Sono giorni ormai che gli oltre 635 lavoratori, in cassa integrazione da oltre 10 anni, dell’ex sito Fiat di Termini Imerese attendono risposte per individuare una soluzione occupazionale. Le organizzazioni sindacali Fim Cisl e Fiom-Cgil stanno sollecitando una convocazione urgente al Governo, che però non arriva.
“Mi auguro che il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti – afferma il segretario nazionale Fim Cisl, Ferdinando Uliano – ascolti gli oltre 635 lavoratori che nella giornata di oggi si sono riuniti in presidio davanti allo stabilimento ex- Fiat di Termini Imerese, diversamente i lavoratori manifesteranno la loro protesta anche davanti al ministero a Roma“.
“Oggi – aggiunge – i lavoratori hanno sollevato le forti preoccupazioni rispetto ad una situazione che non viene presa in carico immediatamente da chi oggi ha assunto la massima responsabilità per affrontare una crisi industriale che ormai si trascina da oltre 11 anni“.
“È necessario da subito una convocazione per fare il punto sulle scelte che il Ministero dello Sviluppo Economico non ha ancora attuato, frutto di impegni presi con le organizzazioni sindacali, indispensabili per trovare una soluzione che aiuti il processo di reindustrializzazione dell’area e di rioccupazione, dando garanzie certe per i lavoratori ex-Fiat e dell’indotto“, conclude Uliano.
LA RICHIESTA DI FIOM-CGIL
“La Fiom-Cgil nazionale, insieme alla Fiom-Cgil Palermo, ha presentato richiesta di costituirsi parte civile al processo iniziato oggi a Torino, a carico di Roberto Ginatta, per il presunto utilizzo indebito di fondi statali destinati alla trasformazione dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese“, lo dichiarano Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil e Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil.
“Per la Fiom-Cgil la richiesta di costituzione di parte civile, sulla cui ammissione si deciderà nell’udienza del 13 aprile – spiegano -, è per il danno che hanno ricevuto i lavoratori per la mancata attuazione del piano di rilancio dello stabilimento Blutec di Termini Imerese e per la presunta distrazione dei fondi pubblici che ha portato al rischio di fallimento l’intera società“.
“La Fiom-Cgil chiede al Ministero dello Sviluppo Economico la convocazione urgente del tavolo di confronto per il rilancio industriale di Termini Imerese e per la tutela occupazionale dei lavoratori della Blutec (ex Fiat) e dell’indotto che oggi sono tornati a manifestare davanti allo stabilimento“, aggiungono.
“Al termine dell’assemblea, a cui hanno partecipato circa 300 lavoratori – concludono i segretari –, sono state montate le tende per dare vita ad un presidio permanente. Bisogna agire subito, serve una soluzione per Termini Imerese. La mobilitazione continuerà fino a quando non arriverà una risposta dal Ministero dello Sviluppo Economico alla richiesta di incontro“.
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