Da Trapani a Catania, sono tantissime le bellezze da visitare assolutamente in Sicilia, dal mare con spiagge e acque cristalline. Le mete siciliane sono tra le 52 proposte di turismo alternativo che il New York Times propone ai suoi lettori per quest’anno (clicca qui). Percorrendo i vari percorsi, come suggerisce il “Sicily Divide”, ovvero un percorso di 460 chilometri che porta i turisti in giro tra sentieri e strade sterrate ma anche borghi storici e villaggi incantevoli, è obbligatorio fermarsi a Taormina, la perla dello Ionio.
Partendo da Catania, il viaggio verso Taormina offre viste spettacolari sul Mar Ionio, passando per paesi costieri e colline verdeggianti. Dalla Cattedrale di Sant’Agata, il Teatro Romano al Monastero dei Benedettini, alcune delle meraviglie architettoniche da esplorare. Fino Acireale, la località più importante della Riviera dei Ciclopi che sorge su una serie di terrazze laviche che digradano verso il mare, il percorso prosegue con fermate a Giarre-Riposto e Fiumefreddo di Sicilia, ma il grande traguardo, dopo aver ammirato dai finestrini del treno la bellezza della costa, è Taormina.
Tra le attrazioni da non perdere sicuramente, spicca il Teatro Antico e duomo di Taormina, un’opera architettonica di età medioevale, si colloca vicino porta Catania sul Corso Umberto. Le merlature che la contraddistinguono la rendono più simile a una fortezza e all’ interno si possono trovare opere di età bizantina, rinascimentale e barocca.
Davanti l’ingresso principale si può ammirare la fontana seicentesca in stile barocco, ovvero la centaura incoronata che stringe in una mano lo scettro del comando e nell’altra sorregge il mondo.
Palazzo Corvaja che si colloca all’estremità del corso Umberto, vicino porta Messina. È un antichissimo palazzo le cui radici affondano nel XI secolo, quando fu eretta la torre a forma di cubo.
Questa fu poi ampliata assumendo nel corso dei secoli la conformazione attuale. Nel 1411 fu Sede del Parlamento Siciliano e in seguito venne poi abitato dalla potente famiglia Corvaja. Dopo un lungo periodo di abbandono è stato restaurato per volontà del comune di Taormina e oggi è sede dell’Azienda autonoma di soggiorno e turismo.
Arroccata sul punto più alto di Taormina sorge una chiesetta molto particolare perché costruita all’interno della roccia. Vi si può arrivare attraverso una scalinata di 300 scalini oppure con la propria auto per mezzo della Circonvallazione.
La graziosa chiesetta venne fondata intorno al 1640 e le sue origini sono legate a una leggenda che narra l’apparizione della Madonna ad un pastorello in cerca di riparo in una notte tempestosa. Accanto la chiesa sorge un piccolo monastero, tutt’ora in disuso.
Ma a Taormina c’è tempo anche per la mondanità. Corso Umberto è la principale via pedonale, punteggiata da negozi di alta moda, caffè e ristoranti. Passeggiando lungo il Corso, si possono ammirare edifici storici e godere dell’atmosfera vivace della città. Meritano una visita anche i Giardini della Villa Comunale: un’oasi di pace e verde, ideale per una passeggiata rilassante. I giardini offrono una vista panoramica mozzafiato sulla costa e sull’Etna. Ammirate anche la grande varietà di piante esotiche e fiori colorati.
E poi c’è l’affascinante Isola Bella, il simbolo di Taormina, una piccola isola, una riserva naturale di rara bellezza. Collegata alla terraferma da una stretta striscia di sabbia, Isola Bella è perfetta per un bagno rinfrescante quando il caldo dell’estate si fa opprimente o per lo snorkeling nelle sue acque cristalline.
È molto semplice da raggiungere a piedi dalla spiaggia in quanto attaccato da un lembo di terra che può essere più o meno scoperto a seconda delle maree, in ogni caso il livello dell’acqua non supererà mai le ginocchia. L’isola Bella è un vero e proprio museo naturalistico in quanto un concentrato di vegetazione rigogliosa.
Per ultimo, ma non per importanza c’è il Castello di Taormina. Il Castello Arabo-Normanno di Taormina (detto anche Castello di Monte Tauro o Castello Saraceno) si trova sulla rocca del Monte Tauro, a 397 metri di quota.
La posizione consente di vedere il versante ionico, delimitato a nord dallo Stretto di Messina, a sud dalla vallata del fiume Alcantara e dalle pendici dell’Etna, in lontananza dall’impianto urbano della città di Catania e ad ovest dal sistema montuoso dei Peloritani.
Questa sua posizione lo connota, insieme al Teatro Antico, come una delle acropoli che fin dai tempi remoti costituivano punti strategici di controllo delle vie di passaggio da Catania a Messina.
La Storia
Durante l’epoca greca e romana, la città di Taurmenion aveva due acropoli. La prima era la rocca del Tauro, che fungeva da acropoli per la città. La seconda acropoli era chiamata Castello di Mola e si trovava ad un livello superiore rispetto alla rocca del Tauro. Le due acropoli, con i rispettivi nuclei abitati e fortificazioni, erano distinti rispettivamente in “castrum superius” e “castrum inferior”.
