La riapertura delle scuole in Sicilia, dopo la pausa delle festività di fine anno, è stata fissata al 10 gennaio 2022. Lo ha deciso l’Assessorato regionale all’Istruzione, d’intesa con il presidente della Regione Nello Musumeci e con il Dasoe dell’Assessorato alla Salute. Un provvedimento che riguarda gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, compresi i corsi di formazione professionale in obbligo scolastico e le Fondazioni Its.
Dopo l’odierna riunione della Conferenza delle Regioni, è emersa l’esigenza di acquisire uno specifico parere del Cts nazionale che, in relazione all’andamento della pandemia, sia in condizione di escludere una possibile ed eventuale ricaduta negativa per il ritorno degli studenti in classe. Alla luce dell’attuale quadro epidemiologico, durante la riunione è stata fatta presente anche l’esigenza di una revisione delle procedure di tracciamento dei contatti scolastici, con particolare riferimento alle modalità di esecuzione dei controlli sanitari e di gestione delle quarantene.
Ma considerato l’aumento dei contagi da Covid 19, anche a causa dell’incalzare veloce della variante Omicron, il dipartimento regionale scuola di PD Sicilia chiede alla Regione, per la ripresa delle attività scolastiche dopo la pausa natalizia, misure urgenti di tutela per lavoratori e studenti, e secondo la responsabile Caterina Altamore, “Con l’aumento vertiginoso dei casi, occorre mettere in atto una serie di azioni non più differibili” e cioè “Screening da effettuarsi prima del rientro a scuola previsto per il 10 gennaio, provvedere a mascherine FFP2 gratuite per tutto il personale scolastico, perché vengono fornite ma non a tutti, soltanto agli insegnanti di sostegno dotare le aule di rilevatori Co2, prevedere investimenti per installare in tutte le aule dispositivi di ricambio d’aria. Chiediamo gratuitamente i tamponi all’interno delle scuole, quindi dei veri e propri presidi per l’accesso nelle scuole, per verificare se il soggetto è positivo o negativo”.
Altamore ha parlato di una situazione allarmante “Siamo preoccupati, perché ho parlato con alcuni insegnanti e dirigenti, mi hanno riferito che ci sono già molti docenti e alunni positivi, anche a fronte delle feste”.
Certamente l’obiettivo è coniugare il diritto alla salute con il diritto allo studio e “La Dad non può essere la soluzione, deve rappresentare l’ultima via da percorrere, usata solo in caso di emergenza. Sappiamo che la dispersione scolastica è aumentata vertiginosamente anche durante la pandemia, quindi dobbiamo fare in modo di rientrare ma in sicurezza e tutelando la salute. Abbiamo richiesto misure urgenti, ed eventualmente anche di ritardare di due settimane il rientro per permettere a tutti di fare il tampone e di attrezzare le strutture di apparecchiature per prevenire la diffusione del virus”.
“Bisogna fare qualcosa, non possiamo rischiare di fare rivivere ai nostri alunni la didattica a distanza, di far aumentare la dispersione scolastica ad essa connessa, ma nemmeno di mettere a rischio la salute degli alunni e dei lavoratori della scuola”.