La partita dello stadio Renzo Barbera appare sempre più in salita. Mentre all’interno dell’impianto di viale del Fante le squadre di operai lavorano a ritmi serrati per rispettare le date di scadenza, tra i tavoli e le scartoffie del Comune di Palermo un nuovo retroscena rischia di compromettere i già precari equilibri tra City Group e Amministrazione. Carte alla mano i conti non tornano o, meglio ancora, non sono chiari e precisi. Secondo quanto filtrato dalla riunione tenuta venerdì a Palazzo Palagonia fra il sindaco Roberto Lagalla, i tecnici comunali e i rappresentanti delle opposizioni, non sarebbe ancora chiaro cosa sia stato fatto all’interno della struttura, quanto tutto ciò sia venuto a costare e, soprattutto, chi deve pagare il conto degli investimenti fatti. Ciò con particolare riferimento alle nuove luci dello stadio e agli skybox per gli sponsor in fase di completamento. Ma andiamo con ordine.
I retroscena della riunione al Comune di Palermo
Secondo i microfoni sempre accesi di “Radio Palazzo”, la settimana trascorsa al Comune si è contraddistinta per riunioni infuocate e retroscena politici.
In un momento nel quale, a Palazzo Comitini, si tirano le fila per chiudere la partita dell’avanzo vincolato, qualcuno guarda ad alcuni investimenti con particolare perplessità. Uno dei momenti chiave è stato nella giornata di venerdì, nel corso della riunione tenuta fra il primo cittadino e le minoranze. Presenti sia l’assessore allo Sport Alessandro Anello che il Capo Area degli uffici del Patrimonio Sergio Pollicita. Come è noto, da quando l’ex assessore Andrea Mineo non è più in carica, la delega in questione è rimasta e rimarrà, almeno fino al rimpasto, nelle mani del sindaco. Ed è proprio su questo campo che sono stati chiesti dei chiarimenti.
Come anticipato da ilSicilia.it (CLICCA QUI) all’interno della bozza di avanzo vincolato è previsto un tesoretto da 3,5 milioni di euro da destinare allo stadio Renzo Barbera. Un atto preciso e studiato per dimostrare al City Group la propria “buona volontà” a portare avanti il restyling dell’impianto e, perché no, per riappacificare i rapporti in vista della stesura della nuova convenzione. Ma qualcuno alza il dito e si dichiara apertamente contrario all’inserimento di tale capitolo fra le pieghe dell’avanzo. Una lista in cui rientrano Ugo Forello e Giulia Argiroffi, rappresentanti del gruppo Oso. Gli ex pentastellati, da sempre interessati al tema dello stadio Renzo Barbera, propongono infatti di ricorrere all’istituto del debito fuori bilancio.
Motivo del contendere è, infatti, la mancanza di chiarezza sugli investimenti fatti all’interno dell’impianto. Durante la riunione infatti, fonti presenti al tavolo parlano di un intervento del Capo Area al Patrimonio Sergio Pollicita, il quale avrebbe posto dubbi sui lavori condotti all’interno dell’impianto negli ultimi anni. “Le risposte fornite dal Palermo calcio non sono state ritenute sufficienti – dichiara l’esponente di Oso Giulia Argiroffi –. Motivo per cui, circa il 70% dei lavori fatti da quando è entrata in vigore la nuova convenzione, a parere degli uffici, non sarebbero verificabili e dimostrabili“. Motivo per il quale il gruppo civico d’opposizione ha deciso, il 9 settembre, di presentare agli uffici una richiesta di accesso agli atti.
Gli skybox della discordia
Il punto nevralgico della riunione al Comune ha toccato il tema degli skybox.
Molti hanno notato la nascita di alcune strutture all’interno della tribuna centrale. Un cantiere visibile durante la sfida contro il Cosenza giocata il 1° settembre allo stadio Renzo Barbera. Secondo quanto filtrato dagli uffici di viale del Fante e raccontato qualche giorno fa da ilSicilia.it (CLICCA QUI), gli skybox costeranno circa 800.000 euro e saranno destinate agli sponsor e ai partner commerciali della società rosanero. Investimento interamente sostenuto dal City Group e che non rientrerebbe nell’alveo dei 3,5 milioni preventivati prima dell’inizio dei lavori. Dalle opposizioni però qualcuno pone domande, non solo sul fatto dello spazio occupato dagli skybox, ma anche sul rispetto dei tempi burocratici previsti dalla convenzione. Fatto sul quale i consiglieri di centrosinistra hanno chiesto ulteriori approfondimenti all’area del Patrimonio, alcuni dei quali forniti dalla dirigente Carmela Agnello durante un’audizione condotta in questi giorni in I Commissione.
Il futuro del Barbera
Lo scenario poco limpido pone tante domande a cui però non è stata data ancora risposta. Al momento la questione si trova ad un bivio e gli scenari in cui potrebbe evolvere sono molteplici. A cominciare dal famoso preventivo del 2020 che, l’allora società rosanero, fece fare per capire i costi di un riammodernamento organico e soprattutto in linea con i parametri europei. La cifra richiesta si avvicinava intorno ai 30 milioni di euro. Troppi per un club in Serie B, sostenibili per una proprietà come il City Group. Ma la domanda è: cosa potrebbe dare il Comune di Palermo in cambio? La risposta appare evidente: una nuova convenzione.
Fonti di Palazzo delle Aquile parlano di prossime interlocuzioni in programma fra gli uffici di Palazzo Palagonia e quelli del club rosanero. L’obiettivo è di arrivare ad una sintesi entro il 2024 o al massimo entro l’inizio del 2025. Una delle ipotesi che si starebbe vagliando è quella di un periodo di concessione più lungo, addirittura ultradecennale. Ciò a patto che venga garantito un investimento concreto sull’impianto. Sembra tramontata invece l’ipotesi di un acquisto effettivo dell’impianto. La strada era percorribile attraverso un coinvolgimento della Regione Siciliana, proprietaria dei terreni. Ma l’operazione si rivelerebbe troppo farraginosa e dispendiosa. Meglio quindi optare per una nuova convenzione, a patto che si trovi un accordo fra le parti.