo posto, dopo Marche e Friuli Venezia Giulia, tra le regioni che hanno registrato la variazione di percentuale più alta. Si tratta certamente di numeri incoraggianti, ma che non vanno enfatizzati. Va infatti considerato, in primo luogo, che il 2022 è stato l’anno in cui l’economia ha ripreso a marciare a pieno ritmo dopo l’emergenza pandemica ed il conseguente crollo delle esportazioni del biennio 2020-2021.
Inoltre, analizzando i dati più da vicino si fa presente che la quota maggiore di merci esportate è rappresentata da coke e prodotti petroliferi raffinati con il 66,5% del totale. Non a caso la Provincia con il maggiore fatturato è Siracusa con 11 miliardi di esportazione sui 16,5 totali e un incremento sul 2021 del 74%.
Questi sono i numeri messi a fuoco dal ddl e dai quali si evince che esistono ampi margini di miglioramento, sia con riferimento a quei settori merceologici poco rappresentati (come abbigliamento, prodotti in metallo, farmaceutica) sia guardando alla distribuzione per Province. A fronte del dato di Siracusa, o di Caltanissetta con un +64,02%, ben più modesto è il risultato di altre Province fino ad arrivare a quella di Palermo che, in netta controtendenza, ha registrato un decremento dello 0,68%.
Per approcciare il mercato estero e proporre i propri prodotti con efficacia è necessario impostare una vera e propria strategia che richiede alle imprese di mettere in campo competenze diversificate e trasversali difficilmente presenti in azienda.
In questo contesto, fatto di sfide e nuove opportunità, si inserisce dunque la nuova figura professionale dell’Export manager, quella di consulente d’impresa, che si è affermata negli ultimi anni e le cui competenze implicano la capacità di sviluppare gli affari con i Paesi esteri, grazie all’elaborazione di strategie mirate all’ingresso nei nuovi mercati e all’affermazione dei prodotti e servizi aziendali. In particolare, tali competenze specifiche spaziano dalla conoscenza delle dinamiche del mercato internazionale e delle relative procedure bancarie, contrattualistiche e assicurative, alla capacità di implementare conseguenti strategie di marketing adeguate alla realtà aziendale, tecniche di transazione e di negoziazione, con l’obiettivo di costruire un portafoglio clienti e di incrementarlo.
Le politiche regionali poste in essere fino adesso per mettere in pratica il concetto di internazionalizzazione delle imprese non si sono mai spinte oltre il sostegno alla partecipazione a fiere e mercati all’estero senza, tuttavia, considerare che il vero gap delle aziende siciliane rispetto a quelle del resto d’Italia risiede spesso nella scarsa conoscenza dei mercati oltre confine e quindi delle strategie commerciali mirate per approcciarli. Con questa legge si intende colmare questa lacuna attraverso l’istituzione della figura fin qui esaminata.
A tal fine, la legge prevede contributi a favore delle imprese.
A seguito di un avviso pubblico, con procedura valutativa a sportello, l’assessorato regionale Attività produttive eroga un voucher di 50 mila euro , attribuibile una sola volta, che consenta alle imprese di avvalersi delle prestazioni e della competenza specifica dell’Export manager, per l’acquisizione di servizi specialistici di assistenza, orientamento, affiancamento, informazione e promozione dell’esportazione. Inoltre, l’export manager deve essere inserito nell’apposito elenco istituito presso assessorato in questione. All’elenco degli Export manager possono iscriversi i professionisti in possesso dei seguenti requisiti: a) iscrizione all’albo dei Dottori commercialisti ed esperti contabili; b) comprovata esperienza triennale quale consulente d’impresa; c) conoscenza della lingua inglese.
Con decreto dell’assessore al ramo, sentita la competente Commissione legislativa permanente dell’Ars, sono disciplinati i criteri e le modalità per l’iscrizione e la cancellazione dall’elenco, le modalità di controllo periodico sui soggetti iscritti, nonché le modalità di scelta dei professionisti dall’elenco da parte delle imprese beneficiarie.
L’Export manager scelto dall’impresa presta la propria opera per un tempo minimo di 12 mesi corrispondenti a minimo 120 giornate. Al termine della prestazione, entro 60 giorni, il consulente trasmette all’assessorato regionale una relazione sull’attività svolta a supporto dell’impresa.
Ma chi sono i beneficiari del contributo? La legge specifica che si tratta delle micro, piccole e medie imprese e i distretti produttivi di cui all’art. 56 della l.r. 17/2004.
Agli oneri di cui alla presente legge, quantificati in 10 milioni di euro annui, si provvede per ciascuno degli esercizi finanziari 2023-2025, con quota parte delle disponibilità della Missione 14 – Programma 1.