Alla gestione dei bandi di gara per i due termovalorizzatori da realizzare in Sicilia ci penserà Invitalia. Lo ha annunciato il presidente della Regione Renato Schifani, durante la convention organizzata dall’assessore alle Attività Produttive Edy Tamajo presso “Le Terrazze” di Mondello. L’agenzia, di proprietà del Ministero dell’Economia, sarà chiamata ad individuare gli operatori economici migliori fra quelli presenti sul mercato.
“I termovalorizzatori sono una scommessa del nostro Governo – ha dichiarato Schifani -. Dobbiamo uscire dalla crisi dei rifiuti, da questa oscenità delle città sporche. Dobbiamo uscire dallo scandalo che la Sicilia paga 100 milioni l’anno per portare i rifiuti all’estero e farli bruciare. E’ uno scandalo“. Il governatore ha affermato di aver incontrato, nei giorni scorsi, i dirigenti di Invitalia. La sintesi di quanto concordato si è tramutata in un protocollo d’intesa sottoscritto ieri fra le parti. “Stiamo seguendo un percorso serio – ha aggiunto Schifani -. Vengo dalla scuola berlusconiana. Poche chiacchere, più fare“.
La volontà del presidente Schifani
Come è noto, gli impianti saranno realizzati a a Palermo (all’interno della discarica di Bellolampo) e a Catania (nell’area industriale). Entrambi sono già inseriti nell’ultima versione del “piano rifiuti” regionale presentata a novembre. Secondo le previsioni, le strutture volute dalla Regione Siciliana saranno in grado di lavorare 600.000 tonnellate di spazzatura, producendo un quantitativo di 50 megawatt di energia. Inoltre, ci sarebbe un abbattimento dei costi della gestione dei rifiuti. In particolare per quei comuni che, per la ben nota carenza di discariche nell’Isola, sono costretti a portare la propria spazzatura all’estero, con conseguenti ricadute sulla TARI per i cittadini.
I punti di forza del progetto
Secondo le previsioni degli uffici della Regione infatti, attraverso il nuovo “piano rifiuti” si potrà recuperare il 65% dei rifiuti urbani, realizzando al contempo l’eliminazione dei trasferimenti dei rifiuti fuori Regione, la riduzione del 40% dei costi di trattamento rispetto a quelli attuali con un risparmio di circa 150 milioni annui, e la riduzione del conferimento in discarica depositando non oltre il 10% di tutti i rifiuti prodotti, rispettando così gli obblighi previsti dalla normativa europea.
A giocare a favore del progetto ci sono poi i rapporti istituzionali fra Comune e Regione. A fare da raccordo fra i due enti c’è Pietro Alongi, assessore all’Ambiente della Giunta Lagalla e coordinatore provinciale di Forza Italia. Una sorta di “facilitatore” che potrebbe impedire eventuali misunderstanding fra i due enti.
I problemi
Al momento, è in corso la fase di progettazione. L’inizio dei lavori dovrebbe avvenire, secondo le previsioni di Palazzo d’Orleans, entro l’inizio del 2026. Bisognerà però superare alcune difficoltà. A cominciare da un nutrito fronte del “no”, il quale è già sceso in piazza per rappresentare le proprie perplessità. Ci sono poi i problemi burocratici. Con riguardo al termovalorizzatore da realizzare a Palermo, lo stesso dovrebbe sorgere a cavallo delle pertinenze della discarica di Bellolampo. La gran parte dell’area che sarà occupata dall’impianto è all’interno della discarica. Tuttavia, potrebbe essere necessario ricorrere ad alcuni espropri. In tal senso, gli uffici di Comune e Regione sono già al lavoro per trovare un accordo con i proprietari dei terreni.