Continua lo scontro fra la dirigenza di Amat e le organizzazioni sindacali. Dopo il rinvio di settembre, dettato dall’accordo raggiunto in Prefettura durante il tavolo di conciliazione, i lavoratori dell’azienda di via Rocazzo hanno deciso di convocare una nuova giornata di sciopero per il prossimo 19 novembre. Autobus e tram si fermeranno per quattro ore (dalle 9 alle 13), così come tutto il personale amministrativo. Motivo del contendere la mancata approvazione del piano industriale e, di conseguenza, del contratto di servizio. Anche se i lavoratori lamentano altri disagi, come il mancato rinnovo degli accordi di secondo livello (buoni pasto, straordinari e passaggi degli ausiliari del traffico a full-time) e la lentezza dei concorsi per assumere nuovo personale.
La mancata approvazione di piano industriale e contratto di servizio
Nonostante la ventata di ottimismo delle ultime settimane sulla redazione del piano industriale (per il quale in pratica si attende l’ok della Giunta Comunale), le organizzazioni sindacali hanno deciso di non fidarsi, optando per una nuova giornata di sciopero. Si tratta della quarta mobilitazione da inizio 2024. Ciò dopo gli scioperi di gennaio, febbraio ed aprile. “Martedì prossimo – aggiungono i sindacati – chi avrà bisogno dei bus dovrà ancora una volta fare i conti con i disagi che lo sciopero inevitabilmente procurerà. La lentezza operativa dell’Amat, l’indifferenza del socio, il Comune di Palermo, nell’imprimere accelerazione sugli atti indispensabili all’efficientamento dei servizi per la città, sono le concause dei disservizi all’utenza”.
La lentezza nelle assunzioni
Fra le concause che hanno portato allo sciopero, i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uiltrasporti, Ugl, Cisal e Cobas citano anche il concorso per l’assunzione di nuovo personale in officina. Un settore che era rimasto scoperto addirittura da marzo, dopo la scadenza dei contratti dei lavoratori interinali. La procedura di concorso ha appena visto il completamento dele prove orali dei candidati ammessi. Ma ovviamente, per stilare la graduatoria dei vincitori, ci vorrà tempo. “Purtroppo le scelte aziendali e del socio continuano a mietere nella stessa identica misura due vittime: i lavoratori dell’Amat, tenuti a basso reddito con tanti sacrifici e insicurezza per l’esiguo servizio erogato e i cittadini costretti ad arrangiarsi coi mezzi privati per la loro mobilità. Prova ne è l’attuale invivibilità del traffico veicolare privato, che giornalmente attanaglia la città in dispregio dei proclami su l’inquinamento ambientale“.
I sindacati all’utenza: “Ci scusiamo per i disagi”
Tutto è nelle mani dell’Amministrazione Comunale e del Consiglio d’Amministrazione di Amat. L’unico modo per evitare l’ennesima mobilitazione è quello di portare a casa almeno il piano industriale. Un documento atteso da tempo e il cui iter è iniziato addirittura a gennaio. Senza, appare difficile l’ennesimo ripensamento dei lavoratori Amat. “Ci scusiamo per il disagio – concludono i sindacati – ma siamo costretti a ricorrere al giusto diritto di protesta per il mancato e prolungato rinnovo del contratto aziendale”.
La solidarietà delle opposizioni
Ad esprimere la propria vicinanza ai lavoratori dell’Amat è il consigliere comunale Massimo Giaconia. “Esprimo la piena solidarietà ai lavoratori dell’Amat che, nonostante le innumerevoli difficoltà – dalla carenza di personale, ai guasti delle vetture, fino alle aggressioni subite – continuano a garantire un servizio essenziale per la città. La loro richiesta di maggiore chiarezza e sicurezza sul futuro dei servizi pubblici è assolutamente legittima. Nonostante l’urgenza del momento e le scadenze ormai stringenti dettate dal Piano di Riequilibrio del Comune, ad oggi non sono stati ancora prodotti gli atti amministrativi necessari per sottoporre al Consiglio comunale la proposta di rinnovo del contratto di servizio della partecipata. Questo stallo rischia di aggravare ulteriormente le già note difficoltà con cui fa i conti ogni giorno l’azienda“.
Parole condivise anche dal consigliere comunale del M5S Concetta Amella. “Siamo di fronte a una palese violazione degli impegni presi con i lavoratori e, ancora peggio, con i cittadini. È scandaloso che, nonostante una delibera di giunta risalente a giugno 2023 imponesse la firma del nuovo contratto di servizio entro marzo 2024, oggi l’amministrazione non sia riuscita a compiere neanche un passo concreto. Il risultato? Un’azienda pubblica paralizzata, senza un piano industriale e con un servizio che sprofonda nella disorganizzazione, con enormi disagi per i cittadini, costretti a subire le conseguenze dell’inettitudine amministrativa“.
Chinnici (Lavoriamo Per Palermo): “Accelerare su piano industriale”
Sollecitazioni all’Amministrazione arrivano anche dagli esponenti di centrodestra. Fra questi il capogruppo di Lavoriamo Per Palermo Dario Chinnici. Il leader a Sala Martorana della compagine civica del sindaco chiede un’accelerazione sull’approvazione del redigendo piano industriale. “L’ennesimo sciopero proclamato dai lavoratori dell’Amat rende necessario accelerare il confronto tra la società partecipata e il comune di Palermo sul nuovo piano industriale, a cui far seguire il nuovo contratto di servizio. La città ha bisogno di un servizio di trasporto pubblico efficiente e i lavoratori pongono temi che devono essere al centro del dibattito politico delle prossime settimane. Chiediamo all’Amat e al socio unico di incrementare gli sforzi per arrivare a una rapida definizione del piano”