Un atto atteso da oltre vent’anni. La riforma dei dirigenti regionali inizia il suo iter all’Ars. La manovra è ritenuta una priorità per il Governo Regionale guidato da Renato Schifani. La macchina burocratica di Palazzo dei Normanni è vetusta, gravata da alcune pesanti carenze di personale. Insomma, serve nuova linfa fra le diramazioni degli uffici. Ma l’ultimo miglio è irto di ostacoli. Per questo bisognerà andare avanti con i piedi di piombo. Il lavoro è già iniziato in I Commissione, attraverso l’incontro con le organizzazioni sindacali.
L’incontro con le organizzazioni sindacali
I rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uil, Cobas, Sadies, Siad, Ugl e Dirsi hanno incontrato la delegazione di deputati regionali guidata dall’esponente della Nuova Dc Ignazio Abbate. “Abbiamo convocato le parti sociali – dichiara Abbate a IlSicilia.it -. E’ il primo incontro ufficiale dall’approvazione del decreto da parte del Governo Regionale. Così parte ufficialmente l’iter parlamentare di un ddl atteso e che potrebbe sbloccare i concorsi, garantendo linfa nuova agli uffici regionale. I sindacati si sono espressi, palesando richieste ben precise. Ci saranno proposte sui singoli articoli. Dopo l’approvazione del ddl sugli enti locali, vaglieremo le richieste. Si farà un lavoro certosino per valutare la possibilità di accorpare ulteriori proposte in modo da creare un testo più organico“.
La riforma dei dirigenti regionali: le richieste
I rappresentanti dei lavoratori regionali hanno illustrato in particolare una decina di punti che svariano dalla possibilità di estendere la platea dei potenziali partecipanti al concorso; la necessità di avere garanzie per evitare eventuali tagli di personale o di compenso e di riorganizzare la macchina amministrativa regionale in maniera più funzionale, superando inoltre gli aspetti atipici dei contratti pregressi. “E’ un momento importante – spiega Ignazio Abbate -. L’ultima riforma risale al 2000. Ventiquattro anni d’attesa per una riforma che allineerà la Regione Siciliana con il resto d’Italia. I dirigenti sono diminuiti molto e percepiscono un compenso inferiore rispetto ai colleghi delle altre aree italiane. Ma soprattutto, l’attuale comparto ha un numero di personale inferiore rispetto a quello previsto. Servirebbero 752 dirigenti che servono per dare benzina alla macchina amministrativa regionale. Oggi ce ne sono soltanto 600. Ci sono dipartimenti vuoti senza direttori o vertici. E questo blocca l’attività amministrativa“.