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La ricorrenza

Quaranta anni di Lega. Il rapporto difficile con la Sicilia

sabato 13 Aprile 2024

Il 12 aprile 1984 Umberto Bossi, accompagnato da suo cognato Pierangelo Brivio, dalla maestra Manuela Marrone, siciliana e sua futura moglie, dal commerciante Marino Moroni, dall’odontotecnico Emilio Benito Rodolfo Sogliaghi e dall’architetto Giuseppe Leoni, registrava nello studio del notaio Franca Bellorini l’atto fondativo della “Lega autonomista lombarda” che poi sarebbe diventata la Lega Nord.

L’epopea leghista iniziata in sordina ha poi cambiato la politica italiana: la fine della prima Repubblica e le origini del populismo non possono non parlare del partito fondato dal Senatur. Una storia che pur essendo prettamente padana si è intrecciata più volte con quella siciliana.

La Lega Lombarda e poi la Lega Nord sono all’inizio fortemente antimeridionaliste. Il Sud e la Sicilia sono i terroni che insieme a Roma ladrona sono alla radice di tanti problemi del Nord produttivo. Bossi e i suoi non sono mai teneri con il Sud: “i partiti sono lo strumento attraverso cui i meridionali gestiscono lo Stato” ebbe a dire il Senatur. Alle nostre latitudini questa asprezza non verrà mai dimenticata.

Ma la politica è la politica e alla fine i rapporti con la Sicilia la Lega Nord sarà costretta a tenerli a partire dalle clamorose elezioni del 1992 che videro l’esordio della Lega e il suo inaspettato successo con oltre l’8% nazionale e l’elezione di 25 senatori e 55 deputati.  Le liste della Lega Nord vengono presentate anche in Sicilia dove il bottino è decisamente magro e intorno allo 0,1% con Umberto Bossi che nel collegio della Sicilia orientale riesce a raccogliere solo 715 preferenze.

Alle politiche del 1994 dove la Lega Nord si alleò per la prima volta con Berlusconi e l’esordiente Forza Italia, i leghisti nel proporzionale non presentarono liste in Sicilia mentre per le Europee dello stesso anno i leghisti raccolsero nella circoscrizione Isole raccolsero l0 0,3% e oltre 1400 preferenze per Bossi.

Per ritrovare la Lega Nord nelle schede elettorali siciliane, al netto delle Europee del 1999 dove raccolse in Sicilia e Sardegna appena 3000 preferenze, bisogna andare al 2006 quando la Lega Nord siglò un clamoroso patto con il Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo che consentì ai leghisti non solo di ripresentare il simbolo di Alberto da Giussano in coppia con la colomba autonomista in Sicilia ma di eleggere anche dei parlamentari chiaramente espressione di Lombardo. Al proporzionale Lega-Mpa elessero alla Camera  Carmelo Lo Monte e Roberto Di Mauro mentre al Senato eleggevano Giovanni Pistorio.

Nel 2008 sulle schede elettorali i siciliani non troveranno più Alberto da Giussano ma solamente il simbolo del Movimento per l’Autonomia in accoppiata con il Popolo della Libertà di Berlusconi. La Lega in quell’occasione presentò il proprio simbolo solo al centro nord. Le competizioni elettorali del 2009 e del 2013 sono anni di magra per la Lega Nord guidata da Roberto Maroni che aveva sostituito Bossi: risultati da prefisso telefonico.

E’ l’arrivo di Matteo Salvini a cambiare le cose per la Lega Nord. Alle europee del 2014 il nuovo leader leghista ancora con le insegne padane sfiora l’1% nella circoscrizione Isole e raccoglie oltre 10 mila preferenze personali. Dietro di lui fanno capolino Francesca Donato e la pasionaria leghista di Lampedusa Angela Maraventano.

Il passo successivo per Salvini è iniziare lo sfondamento al Sud. Il 19 dicembre 2014 viene fondato il movimento Noi con Salvini che viene affidato alle cure del del siciliano Angelo Attaguile  che lasciato l’Mpa assume la guida della testa di ponte salviniana nel centro-sud. Attaguile viene raggiunto nell’ottobre 2016 dal deputato Alessandro Pagano che abbandona il gruppo di Angelino Alfano. Nel giugno 2017 presenta una lista alle comunali di Palermo, i staliniani insieme a Fratelli d’Italia, candidando a sindaco l’ex  iena Ismaele La Vardera. La lista però ottiene solo il 2,79% e nessun seggio.

Nel 2017 arriva la nuova svolta: la Lega dice addio alla parola Nord e alla Padania e si trasforma nella Lega Salvini Premier, un soggetto politico ormai nazionale. Il Movimento Noi con Salvini viene archiviato e la Lega inizia la sua spedizione nel centro-sud. La Lega, non senza difficoltà, si organizza anche in Sicilia nel 2018 elegge i primi parlamentari raggiungendo percentuali intorno al 5% nell’isola. La guida della Lega in Sicilia viene affidata al lombardo Stefano Candiani che inizia a strutturare il Carroccio in Sicilia. Salvini stesso più volte arriva in Sicilia, acclamato e contestato, ma Alberto da Giussano fa breccia e per le europee del 2019 sfonda quota 20% in Sicilia ed elegge ben due eurodeputate: Annalisa Tardino e Francesca Donato. Spuntano anche amministratori locali leghisti: il primato spetta ad Anastasio Carrà, sindaco di Motta Sant’Anastasia, che diventa il primo sindaco leghista di Sicilia e Fabio Cantarella primo assessore comunale leghista a Catania Nel 2020 la Lega arriva anche al Governo della Regione con il giornalista Alberto Samonà che viene indicato assessore ai Beni culturali del governo guidato da Nello Musumeci.

Il resto è storia di questi giorni. La Lega non più Nord si allarga in Sicilia, con Nino Minardo arriva anche il primo coordinatore siciliano e la partecipazione alle elezioni ormai non è più un tabù. Alle Regionali del 2022 in accoppiata con le politiche però Alberto da Giussano viene ridotto mentre sul simbolo campeggia lo slogan Prima l’Italia che permette nuovi innesti provenienti da altre storie politiche. La Lega nel nuovo governo guidato da Renato Schifani si aggiudica due assessori regionali: Mimmo Turano e Luca Sammartino che diventa anche vicepresidente della Regione.

Anno del Signore 2024, la Lega Nord di Bossi sembra un ricordo ma da Nord comincia a soffiare un freddo vento che richiama antichi ricordi e al Sud fa venire più di qualche brivido. La Lega sembra arrivata ad un bivio: o confermare la svolta nazionale di Salvini o tornare alle origini, a quella Lega bossiana che sembra un ricordo ma che era tanto lontana dalla Sicilia.

 

 

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