“La sanità è un diritto fondamentale e per noi non ha colori politici. Per questo motivo, invitiamo tutti i cittadini a partecipare all’assemblea pubblica dedicata alla situazione del sistema sanitario nella nostra provincia. Ci confronteremo sulle criticità, sui bisogni degli utenti e dei cittadini, sulle possibili soluzioni per garantire un servizio sanitario efficiente e accessibile a tutti».
L’invito della deputata regionale trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi, è per domenica pomeriggio presso la sede del Movimento in via Mafalda di Savoia 30, a Trapani, con inizio alle 17.30. Un invito particolare è rivolto proprio agli operatori della sanità: ai medici di medicina generale, sempre più travolti da adempimenti amministrativi e burocratici e costretti a penalizzare visite, diagnosi e cure; ai medici ospedalieri, costretti a turni massacranti ed esposti al bournout; al personale infermieristico, insufficiente e chiamato a rispondere alle sempre più aumentate richieste dei reparti; ai responsabili dei laboratori di analisi, chiamati ad assicurare le prestazioni anche quando non ci sono i fondi; ai farmacisti che si misurano ogni giorno con i cambiamenti, a volte cervellotici, dei prontuari e delle procedure.
L’assemblea civica provinciale di Trapani, prima tra le altre, si inserisce in una serie di incontri che il Movimento 5 stelle sta organizzando in tutte le province siciliane per poi tradurre concretamente in proposte a livello regionale le risultanze che emergeranno dal confronto con i cittadini e con gli operatori sanitari.
“Le nostre assemblee provinciali, indipendentemente dall’appartenenza politica o dall’interesse verso il Movimento 5 Stelle, sono aperte a tutti, perché – dice ancora la Ciminnisi – la salute riguarda ogni cittadino e richiede un impegno collettivo; auspichiamo la partecipazione di tutti e soprattutto degli addetti ai lavori che vogliano offrire un contributo a questo dibattito partecipato, con cui si intende avviare un percorso in grado di rimettere al centro il cittadino-paziente e anche il benessere lavorativo degli operatori che prestano la propria attività in una sanità regionale ormai al collasso».