Un’altra morte sul lavoro in Sicilia, questa volta a Salemi. L’operaio stava lavorando in una pala eolica quando è precipitato da 30 metri ed è morto, cadendo all’interno della struttura. Non sono mancate le reazioni delle istituzioni e dei sindacati, per una notizia che ha scosso nuovamente l’opinione pubblica a pochi giorni di distanza dalla strage di Casteldaccia.
“Non si sono ancora celebrati i funerali di tutte le vittime di Casteldaccia e siamo già costretti a piangere un altro giovane lavoratore. Esprimo tutto il mio dolore, e quello del governo regionale, per la tragica scomparsa di Giovanni Carpinelli, l’operaio originario di Benevento morto oggi a Salemi, nel Trapanese, all’interno di un impianto eolico“. Lo afferma il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, sull’infortunio mortale sul lavoro a Salemi.
“Il mio pensiero – aggiunge il governatore – va inevitabilmente alla famiglia, alla quale esprimo vicinanza”.
Anche i sindacati fanno sentire la loro voce, chiedendo di intervenire maggiormente sul fronte della prevenzione. Domani, lunedì 13 maggio alle ore 11, si terrà un sit in davanti la Prefettura di Trapani, come annunciato dai segretari generali Cgil Cisl Uil della provincia.
“È una strage senza fine, si intervenga subito perché ogni giorno contiamo vittime. Ormai è emergenza nazionale“. Ad affermarlo è Leonardo La Piana segretario generale CISL Palermo Trapani. “Una settimana nerissima per il nostro territorio, iniziata con la strage di Casteldaccia. Bisogna investire sulla cultura della sicurezza fin dai banchi di scuola, servono controlli più serrati e un nunero maggiore di ispettori. Siamo sconvolti un altro lavoratore non farà rientro a casa, si accertino le responsabilità” conclude.
“La strage continua, la rabbia e il dolore non bastano più“. Lo affermano i segretari generali di Uil Sicilia e Uil Trapani, Luisella Lionti e Tommaso Macaddino. “Il numero di morti sul lavoro crescerà ancora seguendo una tragica tendenza che in Sicilia sta tutta in pochi numeri: 65 vittime nel 2023, 60 nell’anno precedente. Quest’anno, i morti tra gennaio e marzo sono stati 10 e già appena a metà maggio ci avviciniamo pericolosamente a quota 20. Chiediamo formazione, controlli, prevenzione“.