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Le audizioni in IV Commissione

Iacp siciliani senza un governo e commissariati da oltre due anni, gli enti provinciali allontano l’idea di un’unica Agenzia 

mercoledì 12 Febbraio 2025

Da due anni e mezzo gli Istituti autonomi case popolari dell’Isola vagano nell’incertezza per la mancanza di una governance. Infatti, sin dall’inizio di questa legislatura, gli ex presidenti dei vari Cda – nominati dall’allora governo Musumeci – sono stati trasformati in commissari straordinari. Una situazione determinata dal fatto che la politica siciliana non è riuscita a fare sintesi sulle nomine. Un fatto che ha limitato al massimo le scelte di interventi strutturali sugli edifici, causando problemi in diverse città siciliane in termini di agibilità. Nel frattempo, all’Ars se ne discute.

L’edilizia residenziale pubblica siciliana è a un bivio: digitalizzare e attualizzare gli Istituti autonomi case popolari o stravolgere il sistema vigente? Si lavora sulla base di questo quesito in IV Commissione all’Ars, dove da inizio anno sono iniziate le interlocuzioni per offrire ai cittadini siciliani, soprattutto i più bisognosi, un servizio abitativo adeguato e più vicino alle loro esigenze. Sono proprio queste le premesse annunciate già alla vigilia dal presidente della Commissione Giuseppe Carta. Riuscire a compiere una sintesi sulla base dei tre disegni di legge al vaglio non sarà semplice, considerando complessità e corposità, ma le prime audizioni svolte ieri mattina hanno tracciato una linea di partenza. 

In Commissione Ambiente, territorio e mobilità i commissari straordinari e i direttori genali degli Iacp di Caltanissetta, Ragusa e Siracusa hanno avanzo proposte ed espresso i propri dubbi, su quello che è considerato il punto focale della discussione e sul quale dipenderanno le scelte future: la soppressione degli Istituti per la creazione di un’unica Agenzia.

Due dei tre ddl sul tavolo, infatti, uno a prima firma di Marianna Caronia (CLICCA QUI) e l’altro di Giusi Savarino (CLICCA QUI), prevedono una rivoluzione totale con la nascita di un ente centralizzato. Idee simili, ma sviluppate su strade opposte. Mentre la proposta della deputata di Noi Moderati favorisce la liquidazione degli Iacp, dalla quale deriverebbe un fondo sul quale basare l’intero nuovo sistema, e i processi di dismissione del patrimonio a favore degli aventi diritto, con la vendita agevolata degli appartamenti agli attuali inquilini, a prezzi calmierati, la norma avanzata dall’attuale assessore, ai tempi della presentazione del ddl presidente proprio della IV Commissione, punta principalmente ai partenariati con i privati.

Su tali iniziative la risposta dei rappresentati locali delle tre province siciliane è stata un netto “no“. La motivazione è legata proprio a quella valorizzazione degli enti territoriali di cui avevamo parlato giusto qualche giorno fa con l’assessore alle Politiche abitative di Palermo Fabrizio Ferrandelli (CLICCA QUI). Ma il percorso è ancora lungo e si procede per tappe. Dopo Caltanissetta, Ragusa e Siracusa, saranno ascoltate in audizione anche Agrigento, Trapani ed Enna. Infine, toccherà anche alle tre città metropolitane, Palermo, Catania e Messina.

Giuseppe Carta

Abbiamo discusso della nuova regola che dovrebbe distinguere la gestione delle abitazione popolari e degli alloggi sociali in Sicilia“. Ha spiegato il presidente della IV Commissione Giuseppe Carta, che ha evidenziato i focus sui quali dover necessariamente accendere i riflettori per migliorare il servizio offerto dagli Iacp, come l’aggiornamento dello “statuto degli Iacp, renderli più smart, realizzare un portale evitando così al cittadino di doversi spostare per segnalare o chiedere informazioni e dunque dare la possibilità di avere un ente alla portata del cittadino. Lavoriamo anche per la possibilità di gestire gli alloggi universitari. Oggi – ha aggiunto il deputato dell’Mpa – si tratta di un ente antico e superato anche in alcune regole, come la divisione dei poteri. E’ necessario migliorare lo statuto e adeguare la regola regionale per attualizzare le difficoltà che ad oggi gli Iacp hanno avuto nel proseguo delle loro iniziative, puntando più su un ente pubblico che privato“.

Bernardette Grasso

In linea con il parere dei commissari e dei direttori delle tre province anche la vicepresidente della Commissione Bernardette Grasso: “La centralizzazione di tutti gli Iacp in un unico ente regionale diventerebbe dispersivo e creerebbe qualche difficoltà nella gestione del patrimonio. In ogni provincia c’è una situazione particolare. Gli Istituti sono enti vigilati dalla Regione, non sono dunque regionali e hanno una loro autonomia gestionale. Bisognerà lavorare per aggiornare gli statuti e rivedere anche la situazione che riguarda i morosi“.

La deputata di Forza Italia ha attenzionato anche un altro aspetto da non sottovalutare: quella del patrimonio regionale.Un riordino degli Iacp dovrebbe prevedere anche un riordino di quel patrimonio di cui la gestione in atto non è in capo agli Istituti, ma di cui si fanno carico, come avviene in provincia di Messina con le vecchie case popolari. La gestione dovrebbe passare agli Iacp perché la manutenzione di questi alloggi diventa complicata perché gli Iacp devono fare i sopralluoghi, le perizie, devono inviarla alla Regione, poi possibilmente non ci sono fondi e questi immobili rimangono privi di manutenzione ordinaria e straordinaria. Solo completando le audizioni – ha concluso Grasso – potremmo essere più precisi nell’accorpamento dei tre disegni di legge o capire cosa estrapolare“.

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