Lo spettro di un nuovo stop a tram ed autobus rimane dietro l’angolo. In casa Amat continua a tenere banco la vertenza avviata dai lavoratori sui cosiddetti accordi di secondo livello. Si tratta di un pacchetto di diritti dei lavoratori che fanno riferimento ad una serie di voci. Dai buoni pasto ai bonus produzione, passando per il passaggio a full-time di quei dipendenti che sono ancora part-time (come ad esempio alcuni ausiliari del traffico). I sindacati hanno chiesto più volte al Comune e al management di via Roccazzo di dare dei segnali in tal senso negli scorsi mesi. Ma dagli uffici del Controllo Analogo in particolare, ad oggi, è sempre arrivato un secco “no”. E la sensazione è che, senza l’approvazione del nuovo piano industriale e del relativo contratto di servizio, lo spartito non cambierà.
Vertice nella sede di Amat: l’esito è negativo
Il piano di riequilibrio impone sacrifici a tutti, soprattutto alle società Partecipate come Amat. Il rinnovo dei contratti di servizio delle falangi dell’Amministrazione Comunale dovrà avvenire a pari corrispettivo e nel rispetto dei principio dell’accordo con lo Stato firmato per la salvaguardia dei conti di Palazzo delle Aquile. Accontentare le richieste dei lavoratori non è quindi missione facile. Tutto passa inevitabilmente dalla programmazione. Tradotto, da due documenti chiave: il piano industriale e il contratto di servizio. Una linea confermata anche all’ultimo vertice tenuto ieri negli uffici di via Roccazzo. Presenti i rappresentanti dei dipendenti di Amat e il management dell’azienda. L’obiettivo era di cercare una quadra sulla procedura di conciliazione. Ma da quanto si apprende da fonti sindacali, l’incontro si sarebbe chiuso negativamente. Senza i documenti programmatici sopracitati, chiudere la vertenza sarà impossibile. Insomma, l’ennesima fumata nera. A questo punto, gli esponenti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Orsa, Cobas e Cisal rimarranno in attesa della convocazione in Prefettura. Sede nella quale si proverà a portare a termine la vertenza . Un momento che, con ogni probabilità, arriverà non prima dell’inizio del 2025.
Si rischia un nuovo sciopero
Il rischio è che, in caso di esito negativo, i rappresentanti dei lavoratori di Amat possano convocare una nuova giornata di sciopero. E questa sarebbe la quinta protesta consecutiva da inizio 2024. Di sicuro, lo stop ai mezzi Amat non avverrà il 24 gennaio 2025. La richiesta dei sindacati è pervenuta infatti fuori dai 90 giorni dall’ultima richiesta di conciliazione. In caso di sciopero quindi, bisognerà scegliere un’altra data fra quelle fornite dalla commissione di Garanzia del Ministero. Per allora, la speranza di tutti è che la Giunta Comunale riesca ad esitare il piano industriale e il contratto di servizio. Questo permetterebbe di esaudire almeno parte delle richieste dei dipendenti di Amat. Il passaggio a full-time dei part-time rimasti in Amat, l’istituzione di un buon pasto da 7 euro; la revisione delle indennità di funzione per i dipendenti di area 1 e 2, la creazione di alcuni super-bonus produzione e la riattivazione del premio evitati sinistri.