Gibellina è la prima Capitale italiana dell’arte contemporanea per il 2026. La Città vincitrice, distrutta dal terremoto del Belice e poi ricostruita ex novo, potrà realizzare per il periodo di un anno progetti culturali che prevedono attività diverse come mostre, festival e rassegne, oltre alla realizzazione e alla riqualificazione di spazi e aree dedicate alla fruizione dell’arte contemporanea.
A spiegare le ragioni di questo importante riconoscimento da parte del Ministero della Cultura, è stato il presidente della Fondazione Orestiadi di Gibellina Calogero Pumilia, politico di lungo corso e più volte Sottosegretario di Stato, protagonista della puntata n.303 di Bar Sicilia, condotta da Maria Calabrese e Maurizio Scaglione.
Con la sua candidatura, Gibellina offre alla Sicilia e all’Italia un esemplare modello di intervento culturale, in cui l’arte fa da padrona che assolve ad una precisa funzione sociale. In primis il rilancio di uno straordinario patrimonio di opere, coniugando attraverso la memoria il presente con il futuro, la sua conservazione e valorizzazione, attenzione alle virtù locali con una spiccata ambizione al riconoscimento a livello internazionale. L’arte contemporanea di Gibellina ha, poi, una capacità che è quella di coinvolgere non solo la cittadinanza ma anche le nuove generazioni interpellate sulla base di una comune consapevolezza civica che ha a che vedere con la propria eredità storica. Caratteristiche di una Città pioniera di ciò che oggi definiamo rigenerazione urbana e per essere un grande laboratorio dove l’arte contemporanea funge da pungolo per soluzioni sui temi della comunità.
Non sono mancate le riflessioni sul un altro importante appuntamento che vedrà Agrigento Capitale italiana della Cultura per il 2025. C’è la possibilità di mettere insieme le opportunità che Gibellina e la Città dei Templi potranno mettere a frutto per il bene comune dell’Isola? Lo scopriremo nel corso di questa puntata.
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