Dopo le parole del Presidente della Repubblica Mattarella che hanno allontanato le elezioni dall’orizzonte temporale e con l’incarico conferito a Mario Draghi per sondare la possibilità di formare un governo, dalle parti di Più Europa si gongola, con diversi esponenti del partito di Emma Bonino e Benedetto Della Vedova a dirsi soddisfatti della scelta del Capo dello Stato. Non fanno eccezione gli esponenti siciliani del partito, come Fabrizio Ferrandelli, responsabile Lavoro e Mezzogiorno della segreteria nazionale della formazione politica.
Consigliere Ferrandelli, +Eruopa ha salutato con grande soddisfazione la notizia dell’incarico conferito da Mattarella a Draghi. Cosa può dare un governo guidato dall’ex presidente della BCE che fino ad oggi è mancato all’Italia?
Più Europa è stata la forza politica liberal-democratica che più ha contrastato, sin dalla sua nascita, il governo Conte – bis. Sostenevamo allora, come oggi, che il paese avesse bisogno di stabilità, di discontinuità e di una rappresentazione internazionale ed europea solida e credibile.Il Conte bis, nato sulle ceneri del governo lega-cinque stelle, pur contando sull’ innesto della compagine parlamentare del Pd, non presentava già allora i presupposti e i criteri della discontinuità rispetto alle politiche e ai programmi che i Cinquestelle avevano sostenuto fino a giorni prima con Salvini. Questa stessa posizione abbiamo mantenuto durante il tentativo di formazione del Conte-ter e durante il voto di fiducia abbiamo sempre avuto chiaro che servisse un governo con una maggioranza qualificata ed allargata sul modello Ursula della commissione europea, con figure di primo piano riconosciute e credibili sul piano internazionale così da poter consentire, nel mese di aprile, la collocazione migliore dei grandi fondi comunitari, la gestione del Mes, una gestione meno improvvisata della crisi pandemica attuale a partire da una seria campagna vaccinale. La decisione del Presidente della Repubblica è in sintonia con questo nostro pensiero ed è il motivo per il quale la cogliamo senza tentennamenti.
Quali sono le forze che potrebbero sostenere un governo Draghi? Dalle parti dei cinquestelle il reggente Crimi ha sostenuto che i pentastellati non lo appoggeranno: dove si troveranno i numeri in Parlamento?
Finalmente può nascere un vero governo con più Europa e non con fragili gruppi parlamentari, raccattati magari in cambio di qualche aspettativa di poltrone fra ex fuoriusciti o espulsi da altre formazioni politiche, che pensavano che bastasse aggiungere la parola “europeista” all’etichetta del nome del propio gruppo parlamentare, per diventarlo davvero. Di sicuro il sostegno ad un governo istituzionale Draghi, come dicevo, non potrà che provenire da tutte quelle forze liberali, democratiche, ecologiste e popolari, che si riconoscono nella sperimentazione del modello Ursula a Bruxelles. Non mi stupisce affatto che il movimento Cinquestelle, che sin dalla nascita si è caratterizzato come una forza populista e antieuropeista (lo dichiarava fino al governo con Salvini pochi mesi fa),salvo poi cambiare pelle negli ultimi tempi per mantenere le poltrone, possa non sostenere un governo di così alto profilo, stabilità ed inquadramento europeista.Tuttavia non mi sfugge che parte dei componenti del movimento cinque stelle abbiano evoluto il proprio pensiero e maturato la propria comprensione delle dinamiche di governo. La responsabilità diretta della guida dei processi del paese ha donato ad alcuni una nuova consapevolezza e “maturità politica”, per cui non escludo il fatto che al loro interno possa farsi strada una posizione di differenziazione rispetto al modello “estremista” di Di Battista.
Il Presidente della Repubblica ha sottolineato l’inopportunità di elezioni in questo momento di emergenza pandemica. Oggi i sondaggi danno le forze sovraniste davanti a quelle europeiste, a maggior ragione se tra queste ultime non consideriamo i cinquestelle. Posto che l’auspicio è che il governo che si andrà a formare resti in carica fino alla fine della legislatura, in prospettiva non temete un possibile successo di Salvini e Meloni alle prossime Politiche?
Sebbene io ritenga che la via primaria, in momenti di grande instabilità e scollamento politico, sia sempre quella di restituire la parola agli elettori a cui sovranità appartiene, ritengo saggio quanto espedito dal Presidente della Repubblica in questo particolare momento sanitario, sociale ed economico. Non sfugge a nessuno, infatti, il tema che una campagna elettorale necessita di confronti, comizi, e di attività che produrrebbero potenziali assembramenti aumentando il rischio di contagio. Ma, l’elemento ancora più significativo mi sembra quello di non lasciare il paese in piena pandemia ad uno scontro fra le forze politiche, che può essere sicuramente rinviato di alcuni mesi per il bene del paese, così da affrontare alcune priorità. Abbiamo bisogno di una campagna vaccinale e non si una campagna elettorale. Fattore importante fra tutti è inoltre quello di fronteggiare la crisi economica, che rischia di fare tante vittime quanto quelle provocate dall’emergenza sanitaria. L’Italia , come dicevo prima, ha tra poche settimane un appuntamento importante per la collocazione di milioni di euro con l’Europa per la pianificazione di interventi economici significativi nel territorio e non si può mancare questa scadenza per assenza di un governo. Draghi ben conosce i meccanismi europei per aver guidato l’organismo economico più importante a livello europeo. Chi meglio di lui può rappresentare e tutelare bene il paese in quella circostanza, garantendoci il massimo dell’interlocuzione e il miglior risultato possibile? Dopodiché è doveroso ridare la parola agli italiani. E ritengo, con altrettanta convinzione, che non si debba avere paura dei sondaggi e che gli avversari in politica si affrontano sul campo di battaglia con idee e proposte senza sfuggire al confronto per paura di una sconfitta che altrimenti sarà inevitabile. Chi ha paura di combattere per affermare le proprie idee ha già perso. Sono convinto, invece, che questo nuovo quadro potrà offrire al paese una nuova compagine politica, che passando dalle urne avrà una nuova maggioranza con persone di grande equilibrio e spessore e senza improvvisati.