Carissimi
Eccoci qua, non sappiamo in quale modo scegliere di distrarci e tutto ciò che ascoltiamo invece di mettere certezza, finisce giorno per giorno per alimentare l’incertezza.
Abbiamo parlato spesso di narrazione e di contro parlato anche di verità finendo per prendere in considerazione l’ipotesi della molteplicità delle verità, specialmente di quelle raccontate e avendo perso il conforto dell’oggettività dei fatti, non c’è rimasto che affidarci alla soggettività delle interpretazioni.
Tanti anni fa ho conosciuto un filosofo, uno di quelli veri e sebbene lui facesse il carpentiere come mestiere e fosse scolarizzato fino alla quinta elementare, nei suoi monti liberi mi regalava nozioni di saggezza popolare che difficilmente avrei trovato sui libri del liceo, ma la profondità dei concetti regalatimi e che ancora oggi prendo a riferimento mi sono serviti per conoscere meglio l’uomo e quello che dal prossimo mi sarei potuto aspettare.
Don Totò, questo il suo nome, onorato di aver visto crescere un giovane ingegnere come al tempo ero, un giorno davanti a una sua vicissitudine e un mio suggerimento a poter contare sull’aiuto dei figli, mi rispose con una frase gergale che non posso riportare poiché nella sua pronuncia originale rappresenta in sé una serie di termini che potrebbero sembrare volgari, che sintetizzo con le iniziali “M.M.M.M.”.
Quattro M che da quel momento sono riportate in un quadretto e che mi seguono negli uffici dove ho lavorato e coordinato il prossimo e che nella loro interpretazione mi spingono a fare soltanto affidamento su me stesso.
Saranno rivisti un giorno i libri di filosofia e accanto a Socrate, a Cartesio e Kant ci sarà di sicuro don Totò e che dio lo abbia in gloria.
Affidarsi, consenso, fede, politica, stima, credibilità da quel momento, messi insieme, per me sono diventati termini che a poco a poco son finite per sembrare obsoleti.
La ricerca della verità, l’identificazione delle fonti, ha fatto in modo che oggi in un mondo nel quale raccogliamo racconti, le informazioni giungono attraverso molteplici strumenti e la diffusione delle stesse finisce per essere oggettivata e in alcuni casi anche alterata.
Pertanto, l’unica cosa importante da fare è quella di identificare i “canali” che a nostro avviso possano presentare una molteplicità di visione e soprattutto un costruttivo contraddittorio affidato a soggetti che più che competenti siano reali testimoni dei fatti che raccontano.
Ecco che la “filosofia dell’auto soddisfacimento” enunciata da Don Totò trova spazio nell’interpretazione di grandi temi come quelli odierni, pertanto, l’auto soddisfacimento nasce da necessità di auto sufficienza o da disperazione e solitudine?
Nel primo caso si è davanti ad una scelta, non discutibile, nel secondo si è davanti ad una necessità e lì il discorso diventa più pesante poiché è vero che ogni individuo nasce solo in questo mondo ma per quale motivo o tornaconto il prossimo dovrebbe venire a supporto di chi grida “aiuto”? La carità “cristiana” o di qualunque altra “religione”?
Chi farebbe del bene ad un uomo in difficoltà specialmente se non legato da rapporti parentali (e anche qui non è sempre facile)?
Ammettiamo che malgrado tutte le perplessità ciò possa accadere, siamo certi che un giorno questi non si presenti a richiederci il conto degli aiuti forniti?
Raccontiamola come vogliamo la verità, tanto ci sarà sempre qualcuno che per propri interessi o con molto denaro sarà nelle condizioni di ricevere credibilità su narrazioni di verità travisate o personalizzate.
Perché confortarsi con la presunzione di “pazzia” del nostro interlocutore, quando si presenterà per quel che era, tanta generosità a volte non richiesta avrà alla fine un proprio costo insostenibile, ecco perché Don Totò con la sua filosofia rimane un uomo moderno e ispirazione per chi vorrà tentare di esser vincente, tutto il resto che si rappresenta di questi tempi, davanti i vostri occhi, tutte queste “restaurazioni” attraverso personaggi in cerca d’autore che tornano dall’oblio, senza contenuti propri, rischiano per rimanere vittime del principio “dell’auto soddisfacimento”, fintanto che saranno utili e che qualcuno che generosamente li ha aiutati non tornerà per chiedergli il conto.
Ritorneremo alla ricerca dei filosofi per la costruzione dei contenuti, a distanza di migliaia di anni dove eserciti, condottieri e grandi uomini hanno fallito e ritornerà ad essere il libero pensiero la speranza per la costruzione di un sereno futuro.
Un abbraccio, Epruno.