Continua a bruciare uno dei temi più caldi della I commissione all’Ars, presieduta da Ignazio Abbate, la riforma della dirigenza regionale. Riparte proprio da qui il lavoro del 2025.
La riforma interverrebbe a distanza di oltre venti anni dall’ultima legge regionale del 2000 ed è finalizzata proprio ad allineare l’ordinamento della dirigenza a quella di tutti gli enti del comparto funzioni locali e, al contempo, a eliminare le criticità determinate dal mantenimento della cosiddetta terza fascia dirigenziale, sconosciuta nel panorama nazionale e la cui durata era stata concepita come transitoria.
Concluso il tour de force della Finanziaria, la partita si gioca tutta su un nodo principale, ovvero fascia unica o doppia.
Una lotta ancora aperta però, un nodo che non si riesce a sciogliere, tra il direttore generale e il governo Schifani. Salta il voto di domani programmato per martedì 21 gennaio, come deciso dal presidente Abbate, un intervallo temporale necessario per dare la possibilità alla maggioranza e soprattutto a Fratelli d’Italia di effettuare delle verifiche.
I dirigenti uscenti, infatti, così come i sindacati, puntano tutto sulla doppia fascia, gli attuali dirigenti andrebbero riconosciti tra le fila della prima fascia, mentre gli entranti come seconda fascia.
Di altro parere, invece, è il governo regionale che, in linea con le indicazioni nazionali, porta avanti la fascia unica.
Un cambio di passo all’interno dell’Amministrazione regionale è da valutare sul fronte del reclutamento di nuove risorse umane, per donare nuova linfa al comparto. A oggi, infatti, servirebbero 752 dirigenti, per dare benzina alla macchina amministrativa regionale che attualmente ne conta soltanto 600.
Il ddl prevede che il ruolo unico della dirigenza, istituito con legge del 2000, sia articolato in aree di competenza, al fine di tener conto delle professionalità tecniche necessarie in alcuni rami della Pubblica amministrazione, puntando ad nuova qualifica unica dirigenziale alla quale si potrà accedere solo per concorso pubblico. Il ruolo dei dirigenti dell’Amministrazione regionale, aggiornato da ultimo con un decreto del gennaio 2024, con riferimento ai dirigenti in servizio al 31 dicembre 2023, comprende complessivamente 698 dirigenti, di cui solo tre di seconda fascia e la rimanente parte di terza fascia.
Nonostante il voto segreto, però, si rischia la possibilità di far uscire allo scoperto i franchi tiratori che vanno nella direzione della doppia fascia, visto la richiesta da parte dei sindacati.