I giudici della terza sezione penale del tribunale di Palermo presieduta da Fabrizio La Cascia, hanno condannato, ex burocrati dell’edilizia privata del Comune, politici e costruttori coinvolti in un presunto giro di mazzette per alcuni piani di lottizzazione approvati in consiglio comunale a Palermo. Un imputato è stato assolto e per un altro il reato è stato considerato prescritto. L’inchiesta, partita nel 2019 con arresti che scattarono nel 2020, scaturì da dichiarazioni del pentito di mafia di Belmonte Mezzagno Filippo Salvatore Bisconti, anche lui architetto e impegnato nell’edilizia. I carabinieri e i finanzieri indagarono su alcune lottizzazioni nelle aree industriali dismesse dell’ex Keller di via Maltese, alcuni capannoni in via Messina Marine e dell’ex fabbrica di agrumi a San Lorenzo.
Piani approvati in consiglio comunale in cambio, secondo l’accusa, di mazzette. Sono stati condannati Mario Li Castri, ex dirigente dell’Area tecnica del Comune, a 7 anni di reclusione, Giuseppe Monteleone, già dirigente dello Sportello unico delle Attività produttive 7 anni, l’architetto Fabio Seminerio a 5 anni, Giovanni Lupo costruttore della Biocasa srl 8 anni, Giovanni Lo Cascio, già capogruppo del Pd e presidente della commissione Urbanistica del Comune a un anno, Sandro Terrani, all’epoca capogruppo di Italia Viva e membro della commissione Bilancio a 8 mesi pena sospesa, Francesco La Corte altro costruttore, un anno pena sospesa. Unica assolta, l’architetto Giovanna D’Attardi, “per non aver commesso il fatto”. Per il direttore dei lavori di un cantiere della Biocasa, l’ingegnere Agostino Minnuto, è stata dichiarata invece la prescrizione.
La società Biocasa è stata condannata a pagare una sanzione di 350 mila euro ed è stata disposta un’interdittiva di un anno. Inoltre sono state inflitte una serie di pene accessorie: Li Castri, Monteleone e Lupo sono stati dichiarati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici, Seminerio per 5 anni, mentre Terrani e Lo Cascio per un anno. Infine è stata disposta la trasmissione della sentenza alla procura generale della Corte dei conti. I giudici hanno quasi integralmente accolto le richieste dei sostituti procuratori Giovanni Antoci e Andrea Fusco.