La provincia di Caltanissetta soffoca sotto gli effetti della crisi idrica. Da mesi il territorio Nisseno è a secco e affronta, non senza gravi problemi e proteste dilaganti, l’emergenza siccità. Una situazione difficile da gestire anche per l’amministrazione comunale, sotto la cui sede un centinaio di persone hanno manifestato in questi giorni. I turni di distribuzione idrica a Caltanissetta, infatti, hanno anche oltrepassato i dieci giorni e in alcune contrade continua a non arrivare l’acqua da oltre tre mesi. E non è andata certo meglio ad altri cittadini, che dopo lunghe settimana hanno visto sgorgare dai propri rubinetti acqua torbida e dunque dannosa per la salute e inutilizzabile.
A conoscere molto bene le condizioni in cui versa la provincia, così come tanti altri Comuni dislocati nell’Isola, è certamente il coordinatore regionale del Movimento 5 stelle Nuccio Di Paola. Il deputato pentastellato ha puntato il dito contro “l’immobilismo degli anni passati nel gestire tutte le fonti di approvvigionamento dell’acqua. Mi riferisco alle dighe, ai pozzi, alle condutture. Questa non è la prima crisi, già nei primi anni 2000, durante il governo Cuffaro, la Sicilia viveva queste problematiche. Sono passati vent’anni, la cerchia di persone al governo è sempre la stessa, ma in questo lasso di tempo in cui si poteva programmazione, progettare e realizzare non è stato fatto nulla. Scavare pozzi, ammodernare le reti o migliorare le dighe sono tutti interventi che potevano essere condotti in questi anni“.
Gli intoppi burocratici si rivelano, inoltre, l’ennesima beffa. “Dispiace che sindaci e amministratori siano abbandonati a sé stessi. La Regione – aggiunge Di Paola – dà loro l’ok per scavare i pozzi, ma per far autorizzare l’acqua come potabile e immetterla in rete ci sono dei cavilli burocratici non indifferenti. La soluzione non è certamente la nave che hanno messo con costi incredibili al porto di Licata. Brancolano nel buoi. Lo stesso discorso vale per i dissalatori. Sono ritenuti la soluzione, ma per realizzarli ci vorrà tempo, così come qualsiasi altra soluzione si proponga. L’unica immediata, probabilmente, è quella di trovare e allacciare il prima possibile l’acqua che si trova nei pozzi, ma sicuramente non può essere sovraccaricata da scartoffie burocratiche“.
L’ultima richiesta di aiuto, in ordine cronologico, è avvenuta nelle scorse ore, con la convocazione di una seduta straordinaria e urgente del consiglio comunale di Caltanissetta, nel quale erano stati invitati anche il presidente della Regione Renato Schifani, il dirigente generale della Protezione Civile Salvatore Cocina e i vertici di Siciliacque. La loro assenza per il vicepresidente dell’Ars è la dimostrazione di come la Regione stia “scaricando tutti i problemi sui sindaci, sulle amministrazioni locali e sui consiglieri comunali. Coloro che oggi sono in trincea e si prendono le lamentele e le proteste, giuste e condivisibili, dei cittadini. C’è chi come il presidente Schifani li definisce come “poltronari”, ma in realtà oggi sono quelli che interagiscono con i cittadini, sono sedie che scottano e che non vuole nessuno“.
Di Paola ha fatto il punto sui lavori che si stanno svolgendo attualmente all’Ars. Le sedute sono ripartite da poco, ma i temi al vaglio delle commissioni e in aula sono già diversi. Primo fra tutti il ddl Enti locali. Si tratta certamente non di una novità. Ormai da due anni non si riesce a trovare la giusta quadra che possa mettere tutti d’accordo sul tanto atteso disegno di legge, per il quale è fissato a lunedì il limite di presentazione degli emendamenti.
“Presenterò decine se non centinaia di emendamenti, comma per comma, articolo per articolo, sui quali chiederò il voto segreto, per far sì che questo disegno di legge, così com’è stato pensato, venga stravolto dall’aula. Nella maggior parte degli articoli, ad oggi – ha dichiarato il deputato pentastellato – nemmeno la maggioranza ha una convergenza. Io sarò lì, insieme agli altri deputati di buona volontà che voglio far rispettare l’assemblea e non vogliono cedere ai diktat di Schifani, per far sì che esca fuori un testo di legge in totale favore dei sindaci, degli assessori e dei consiglieri comunali. L’Anci ha dato delle linee guida e le valuteremo“.
Di Paola ha preferito “non scoprire le proprie carte” e mantenere dunque il riserbo sulla possibile presentazione di un emendamento che introduca la figura dell’assessore aggiuntivo da inserire nelle giunte dei 391 Comuni siciliani.
Il coordinatore regionale del M5s ha anche parlato dei rapporti con gli altri componenti dell’opposizione, in particolar modo il Pd, e la realizzazione di un campo largo che possa candidarsi come valida alternativa alla destra. “Il dialogo in assemblea fino a ora c’è stato, ma l’amalgama deve avvenire nei territori e nei temi. Se facciamo sintesi o portiamo avanti le stesse proposte in favore dei siciliani possiamo essere alternativa alla destra. Non è solo il dialogo in assemblea che può far costruire una coalizione, l’abbiamo già visto nella passata legislatura dove il dialogo c’era ma non siamo riusciti ad unirci. Oggi dobbiamo fare lo sforzo, come già fatto in molti Comuni, di creare l’amalgama all’interno del territorio. Vedo – conclude Di Paola – che in Liguria, Umbria ed Emilia-Romagna si sta andando insieme e una quadra si è trovata. Auspico che si crei questo meccanismo, dove nessuna forza politica è egemone rispetto all’altra. Un percorso lo si può costruire portando avanti temi importanti per i siciliani“.