Alla presenza dei vertici dell’Oie (l’Organizzazione mondiale della sanità animale) rappresentato dalla direttrice generale Oie Monique Eloit e dei rappresentanti delle istituzioni nazionali e regionali, presso l’Istituto Zooprofilattico di Palermo è stato presentato il nuovo ufficio per la cooperazione internazionale mediterranea: “Stor: Scientific &. Technical Office Remesa”.
Un momento importante in cui si assiste alla firma dell’Accordo Internazionale sul Progetto Remesa tra la Regione Siciliana, l’IZS siciliano(la struttura pubblica che ha processato il maggior numero di tamponi) e l’OIE. Si riconosce, dunque, il ruolo fondamentale dell‘Istituto Zooprofilattico siciliano.
“Con questo progetto coinvolgiamo la salute animale, la salute umana e anche l’ambiente“, sostiene la direttrice dell’OIE.
La sorveglianza epidemiologica, la diagnostica precoce, la lotta alle malattie transfrontaliere e la ricerca tecno-scientifica sono i principi ispiratori del progetto presentato questa mattina durante la conferenza.
“Si tratta di un evento di importanza storica senza precedenti , poiché è stata affidata alla città di Palermo una sede operativa, che vuol dire rigenerazione delle linee di comunicazione in ambito scientifico, mettendo in atto un’alleanza virtuosa tra ricercatori dei 15 paesi mediterranei. Per la Sicilia e per l’Italia, questo rappresenta un grande vanto inestimabile. E confesso che sono molto emozionato e lusingato per aver avuto l’opportunità di coordinare l’apertura di questo evento. Palermo diventa la capitale di questa cooperazione scientifica. E io come siciliano pure sangue, rivendico questa appartenenza e sono felice di questa opportunità. Se da Parigi alla Mauritania hanno voluto che tutto arrivasse a Palermo, un motivo ci deve essere”, sottolinea il dott. Francesco Mercadante, che ha moderato l’incontro.
La novità di grande rilevanza è che Palermo si trasformerà in un Ufficio tecnico permanente, concretizzando un percorso che va avanti da almeno un triennio. Dunque il Capoluogo siciliano diventerà sede operativa nel campo della sorveglianza epidemiologica e della lotta alle malattie transfrontaliere.
Remesa (Réseau Méditeranéen de Santé Animal) è uno strumento di collaborazione nel campo della sanità animale tra 15 Paesi mediterranei, 6 dei quali nordafricani (Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Mauritania, Egitto), 2 del Medio Oriente (Libano, Giordania), 7 del’Europa meridionale (Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Malta, Cipro).
Alla manifestazione presente anche l‘assessore regionale della Salute, Ruggero Razza, il cui intervento ha fatto luce circa la forte partecipazione del governo Musumeci nel sostenere l’espletamento delle attività da parte dell’istituto sperimentale in questione, apportando un importante contributo finanziario di 10 milioni di euro per la realizzazione di un laboratorio di livello internazionale. Ciò diventa fondamentale in vista dell’evento internazionale dell’OIE che si terrà a Catania, nel 2022.
“Ringrazio la direzione generale di Dgsaf del Ministero della Salute, la direttrice generale dell’Oie e tutti gli ospiti presenti a questa iniziativa che rende onore all’Istituto Zooprofilattico sperimentale siciliano. Per me – dice l’assessore Razza – è un piacere particolare, perché da qualche mese anche la Sicilia ha recepito la normativa nazionale che affida alle Regioni un ruolo fondamentale nella gestione degli istituti zooprofilattici, e quindi siamo molto contenti di poter lavorare oggi in maniera molto più proficua con l’istituto zooprofilattico, contribuendo alla cooperazione internazionale alla quale gli istituti partecipano. Per la Sicilia è un piacere doppio, per il Protocollo che sigliamo con la direttrice generale dell’OIE, perché la Regione vuole fare la sua parte attorno alla presenza di Remesa come hub in questo territorio. Stiamo investendo tanto su questo istituto, la Regione Siciliana ha erogato 10 milioni di euro, e vorremmo mettere a disposizione tutto ciò che serve per rendere l’istituto un punto di riferimento importante in Sicilia e fuori dalla Sicilia. La pandemia ha messo al centro del sistema sanitario siciliano anche la preziosa attività di questo istituto. Questo protocollo renderà protagonista la Sicilia, in Europa e nel Mediterraneo”.
Interviene Salvatore Seminara, Commissario Straordinario IZS Sicilia: “Questo accordo rappresenta un passo decisivo per la Sicilia e per tutta la Regione Mediterranea, per tutto quello che è il cambiamento del mondo. La Sicilia non deve essere più terra di frontiera, ma terra di controllo e di sicurezza della sanità, fare attenzione al surriscaldamento globale e del mediterraneo, le specie aliene, le malattie transfrontaliere. Il controllo sanitario deve essere un momento di scambio e non di barriera e parlo dei migranti e soprattutto della fauna, della flora, e di tutto ciò che rappresenta questa fascia, cioè l’area paleartica (del nord) e l’area etiopica. Serve collaborazione e cooperazione affinché migliorino anche le pandemie, perché oggi è arrivata dalla Cina, domani potrebbe arrivare dal centro dell’Africa”.
“Un evento che stabilisce una relazione tecno- scientifica tra il Ministero della salute, l’hub di palermo Ufficio Remesa e tutti i paesi del Mediterraneo che partecipano alla rete per la tutela della salute animale. poter contare su un centro di coordinamento come quello che viene istituito adesso, è un momento importante per affrontare nel migliore dei modi le minacce emergenti, l’interazione tra salute pubblica e salute animale che ora riguarda le malattie che hanno carattere pandemico, lo studio, quindi, di fenomeni nuovi legati anche al cambiamento climatico. L’accordo internazionale rinnova l’impegno a lavorare insieme con l’organizzazione mondiale della salute animale per i prossimi quattro anni”, dichiara il direttore generale del Dgsaf del Ministero della Salute, Pierdavide Lecchini.