Gli autisti dei mezzi Amat sono pronti ad incrociare nuovamente le braccia. In una nota inoltrata dai rappresentanti di Cgil, Cisl, Uiltrasporti, Ugl, Cisal, Cobas e Orsa, i sindacati hanno annunciato una nuova giornata di sciopero convocata per l’1 marzo 2025. Autobus e tram si fermeranno per otto ore, dalle 9.30 alle 17.30, mentre il personale amministrativo e dell’officina rimarrà fermo per l’intero turno lavorativo. Dopo il rinvio della giornata di sciopero del 24 gennaio, dettata da problemi burocratici, non è bastato l’ennesimo annuncio dell’azienda sulla conclusione dell’iter sul piano industriale. Questione che può essere chiusa soltanto dalla Giunta Comunale attraverso apposita delibera. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la conclusione negativa dell’ennesima procedura di conciliazione in Prefettura.
La nota dei sindacati
A ricostruire la vicenda sono proprio le organizzazioni sindacali di Amat. “La proclamazione di sciopero di 8 ore per il 24/01/2025 veniva rigettata per il superamento dei termini previsti dalla normativa. Pertanto, ai sensi delle vigenti norme, si ripartiva con le procedure di raffreddamento registrando ancora negativamente sia l’incontro in azienda avvenuto in data 23/12/2024 che la fallita convocazione in Prefettura predisposta dalla stessa per il giorno 16 gennaio 2025. non avvenuta per volontà dell’azienda di differire la stessa a data da destinarsi“.
Le richieste dei lavoratori Amat
Qualora si realizzasse, quella del 1 marzo 2025 sarebbe la quinta giornata di sciopero consecutiva dall’inizio della vertenza dei lavoratori Amat. A tal proposito, le richieste dei sindacati rimangono sempre le stesse: il passaggio a full-time dei lavoratori ancora part-time (come ad esempio gli ausiliari del traffico), l’istituzione di un buono pasto giornaliero da 7 euro, la revisione delle indennità di funzione dei dipendenti area 1 e 2, l’istituzione del super-bonus giornaliero per gli operatori di esercizio e per gli operatori dell’officina, la riattivazione e la rimodulazione del premio “evitati sinistri”. Richieste a cui non ci sono ancora risposte. Quest’ultime potranno arrivare soltanto dopo l’approvazione del piano industriale e del contratto di servizio. I lavoratori attendono. La politica ragiona sul da farsi.