L’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, da tre decenni è in prima linea sul fronte della sicurezza dei lavoratori in Italia, sottolinea il valore della Giornata Mondiale per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro che si celebra il 28 aprile con la pubblicazione del Report annuale 2023 sulle statistiche degli infortuni sul lavoro.
E lanciando un appello a tutti coloro che si occupano di sicurezza nel nostro Paese.
STATISTICHE INFORTUNI MORTALI SUL LAVORO: LA MAPPA DELL’INDICE INFORTUNISTICO PER REGIONE
Da maggio 2021, l’Osservatorio ha elaborato una nuova rappresentazione grafica dell’Italia con la zonizzazione a colori, a partire dai dati dell’Inail sugli infortuni, per fotografare il reale rischio di infortunio mortale sul lavoro, regione per regione. Sulla scia della Pandemia da Covid-19, che per mesi ha disegnato la cartina dell’Italia a colori, raccontando la situazione di emergenza conseguente al fenomeno dei morti sul lavoro in maniera chiara ed efficace, l’Osservatorio ha deciso di utilizzare gli stessi colori (rosso, arancio, giallo e bianco) per descrivere il grado di rischio infortunistico che si consumano nella quotidianità lavorativa. La nuova Zonizzazione dell’Italia viene delineata rispetto alla popolazione lavorativa, parametrata su un’incidenza media nazionale.
I dati siciliani
La Sicilia rientra nella zona di “fascia arancione” tra le regioni italiane con sei vittime sul lavoro nella regione.
Per quanto riguarda le province siciliane la “maglia nera” spetta a Palermo che in soli due mesi conta tre vittime sul lavoro su 335.191 occupati, mentre la provincia di Siracusa con oltre 110 mila occupati nei primi due mesi del 2024 non ha registrato alcuna morte sul lavoro; zero anche a Ragusa, Enna, Caltanissetta e Trapani.
Mentre si registra una vittima sul lavoro nelle province di Catania, Messina e Agrigento.
I dati generali
A finire in zona rossa a febbraio 2024 con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 3,9 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige e Calabria. In zona arancione: Puglia, Sicilia, Campania, Abruzzo e Piemonte. In zona gialla: Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Toscana, Sardegna, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria e Marche. In zona bianca: Umbria, Veneto, Basilicata e Molise.
La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:
• Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale
• Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media
nazionale ed il valore medio nazionale
• Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale ed il
125% dell’incidenza media nazionale
• Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media
nazionale.
Le denunce di infortunio totali crescono del 7,2% rispetto al periodo di febbraio 2023. Dalle 86.483 registrate a fine febbraio 2023, nel 2024 sono passate a ben 92.711.
All’inizio del 2024 è il settore delle Costruzioni a registrare il maggior numero di decessi lavoratori: sono 16. Seguito dal settore dei Trasporti e Magazzinaggio (9 morti), dal Commercio e dalle Attività Manifatturiere (7 decessi).
La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (33 su un totale di 91). Mentre le donne che hanno perso la vita per motivi di lavoro a febbraio 2024 sono 4, mentre 5 hanno perso la vita in itinere, cioè lungo il percorso casa-lavoro. I più giovani tendono invece ad infortunarsi maggiormente dei più anziani
senza necessariamente gravi conseguenze. Ciò può essere in parte spiegato da una minore esperienza lavorativa ma, allo stesso tempo, una maggiore reattività nell’evitare conseguenze gravi.
Gli stranieri deceduti durante il lavoro sono 21, mentre sono 9 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere. Gli stranieri hanno registrato un’incidenza doppia rispetto agli italiani sia in occasione di lavoro, sia in itinere e anche in merito alle denunce di infortunio.
Il lunedì è il giorno della settimana in cui avvengono più morti sul lavoro , ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nel primo bimestre dell’anno (circa il 22% dei casi).
“Un primo bimestre nero per le morti sul lavoro. A fine febbraio 2024 si contano 119 vittime, 19 in più rispetto a fine febbraio 2023. E l’incremento è più che allarmante quando si parla esclusivamente di morti avvenute in occasione di lavoro: +24,7%. Come sempre, poi, oltre ai numeri ciò che colpisce è l’incidenza di mortalità più elevata tra gli over 65 e, come accade negli ultimi anni, anche il dato relativo all’incidenza di mortalità dei lavoratori stranieri: ancora più che doppia rispetto agli italiani”, commenta Mauro Rossato, presidente dell’osservatorio sicurezza sul lavoro e ambiente Vega di Mestre, introducendo l’indagine sull’emergenza elaborata dal proprio team di esperti.
“Dopo il tragico boom delle denunce di infortunio in tempo di Covid (tra il 2020 e il 2021), tra il 2022 e il 2023 le denunce sono diminuite in modo più che significativo proprio a seguito della fine dell’emergenza sanitaria. Ora, però – sottolinea il presidente Mauro Rossato – i decrementi ‘gonfiati’ dalla conclusione della pandemia lasciano purtroppo lo spazio ad un nuovo incremento in cui non ci sono più virus a giustificare la preoccupante tendenza, ma solo l’insicurezza sul lavoro nel nostro Paese”.
Fonte dati: Report annuale 2023 Osservatorio Sicurezza Lavoro Vega