Sono oltre 140 i casi registrati nel 2023 di violenza fisica, verbale comprese le minacce come: “Egregio dottore, se lei non fa questo la denuncio”.
“L’omertà siciliana ha vinto. Molti casi non sono stati denunciati“. A dichiararlo è il presidente dell’Ordine dei medici di Palermo Toti Amato, componente del direttivo Fnomceo, il quale commenta l’ultimo report dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, 2023.
“Si tratta di un’epidemia di violenza che sta mettendo in ginocchio i nostri medici: ed il problema risiede innanzitutto nelle difficoltà nella raccolta dati. Fortunatamente oggi abbiamo nuove norme che tutelano i medici, ma molti, specialmente per la violenza verbale e le minacce non denunciano. I dati sono sottostimati nel primo report. I casi sono molto di più. All’Osservatorio sono arrivati solo i dati dell’Inail e degli Ordini dei medici”, evidenzia Amato.
Difatti nel report viene evidenziato che: “dall’analisi effettuata emerge che le segnalazioni complessive di aggressione nell’anno 2023 sono state
oltre 16mila sull’intero territorio nazionale (ad esclusione della Sicilia), per un totale di circa 18mila operatori coinvolti nelle aggressioni segnalate. Ogni aggressione, infatti, può coinvolgere più di un operatore”.
L’Osservatorio nazionale sulla sicurezza
Con la legge 113 dell’agosto 2020 è stata creata una legge ad hoc per tutelare gli esercenti delle professioni sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni.
Nei 10 articoli che la compongono, il Parlamento tra le altre cose ha previsto l’istituzione, presso il Ministero della salute, di un Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, composto per metà da donne, per monitorare:
- gli episodi di violenza commessi nell’esercizio delle funzioni;
- gli eventi sentinella che possano dar luogo ai suddetti fatti;
- l’attuazione delle misure di prevenzione e protezione previste dalla disciplina in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, anche promuovendo l’utilizzo di strumenti di videosorveglianza;
- la diffusione delle buone prassi in materia di sicurezza;
- corsi di formazione per il personale medico e sanitario.
L’Osservatorio prende il via nel 2022 con rappresentanti dei Ministeri della Salute, dell’Interno, della Difesa e della Giustizia, delle Regioni, insieme a rappresentanti degli ordini professionali, delle società scientifiche e dei sindacati. I dati per l’elaborazione dei report devono provenire da: Regioni, Ordini professionali e Inail.
Le richieste
“L’Assessorato regionale della Salute ha avviato ad inizio 2024 la formazione dei sanitari per garantire la messa in opera di tutti gli accorgimenti idonei a scongiurare il configurarsi di fenomeni violenti o comunque lesivi della dignità degli operatori sanitari nel corso dell’espletamento delle loro funzioni professionali, ma questo non basta – conclude Amato -. Chiediamo che con i fondi del Pnrr venga migliorata la sicurezza delle strutture sanitarie, poiché gli accessi sono dei colabrodo ed i malintenzionati riescono ad entrare in un modo o nell’altro e che vi siano presidi delle forze dell’ordine presso ogni ente e struttura ospedaliera per un intervento immediato”.