Non accenna a diminuire la ressa davanti gli uffici postali con conseguente aggravio di problematiche per i dipendenti che lavorano nell’ambito di Poste italiane di Catania e provincia. A denunciare la perdurante situazione è la Ugl comunicazioni poste che, sollecitata da numerosi lavoratori, lamenta il continuo ricorso allo straordinario a causa della carenza cronica di personale anche negli sportelli aperti, mentre alcune filiali in città ed in diversi paesi rimangono ancora chiuse per “turn over”.
“Quotidianamente stiamo assistendo a scene assurde, con continui assembramenti e problemi di ordine pubblico tali da dover richiedere l’arrivo di uomini delle forze dell’ordine, o di malori accusati dagli utenti con contestuale intervento del 118. Una condizione disumana – attacca Mario Crisà, segretario provinciale – che, inevitabilmente, si ripercuote sugli operatori costretti loro malgrado a doversi fermare quotidianamente oltre l’orario consueto. In questo caso lo “straordinario” è diventato una prassi ordinaria che, ovviamente, non sarebbe un problema se non fosse legato al fatto che un livello così elevato di responsabilità e tensione, può esporre il dipendente a rischi di tipo patrimoniale, amministrativo e penale, provocando una conseguente dose di stress dovuto oltretutto alla pressione. Gli utenti, chiaramente, non hanno nessuna colpa visto che, nonostante le ripetute azioni di promozione da parte di Poste Italiane, i sistemi di prenotazione e di gestione dei servizi informatici lasciano ancora a desiderare – prosegue il sindacalista. Con il dato finale che il 60% dell’utenza di deve recare nelle filiali per ottenere quanto richiesto. Un fatto ancor più assurdo e, a nostro avviso, immotivato è quello che vede i consulenti dei servizi finanziari contattare i clienti per appuntamenti finalizzati all’offerta di nuovi prodotti. Attività che, naturalmente, contribuisce ad alimentare la già folta schiera di persone, in nome di un ipotetico profitto.” Non è diverso, invece, il clima che si respira nei centri di smistamento e in relazione ai portalettere, come spiega il segretario Crisà.
“Anche in questi due settori la straordinarietà, da addebitare alla mancanza atavica di risorse umane, ha lasciato lo spazio alla consuetudine, con addetti ed autisti che sono “invitati” a rimanere ore in più per “senso di responsabilità e appartenenza” accumulando così carico di stress, pericoloso per la tipologia lavorativa che svolgono (non dimentichiamo il collega autista deceduto in un incidente autonomo ad Enna nel 2016). Stessa cosa accade altresì per i postini che, essendo in pochi si trovano a dovere uscire più volte in una giornata per smaltire i prodotti postali da consegnare. E pensare che in giro ci sono tanti validi giovani, purtroppo disoccupati, pronti a venire a dare una mano. Chiediamo, quindi, per l’ennesima volta a Poste Italiane un concreto scatto di orgoglio, rendendo ancor più smart tutti i servizi che si possono dematerializzare per evitare così i vergognosi assembramenti negli spazi antistanti le filiali. Invochiamo infine l’assunzione di nuova forza lavoro che, oltre a rappresentare una valida funzione sociale in un momento difficile per l’occupazione anche nella nostra realtà territoriale, potrà consentire di far respirare centinaia di colleghi e scongiurare danni agli stessi ed alla società. In ultimo continuiamo a non comprendere il silenzio di Poste italiane sull’appalto per la vigilanza armata e le prestazioni fiduciarie che, in un contesto come quello che si sta vivendo in ogni filiale, sono alquanto indispensabili.”