Per fronteggiare l’abbattimento delle liste d’attesa e garantire il diritto alla salute a tutti i cittadini, il Ministero della Salute è pronto a introdurre un sistema con “poteri sostitutivi” in caso di ritardi e inadempienze da parte delle Regioni.
Il decreto abbozzato mira a garantire una maggiore uniformità nell’erogazione dei servizi sanitari attraverso un monitoraggio centrale e meccanismi che obblighino le Regioni a rispettare le tempistiche e le priorità stabilite.
La bozza del decreto vede, al momento, soli tre articoli. Fondamentale sarà il monitoraggio e il “potere” dell’Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria del Ministero.
In questo scenario, il decreto potrebbe mettere in luce tensioni irrisolte e criticità strutturali che richiederebbero non solo interventi sostitutivi occasionali, ma un ripensamento profondo della capacità gestionale delle Regioni, specie quelle a statuto speciale come la Sicilia.
Il monitoraggio e i poteri sostitutivi
L’Organismo monitorerà, quindi, le attività delle Regioni e, se necessario, può intervenire per sostituire le amministrazioni regionali inadempienti rispetto agli obiettivi prefissati per le liste d’attesa. Le Regioni hanno un termine di 90 giorni per designare un Responsabile unico regionale dell’assistenza sanitaria (Ruas). In mancanza, sarà l’Organismo a nominare d’ufficio il Direttore regionale della sanità.
L’Organismo ha facoltà di fissare un termine di 30 giorni per permettere alla Regione di controdedurre o risolvere eventuali criticità rilevate. Qualora la Regione non adempia o le sue controdeduzioni risultino “non accoglibili”, l’Organismo può sostituirsi alla Regione o impartire precise indicazioni per l’adempimento. Questa eventuale “sostituzione” è comunicata ufficialmente al Ministero della Salute.
Nonostante l’intervento dell’Organismo, la Regione può chiedere di riottenere il potere decisionale, a condizione che il beneficio per l’interesse pubblico sia valutato positivamente dall’Organismo, il quale fissa un termine entro cui la Regione deve provvedere. Se la Regione risponde in modo soddisfacente, l’Organismo può revocare il proprio provvedimento sostitutivo.
Relazioni annuali e trasparenza
L’Organismo è tenuto a inviare una relazione al Ministero entro il 10 gennaio di ogni anno, contenente le attività svolte in sostituzione e una documentazione dettagliata delle azioni correttive. Dette relazioni includono spese, criticità, modalità di contraddittorio e l’eventuale coinvolgimento di figure come i Carabinieri dei Nas.
La Sicilia
La Regione sta affrontando sfide significative nella gestione delle liste d’attesa e nella qualità complessiva dei servizi sanitari. Anche perché la rete territoriale ancora è assente. Per quanto riguarda la rete ospedaliera, invece, non tutte le strutture sono al passo con gli standard nazionali, per non parlare della carenza di personale sanitario, mentre i Pronto Soccorso sono sempre al collasso.
Secondo gli ultimi dati risalenti a giugno, sono circa 30mila le persone in attesa di ricovero e 55 mila quelle che aspettano una visita diagnostica. La Fondazione Gimbe, ha da poco rilevato che l’Isola non rispetta i criteri di trasparenza per le liste d’attesa sanitarie. Le informazioni sui tempi di attesa non sono facilmente accessibili né aggiornate in modo adeguato, evidenziando una situazione critica per la gestione della sanità pubblica.
Le azioni messe in campo
La Regione ha destinato, ad agosto, altri 8 milioni per abbattere le liste d’attesa, come previsto dal Piano strategico, distribuiti alle Aziende sanitarie provinciali ma verranno destinate alle strutture accreditate e convenzionate con il Sistema sanitario regionale per la specialistica ambulatoriale da privato. Schifani. Inoltre, ha “il fucile puntato sui Manager della sanità” che, se non raggiungeranno gli obiettivi preposti gli sarà revocato l’incarico.
Nella bozza di legge di Stabilità, di cui si è discusso a inizio mese, la Regione ha previsto di mettere a disposizione 10 milioni di euro per incentivare i medici a lavorare nelle aree con maggiore carenza di personale, quelle gestite dalle Aziende Sanitarie Provinciali (Asp). Intanto, continua il reclutamento di medici e infermieri stranieri, mentre quelli italiani fuggono.
La poca trasparenza, nel frattempo, non permette un quadro completo, ma la realtà che vivono tutti i giorni i cittadini sì.
Il decreto del Ministero della Salute, con la possibilità di attivare poteri sostitutivi per le Regioni inadempienti, se attuato in Sicilia, solleverà inevitabili polemiche. In considerazione delle criticità, frutto di anni di gestione inefficace e di un sistema burocratico rallentato da inefficienze e, in alcuni casi, da pressioni clientelari e interessi politici.
L’introduzione di questo organismo di verifica, con potere sostitutivo, per alcuni, potrebbe, inoltre, sembrare una sfiducia implicita verso l’amministrazione siciliana e la sua capacità di rispondere autonomamente alle esigenze dei cittadini. La previsione di intervento statale diretto, potrebbe evidenziare ulteriormente il divario tra le Regioni più virtuose e quelle in maggiore difficoltà, come la Sicilia.