Si è concluso con una sentenza di applicazione pena per tutti gli imputati il processo, in relazione all’operazione “Chicane” che ha messo in luce una frode fiscale realizzata, nel contesto del mercato della compravendita e della distribuzione di pneumatici, “dall’associazione a delinquere, con ramificazioni sul territorio nazionale ed estero (Repubblica Ceca), costituita dagli imputati e avente quale principale scopo quello di favorire fiscalmente la società Olpneus srl di San Cataldo (Caltanissetta)“.
L’attività di indagine conclusasi nel 2022, scrivono i finanzieri in una nota, ha permesso di svelare come “l’organizzazione criminale, stabilmente costituita tra gli imputati, avesse ramificazioni anche sul territorio della Repubblica Ceca, ove venivano creati fittizi soggetti giuridici, necessari per la realizzazione delle frodi perpetrate dagli indagati“. Lo schema fraudolento utilizzato ha assunto le caratteristiche tipiche della cosidetta “frode carosello“, nella quale, con ruoli e posizioni diverse, i vari operatori commerciali coinvolti ottengono, a vario titolo, un indebito risparmio di imposta. Il sodalizio “simulava una serie consecutiva di vendite di prodotti, in realtà mai usciti dai magazzini della prima società venditrice, che coinvolgevano le società ceche e società italiane “interposte”, poi rivelatesi delle mere “cartiere“”
. Così facendo, sfruttando il regime “di sospensione di imposta“, la prima società venditrice otteneva detrazioni di imposta, sia iva che ires, non spettanti. Il credito iva, infatti, traeva origine da una serie di operazioni inesistenti, certificate da fatture false, consistenti in compravendita di prodotti, di fatto, mai movimentati i cui volumi di affari venivano quantificati in circa 8 milioni di euro, con relative imposte evase pari a 2,5 milioni di euro, già oggetto, in sede cautelare, di specifico sequestro preventivo, anche per equivalente.
I reati, a vario titolo contestati agli imputati sono quelli di associazione a delinquere finalizzata all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Anche alla società sono state applicate le sanzioni di 40.000 euro e del divieto temporaneo di pubblicizzare beni o servizi per 4 mesi e 10 giorni, per la responsabilità amministrativa degli enti.
Uno degli imputati era già stato condannato con sentenza del gip di Caltanissetta in sede di giudizio abbreviato. Parallelamente agli esiti processuali, sotto il profilo amministrativo-fiscale, la società responsabile, aderendo alle contestazioni mosse dalla Guardia di Finanza in sede di constatazione e, successivamente, dall’Agenzia delle Entrate nella fase di accertamento, ha provveduto a versare in favore dell’Erario l’intera somma evasa quantificata, comprensiva degli interessi e delle sanzioni, in circa 2,5 milioni di euro.