Chiesto il rinvio a giudizio per il sindaco di Castellammare del Golfo, Nicolò Rizzo, accusato di favoreggiamento aggravato dall’aver agevolato Cosa nostra. La richiesta avanzata dai pm della Dda di Palermo (procuratore aggiunto Paolo Guido, sostituti procuratori Gianluca De Leo e Francesca Dessì) riguarda ventuno indagati, coinvolti nel blitz ‘Cutrarà del giugno scorso, tra cui il boss Francesco Domingo, detto ‘Ciccio Tempesta’, già condannato per essere stato il reggente della famiglia castellammarese.
Il rinvio a giudizio verrà discusso davanti al gup di Palermo a partire dal prossimo 15 gennaio. Inizialmente il primo cittadino – ex segretario del Partito popolare ed eletto sindaco nel 2018 con una lista di centrodestra – era indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, ma adesso i pm palermitani hanno rimodulato l’accusa in favoreggiamento aggravato dall’avere agevolato Cosa nostra.
L’indagine è stata svolta dai carabinieri del comando provinciale di Trapani. La mattina del blitz Rizzo è stato interrogato dai magistrati di Palermo e all’uscita dal Palazzo di giustizia disse di “essere sereno poichè sempre lavorato in maniera trasparente nell’interesse esclusivo della mia città”.
Tra gli indagati anche il boss di Trapani, Francesco Virga, detenuto dal marzo 2019 e recentemente condannato a 5 anni e 5 mesi di reclusione. Ma anche l’ex presidente del consiglio comunale di Trapani, Francesco Di Bono, indagato per estorsione con l’aggravante del favoreggiamento a Cosa nostra.
Tra le accuse contestate al primo cittadino di Castellammare del Golfo, c’è un incontro del 18 giugno 2019 con il boss Domingo, svolto nell’abitazione del suocero di Rizzo. Durante l’incontro però il sindaco non aveva il cellulare con sè. Secondo i pm della Dda di Palermo, Rizzo “aiutava Francesco Domingo, nonchè Lilla e Nicola Di Bartolo, titolari della Comunità alloggio Madre Teresa (nella quale era socio di fatto anche Domingo) a ottenere un nuovo immobile ove esercitare detta attività economica, perchè potessero proseguire e incrementare l’attività economica”.