Al via la raffica di scioperi messi in campo per chiedere al Governo di cambiare marcia sulla manovra. Oggi si parte con la sanità: si fermano per 24 ore medici, infermieri e dirigenti.
Poi nel weekend sarà la volta dei treni. E la Cgil tira dritto sulla mobilitazione generale del 29: esonerati solo i ferrovieri, dopo la richiesta del garante. Intanto, stamattina in commissione Bilancio alla Camera scade il termine per presentare gli emendamenti ‘segnalati’ alla manovra.
Sulla base delle informazioni che iniziano ad arrivare dai territori, le percentuali di adesione allo sciopero in corso oggi di medici, dirigenti sanitari, infermieri e professionisti sanitari “sono molto alte, fino a punte dell’85% compresi gli esoneri previsti per legge“. E’ quanto dichiarano Pierino Di Silverio, segretario Anaao Assomed, Guido Quici, presidente Cimo-Fesmed, e Antonio De Palma, presidente del sindacato degli infermieri Nursing Up. “Un segnale importante – scrivono in una nota – che dovrebbe far riflettere sulle condizioni di lavoro inaccettabili negli ospedali e sulla condivisione delle ragioni della protesta“.
Alcune difficoltà organizzative della protesta dei medici e degli infermieri si sarebbero verificate, secondo quanto riferiscono Anaao-Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up, a causa delle disposizioni delle Asl sui contingenti minimi di lavoratori da garantire nei servizi. “Occorre evidenziare – hanno spiegato – che lo sciopero è stato indetto da tre organizzazioni sindacali, e che in buona parte dei servizi del SSN una percentuale di professionisti anche in molti casi superiore a quanto previsto dalla normativa vigente è stata esonerata dallo sciopero per garantire i contingenti minimi, impedendo quindi loro di astenersi dal lavoro. Segnaliamo infine – hanno aggiunto – che circa il 20% delle Aziende non ha dato al personale disposizioni sul contingentamento minimo per lo sciopero, creando grandi difficoltà per circa 20.000 medici e 100.000 infermieri e professionisti sanitari“.
LE PAROLE DEL MINISTRO SCHILLACI
“Sappiamo che la crisi del personale sanitario che stiamo osservando non ha solo ragioni economiche. Veniamo da decenni di turni spesso massacranti, di burnout, di prospettive di carriera limitate“. Lo ha evidenziato il ministro della Salute Orazio Schillaci, intervenendo alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Vita-Salute del San Raffaele a Milano. “A tutto ciò vogliamo rispondere anche con la riorganizzazione e l’implementazione della sanità territoriale e ospedaliera – ha aggiunto -, che stiamo portando avanti con il Pnrr, per permettere al personale medico di lavorare meglio e di essere giustamente gratificato. Per sostenere la sanità – ha concluso – abbiamo previsto l’aumento delle indennità di specificità del personale sanitario, medico e non“.