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Il fatto

Mafia ad Agrigento, processo Xydi: sette condanne e due assoluzioni, ventidue anni al boss Falsone

sabato 11 Gennaio 2025
tribunale Agrigento
Tribunale di Agrigento

I giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduta da Wilma Angela Mazzara, hanno condannato a 22 anni di reclusione, la Dda di Palermo ne aveva chiesti 24, il boss ergastolano al 41 bis Giuseppe Falsone di Campobello di Licata.

Secondo i giudici, aveva ripreso a comandare strumentalizzando il suo legale Angela Porcello che trasmetteva ogni suo messaggio all’esterno. Complessivamente sette le condanne, per gli affiliati della Stidda e il poliziotto Filippo Pitruzzella che era finito sotto inchiesta per concorso esterno in associazione mafiosa, e due le assoluzioni.

Ad essere assolto l’avvocato di Canicattì, Calogero Lo Giudice, finito a processo (e dimessosi dal ruolo di segretario della camera penale 4 anni fa, in seguito al suo coinvolgimento nell’inchiesta) con l’accusa di avere aiutato la collega Porcello a falsificare un timbro sulla data di un ricorso per evitare la condanna definitiva e l’arresto di un cliente. Per lui, il pm aveva chiesto 2 anni e 4 mesi. Assolto (il pm aveva chiesto 4 anni) anche Calogero Valenti, 59 anni, di Canicattì, accusato di favoreggiamento.

Oltre al boss ergastolano Giuseppe Falsone, capo provincia di Cosa nostra arrestato a Marsiglia il 25 giugno del 2010, i giudici del tribunale di Agrigento hanno condannato altri 6 imputati dell’inchiesta Xydi.

Ventinove anni sono stati inflitti ad Antonino Chiazza, 55 anni, presunto boss della Stidda (30 anni la richiesta); 18 anni per Pietro Fazio, 52 anni, presunto affiliato della Stidda (24 anni); 28 anni per Santo Gioacchino Rinallo, 65 anni anche lui ritenuto affiliato di spicco della Stidda (25 anni); 22 anni per Antonio Gallea, 67 anni, presunto componente della Stidda (20 anni), tutti di Canicattì.

Dodici anni e un mese invece per Filippo Pitruzzella, 64 anni, ispettore della polizia in pensione, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa per avere fatto da “talpa” ad Angela Porcello e al compagno mafioso Giancarlo Buggea. Pitruzzella, per cui la Dda aveva chiesto 11 anni, era in servizio al commissariato di Canicattì ed è stato ritenuto “a disposizione”.

Pitruzzella ha invece sempre sostenuto di avere provato a “usare” l’avvocato Porcello per catturare, su incarico dei servizi segreti, l’ex superlatitante Matteo Messina Denaro, indagato nell’indagine. Condannato ad 1 anno e 6 mesi Stefano Saccomando, 47 anni, di Palma di Montechiaro, accusato di favoreggiamento (4 anni la richiesta) è stato riconosciuto colpevole di avere mentito agli inquirenti e negato minacce da parte di Buggea e altri affiliati legati al prezzo di vendita di una partita di frutta. I giudici hanno escluso l’aggravante del favoreggiamento alla mafia e la pena è stata sospesa.

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