Nel 2023, la Sicilia si conferma al sesto posto per consumo di suolo netto, che si è attestato al 6,53% della superficie territoriale, un dato quasi identico a quello dell’anno precedente. La regione registra con un incremento netto di 483 ettari, in calo rispetto ai 608 ettari dell’anno precedente. Siracusa, Catania e Palermo le province più colpite dal fenomeno.
Questi i dati principali emersi nel “Rapporto di monitoraggio del consumo di suolo ed elaborazione analisi di stato e/o andamenti anno 2023” pubblicato da Arpa Sicilia (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) dedicati al consumo di suolo nel periodo 2022-2023.
Il monitoraggio del consumo di suolo
Il consumo di suolo si riferisce alla trasformazione di aree naturali, agricole o seminaturali in aree artificiali, spesso a causa dell’espansione urbana, delle infrastrutture e della desertificazione. Questo processo è quasi irreversibile, considerando i lunghi tempi di rigenerazione del suolo.
Arpa Sicilia, in collaborazione con ISPRA e il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), utilizza avanzate tecnologie di monitoraggio, tra cui immagini satellitari dei programmi Sentinel-1 e Sentinel-2. Questi dati vengono analizzati e integrati in cartografie dettagliate per identificare aree consumate e valutare l’impatto sul territorio.
Il monitoraggio prevede la classificazione delle trasformazioni del suolo in consumo permanente (es. edifici, strade asfaltate) e reversibile (es. cantieri, cave non rinaturalizzate). Grazie a queste attività, la regione dispone di un quadro aggiornato sulle dinamiche di trasformazione del territorio, utile per pianificare interventi di tutela e mitigazione.
I DATI DEL MONITORAGGIO IN SICILIA
Il trend regionale e nazionale
In termini percentuali, la Sicilia ha visto un incremento del 0,31% nel 2023, leggermente inferiore alla media nazionale (0,34%). Questo dato rappresenta una diminuzione rispetto all’anno precedente, quando l’isola registrava un incremento dello 0,36%, superiore alla media nazionale.
Il consumo di suolo annuale in ettari (2022-2023) in aree a pericolosità idraulica media, a livello nazionale, mostra come 1.107,5 ettari sono stati
“artificializzati” per quasi due terzi tra Emilia-Romagna e Toscana, mentre il maggior incremento percentuale si è avuto in Sicilia (+0,67%), Abruzzo (+0,66%) e Sardegna (+0,64%), a fronte di un incremento medio nazionale di poco inferiore allo 0,4%.
Il consumo di suolo a livello provinciale e comunale
A livello provinciale è, come l’anno precedente, la provincia di Siracusa (con 92 ettari) a mostrare il maggior consumo di suolo in ettari nell’ultimo anno, seguita, sempre, da quelle di Catania (con 89 ettari) e Palermo con 84 ettari.
Tra i comuni, Augusta guida la classifica con 35 ettari trasformati, seguita da Catania (21 ettari) e Marsala (16 ettari).
Nel 2023 in Sicilia il consumo di suolo netto (bilancio tra nuovo consumo e aree ripristinate) cresce in misura minore rispetto alla media nazionale. Infatti, la crescita netta in Sicilia nel 2023 è stata pari a 0,31%, valore inferiore rispetto a quello della media nazionale (0,34%); mentre nel 2022 era pari, in Sicilia, allo 0,36% valore superiore rispetto a quello della media nazionale (0,33%).
Sostanzialmente il consumo di suolo in Sicilia, nel 2023, in percentuale sulla superficie territoriale si mantiene al 6,53%, valore pressoché identico a quello dell’anno precedente (6,52%).
La densità di consumo di suolo
La densità di consumo netto, ovvero la superficie consumata per ettaro, è diminuita in Sicilia nel 2023, attestandosi a 1,88 m²/ha rispetto ai 2,36 m²/ha del 2022. Questo valore è inferiore alla media nazionale di 2,14 m²/ha.