La prima costruzione fortificata risale verosimilmente all’età bizantina, rappresentando a lungo uno degli avamposti di difesa nella guerra contro gli arabi.
Dall’agosto del 908 al 969 Taormina fu sottoposta a tre invasioni Saracene che assoggettarono la cittadina ad un terrificante assedio. L’ultima invasione da parte dei Saraceni, che si svolse dal 964 al 969, si concluse con l’ennesima capitolazione ed il territorio dell’isola fu suddiviso in cinque unità amministrative governate da altrettanti principi insediati nelle città di: Taormina, Palermo, Messina, Siracusa e Trapani. La liberazione di Taormina dalla tirannide saracena avvenne per opera del Gran Conte Ruggero.
Essendo infatti una caratteristica della rocca l’inespugnabilità, i Normanni quando nel 1079 assediarono il castello, che era sotto il dominio dei saraceni, adattarono la strategia del Conte Ruggero tagliando ogni rifornimento, bloccando gli accessi via mare, con la chiusura del porto, e facendo edificare intorno alla città ventidue torri di legno, costringendo il nemico alla resa. Nel 1134 l’abitato fu sottoposto al monastero di San Salvatore della Placa presso Francavilla di Sicilia. Mentre durante il dominio di Federico II di Svevia, chiamato “Stupor Mundi” per le sue qualità intellettuali, politiche e militari, la fortezza fu affidata ad un nobile castellano.
Nel XV secolo sono documentati restauri e modifiche alle mura della fortezza.
Durante l’epoca aragonese, la castellania venne affidata, in ordine cronologico, alla famiglia Asmundo (sotto la Casa d’Aragona), a Bernardo Orioles (al tempo di Pietro II d’Aragona), a Riccardo Marchese (sotto il regno di Ludovico di Sicilia e Federico IV d’Aragona), ed a Federico Spadafora, il quale ricevette l’affidamento della castellania e la carica di governatore.
Nel 1435 venne poi nominato capitano Pietro Candiani, sotto il regno di Alfonso V d’Aragona, seguito, in epoca spagnola, da Girolamo Campolo, Antonio Balsamo e da Giacomo Balsamo che assunse nel 1547 la carica di vicario generale di Taormina.
Nello stesso periodo, avvenne la rivalorizzazione del sito con la costruzione di un luogo di culto dedicato alla Madonna della Rocca. Fondata dall’Abate Francesco Raineri con l’aiuto dell’arcivescovo di Messina Geronimo Venero. La chiesetta di S. Maria della Rocca fu costruita sfruttando la conformazione a grotta della roccia lì esistente, tanto che parte del suo soffitto è costituito dalla roccia viva, pietra di Taormina.
Al Castello si arriva attraverso una scalinata intagliata nella roccia, che partendo dalla suggestiva chiesetta della Madonna della Rocca, attraversa un avancorpo presidiato da camminamenti di ronda prima di raggiungere la porta.
Il maniero ha forma trapezoidale ed è dotato di una torre, che era adibita a postazione di vedetta. I muri esterni si sono conservati per un’altezza di oltre quattro metri, mentre quelli interni sono quasi tutti crollati. All’interno tra l’altro rimangono anche una cisterna, per la raccolta dell’acqua piovana, un corridoio sotterraneo, per il deposito di vettovaglie ed armi, ed una scalinata con struttura a ventaglio che portava al mastio.
Un importante esempio di attività imprenditoriale turistica che dopo 35 anni ha riaperto le sue porte alla pubblica fruizione sul territorio è il Castello di Taormina, fortezza Arabo-Normanna del XI secolo, noto anche come Castello di Monte Tauro o Castello Saraceno. Al Castello di Taormina si giunge tramite una scalinata intagliata nella roccia e i visitatori, una volta fatto ingresso al Castello, situato nel cuore di Taormina, possono immergersi nel passato esplorando 21 punti d’interesse, guidati da un’audioguida multilingue e una mappa 3D che arricchiscono l’esperienza con informazioni dettagliate sul patrimonio storico e incontaminate leggende legate al territorio e al Castello.
Al termine della visita, viene offerta una pergamena personalizzata, la “Nobilis Castrii Tauromenii“, come ricordo esclusivo di questa esperienza. Ecco che allora vi svelo una chicca importante legata castello che potrete notare anche voi: grazie ai suoi 397 metri di altitudine offre ai visitatori ben 4 panorami mozzafiato a 360°.
Il Castello di Taormina si potrà visitare dal 13 gennaio al 14 febbraio 𝗮𝗰𝗾𝘂𝗶𝘀𝘁𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗶𝗹 𝗯𝗶𝗴𝗹𝗶𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗲𝘀𝗰𝗹𝘂𝘀𝗶𝘃𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗼𝗻𝗹𝗶𝗻𝗲 sul sito web www.castelloditaormina.it/biglietto-online/