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Il caso

Rap sblocca le assunzioni per placare l’emergenza, ma le new entry potrebbero non bastare

sabato 3 Agosto 2024

A Rap serve nuovo personale. E’ un dato di fatto. Dal 2014 ad oggi, la società Partecipata guidata dal presidente Giuseppe Todaro ha perso circa 1000 unità di personale. Un’emorragia dettata da pensionamenti, malattie e, soprattutto, da un mancato ricambio generazionale che la società Partecipata del Comune di Palermo ha pagato e continua a pagare.

La necessità dei doppi turni alla Rap

Il continuo ricorso a forme di doppi turni e progetti domenicali del personale in servizio è praticamente inevitabile. Senza queste misure di straordinario, in città rimarrebbero circa 200 tonnellate di spazzatura per strada al giorno. A fornire questa cifra mostruosa è stata la Cisl, sindacato che nella giornata di giovedì ha deciso di risedersi al tavolo insieme ai colleghi della Fiadel, firmando un nuovo patto di non belligeranza con l’azienda. Fatto che, unito alle 150 tonnellate di spazzatura che migrano giornalmente dalla provincia, manderebbe sotto ai rifiuti l’intera città. Palermo, chiaramente, non se lo può permettere. Ma anche Rap non può andare avanti così, sia da un punto di vista organizzativo che economico. I progetti di produttività costano e reperire risorse non è così facile, soprattutto in questo periodo di vacche magre sul fronte del bilancio 2023.

Servono le assunzioni

L’unica strada possibile per uscire dal guado è rappresentata dalle assunzioni. Lo aveva capito l’ex amministratore unico Girolamo Caruso il quale, a fine 2022, avviò fra le polemiche le tre procedure concorsuali. L’obiettivo originale era di assumere 46 autisti, 2 dirigenti tecnici e, soprattutto, 306 operatori ecologici. Ma se sui primi due gruppi il presidente Giuseppe Todaro è riuscito a portare la missione a termine, per gli operatori ecologici la situazione si è complicata, sia da un punto di vista di tempi che contrattuale. Intanto, ad aprile, il piano di risanamento varato dalla società ed approvato dal Comune ha imposto per il momento una contrattualizzazione a tempo determinato di tutti i nuovi assunti. Inoltre, con riguardo specifico ai 306 operatori ecologici, soltanto un centinaio saranno assunti in questa prima fase. Gli altri entreranno per scorrimento, quando e se verranno reperite le risorse economiche necessarie.

Dove verranno destinati i nuovo operatori ecologici

I primi 46 fortunati hanno già espletato tutte le procedure burocratiche ed entreranno in servizio dal 10 agosto. In questa fase, i nuovi dipendenti saranno impiegati nella raccolta della spazzatura per strada. Dopodiché, una volta esaurita la fase emergenziale, i nuovi operai di Rap verranno destinati all’avvio della fase due della raccolta differenziata. Momento atteso dai residenti di Mondello, Partanna e tanti altri quartieri della Zona Nord della città. Il programma è quello di alzare le performance del capoluogo siciliano, le quali si attestano attualmente ben al di sotto del 20%. Obiettivo verso il quale saranno destinati anche buona parte degli altri 60 operatori ecologici che entreranno in servizio a fine mese. La frazione residuale invece sarà impiegata nello spazzamento delle strade, altro fondamentale in cui Rap sta incontrando da anni difficoltà.

I nuovi ingressi in Rap non basteranno a risolvere i problemi

Ma è chiaro che questa nuova ondata di personale non basterà a risolvere tutti i problemi, in particolare quelli relativi alla raccolta dei rifiuti indifferenziati. Settore nel quale, se non entreranno ulteriori unità di lavoratori, rimarranno le ancestrali difficoltà che tanti problemi stanno causando in queste settimane estive al capoluogo siciliano. I sindacati, sul tema, sono stati molto chiari, al di là delle divisioni interne. Serve nuovo personale. La palla passa all’azienda, la quale dovrà reperire insieme al Comune i fondi necessari per permettere i nuovi ingressi per scorrimento delle graduatoria. Fino ad allora si dovrà fare necessità virtù con i doppi turni. La domanda però resta: dove verranno reperiti i soldi necessari? Ai posteri, anzi alla politica l’ardua sentenza.

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