Variazioni di consumo di suolo nei capoluoghi di provincia siciliani
In sette dei nove territori comunali dei capoluoghi di provincia siciliani (Palermo, Catania, Enna, Ragusa, Messina, Siracusa ed Agrigento) le variazioni di consumo di suolo registrate nel periodo 2022-2023 sono state in diminuzione rispetto a quelle rilevate nel periodo 2021-2022.
Per lo stesso periodo il trend è, invece, in lieve aumento per Trapani e Caltanissetta.
In particolare, nei primi due capoluoghi in ordine di variazione annuale di consumo di suolo crescente si è riscontrato per Caltanissetta da 4 ettari del periodo 2021-2022 si è passati a 7 ettari per il periodo 2022-2023, mentre per Trapani da 7 ettari del periodo 2021-2022 si è passati a 9 ettari per il periodo 2022-2023.
Gli effetti sul territorio
Il consumo di suolo in Sicilia rappresenta una questione ambientale di grande preoccupazione. Nonostante i dati mettono in evidenza una lieve diminuzione nell’incremento annuo, il trend rimane in crescita, con effetti significativi sul territorio.
Il consumo di suolo comporta la perdita di superfici naturali e agricole, riducendo la capacità del territorio di fornire servizi ecosistemici essenziali, come la regolazione del clima, la gestione delle acque e la conservazione della biodiversità.
Inoltre, l’artificializzazione del suolo aumenta il rischio di dissesto idrogeologico, rendendo le aree più vulnerabili a frane e alluvioni. La Sicilia, già esposta a fenomeni di siccità e desertificazione, vede aggravarsi queste problematiche a causa della crescente impermeabilizzazione del suolo.
Quali tecnologie e strategie per salvare il suolo siciliano?
La lotta contro il consumo di suolo in Sicilia richiede un approccio integrato che coniughi tre aspetti fondamentali: pianificazione sostenibile, educazione e tecnologia avanzata.
Con un territorio sempre più minacciato dall’espansione urbana incontrollata, è cruciale oggi a livello politico e burocratico adottare misure concrete per preservare una risorsa essenziale per l’ambiente e le comunità locali siciliane.
Ripensare la pianificazione territoriale
Una gestione più sostenibile del territorio deve partire dalla pianificazione urbanistica. Questo significa incentivare la rigenerazione urbana, privilegiando il riutilizzo di aree già edificate rispetto alla cementificazione di terreni naturali o agricoli.
La Sicilia, con il suo patrimonio architettonico spesso lasciato in abbandono, ha enormi potenzialità per trasformare spazi dismessi in risorse utili alla comunità senza sacrificare ulteriore suolo.
Agricoltura sostenibile e il ruolo della sensibilizzazione
L’agricoltura può diventare una delle principali alleate contro il consumo di suolo. Promuovere pratiche agricole sostenibili non solo tutela la biodiversità, ma contrasta anche l’abbandono delle aree rurali, che spesso diventano bersaglio di urbanizzazioni.
Accanto a queste politiche, diviene strategico sensibilizzare i cittadini sull’importanza del suolo e sugli impatti devastanti della sua perdita. Coinvolgere le comunità locali e realtà del terzo settore attente alla tematica in questa battaglia significa creare un tessuto sociale consapevole e attivo nella difesa del territorio.
L’innovazione tecnologia e la IA come arma per il monitoraggio e la prevenzione
Il progresso tecnologico offre strumenti straordinari per monitorare e gestire il consumo di suolo. Tra questi, il telerilevamento satellitare si rivela essenziale: grazie a immagini ad alta risoluzione, è possibile osservare in tempo reale i cambiamenti nell’uso del suolo, identificando aree critiche e prevedendo trend futuri.
I Sistemi Informativi Geografici (GIS), invece, permettono di analizzare dati spaziali e creare mappe dettagliate per supportare la pianificazione territoriale.
Un metodo innovativo, che utilizza tecniche di telerilevamento satellitare e sistemi informativi geografici (GIS), per le analisi del consumo di suolo, vede Copernicus in prima linea, il programma di osservazione della Terra dell’Unione europea, dedicato a monitorare il nostro pianeta e il suo ambiente a beneficio di tutti i cittadini europei. Offre servizi di informazione basati sull’osservazione satellitare della Terra e dati in situ (non spaziali).
