La speranza è l’ultima a morire. Aggrappato a un sottile filo di lana, il destino del Palermo dipende da un solo risultato utile: una vittoria con almeno due gol di scarto. Un successo di misura rivestirebbe per i rosa esclusivamente un motivo di orgoglio, il prestigioso riconoscimento di aver sbancato per due volte nella stessa stagione uno dei fortini più ostici della cadetteria.
Lo 0-1 della partita di andata al Barbera (CLICCA QUI) lascia ancora qualche spiraglio aperto. Il difficile traguardo, più che affievolire l’entusiasmo dei tifosi, sembra aver infervorato ancora di più la piazza. D’altronde, gli ultimi giorni sono stati pregni di virtuosi esempi e di vere e proprie lezioni di quante sorprese sia in grado di celare il calcio. Carattere, determinazione e fame sono i segni distintivi di chi ambisce a raggiungere prestigiosi risultati e, seppur in scala differente, l’Atalanta di Gasperini è il modello migliore a cui la compagine di Mignani può ispirarsi. I bergamaschi da squadra provinciale si sono ritrovati a sollevare al cielo la sua prima coppa continentale, quella dell’Europa League, piegando il Bayern Leverkusen, che lascia così dietro di sé una scia record di imbattibilità di 51 turni. Un riconoscimento meritato e certamente non frutto del caso, bensì di un progetto e di una pianificazione costante portata avanti ormai da anni. Due sono gli ingredienti principali: il lavoro di un allenatore come il “Gasp“, vecchia conoscenza sia da giocatore sia da allenatore del capoluogo siciliano, con un’idea di gioco ben definita e sempre con il piede schiacciato sull’acceleratore e un occhio di riguardo per le giovani leve. Non a caso i nerazzurri sono la seconda società in Italia a detenere una formazione under 23 in Lega pro, il cui esordio quest’anno si è concluso con lo straordinario raggiungimento dei playoff e l’eliminazione per mano del Catania.
Chissà se la finale europea non aiuti in qualche modo mister Mignani a riflettere su nuovi spunti per spiazzare i lagunari. La strategia attendista e di contenimento non ha giovato al risultato finale e per evidenti motivi di svantaggio non è certamente replicabile. Al club di viale del Fante servirà un’attenta e accurata analisi, giocare di strategia, senza però affannarsi alla disperata ricerca del gol. A fare la differenza sarà l’uso oculato della tattica, un giusto mix tra astuzia e incisività già viste al Penzo, e fautrici dell’1-3 nel girone di andata, e l’ordine e la lucidità sfoggiati nel primo turno secco dei playoff contro la Sampdoria (CLICCA QUI).
Il match contro i blucerchiati ha illuso e pompato le reali possibilità di questo Palermo? A dimostrare o a contraddire la tesi sarà solo il campo veneto. L’unica certezza sono le assenze pesanti. Al di là del risultato, Ceccaroni e Desplanches difficilmente saranno a disposizione prima che cali definitivamente il sipario, dopo la lesione, per entrambi, al retto femorale della coscia sinistra. Nonostante lo spavento, invece, ha già recuperato Lund, ma non è detto che possa partire titolare. Tutto dipenderà dallo stato di forma dell’americano. Dei cambi nell’undici titolare sono dunque inevitabili. Il ritorno tra i pali di Pigliacelli è ormai scontato e, vista la lenta reattività dei rosanero sfoggiata contro gli arancioneroverdi, molto quotata è la possibilità che Gomes possa accomodarsi in panchina per lasciare spazio a un reparto offensivo più folto, con uno tra Insigne e Di Francesco al fianco di Brunori, pronti ad agire alle spalle di Soleri… o Mancuso?