Un programma coordinato e gestito dalla Commissione europea ed è attuato in collaborazione con gli Stati membri, l’Agenzia spaziale europea (ESA), l’Organizzazione europea per l’esercizio dei satelliti meteorologici (EUMETSAT), il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (CEPMMT), le agenzie dell’UE e Mercator Océan.
Il programma utilizza enormi quantità di dati globali provenienti da satelliti e da sistemi di misurazione terrestri, aerei e marittimi per fornire informazioni che aiutino i prestatori di servizi, le autorità pubbliche e altre organizzazioni internazionali a migliorare la qualità della vita dei cittadini europei. I servizi di informazione forniti sono accessibili agli utenti del programma in modo libero e gratuito.
Copernicus viene utilizzato in Italia, su scala nazionale, anche per l’analisi e classificazione semi-automatica delle aree interessate dal consumo di suolo, con le immagini registrate periodicamente dai satelliti Sentinel 2A e 2B, che consentono ai ricercatori l’elaborazione di indici specifici, i.e. NDVI (Normalized Difference Vegetation Index), che evidenziano fenomeni come la presenza e lo stato della vegetazione.
Tra le innovazioni più promettenti figurano inoltre l’intelligenza artificiale (IA) e il machine learning, che stanno rapidamente diventando alleati fondamentali nella difesa del territorio.
Grazie alla capacità di elaborare grandi quantità di dati in tempi brevissimi, i sistemi di IA permettono di analizzare immagini satellitari e dati geospaziali con una precisione mai vista prima.
Ad esempio, oggi vengono sviluppati algoritmi avanzati di riconoscimento delle immagini possono distinguere automaticamente tra aree urbane, agricole e naturali, identificando così cambiamenti nel territorio difficili da rilevare con i metodi tradizionali.
Questi strumenti non si limitano al monitoraggio: il machine learning può prevedere trend futuri, come le aree più vulnerabili a nuove costruzioni o quelle che rischiano di essere abbandonate. Attraverso l’analisi storica dei dati, le tecnologie di IA individuano pattern di consumo del suolo, aiutando amministrazioni e pianificatori a prendere decisioni informate.
Per esempio, un modello predittivo può segnalare con anticipo le zone rurali soggette a urbanizzazione, permettendo di intervenire prima che il danno sia fatto.
Un altro utilizzo innovativo è la creazione di mappe dinamiche basate su scenari di sviluppo. Combinando IA, GIS e big data, queste mappe mostrano come potrebbe evolvere il consumo di suolo in base a diverse politiche o interventi. Diventando così eccezionali strumenti per valutare l’efficacia delle misure adottate e pianificare azioni correttive in tempo reale.
Inoltre, la tecnologia consente un monitoraggio continuo e automatizzato. Piattaforme che integrano IA e telerilevamento possono inviare notifiche in caso di cambiamenti significativi del territorio, garantendo interventi tempestivi. Da anni il telerilevamento con utilizzo dei droni stà dando ottimi risultati con la tecnologia di rilievo da APR che sta prendendo piede in molteplici settori, compresi quello geologico e geomorfologico.
Questa capacità di vigilanza costante e altamente innovativa in Sicilia può rivelarsi decisiva in una regione, dove il rischio di abusivismo edilizio e sfruttamento non pianificato del suolo è elevato.
Infine, l’IA può essere utilizzata per migliorare la partecipazione pubblica. Attraverso applicazioni digitali, i cittadini possono segnalare cambiamenti nel loro territorio, alimentando sistemi di machine learning con dati locali. Questo approccio non solo democratizza il monitoraggio del suolo, ma crea una consapevolezza collettiva sull’importanza della tutela del territorio.
Il connubio tra tecnologia avanzata e gestione del suolo rappresenta una delle novità e opportunità più grandi per affrontare il consumo indiscriminato. L’intelligenza artificiale, con il suo potenziale analitico e predittivo, se correttamente utilizzata e posta al centro di politiche ambientale e territoriali lungimiranti, con investimenti chiave, potrebbero nel tempo costruire un futuro in cui progresso e sostenibilità possono rivelarsi determinanti per il territorio siciliano.