Acque agitate al Comune di Palermo. Giuseppe Mancuso, vicepresidente del Consiglio Comunale, passa alla corte di Noi Moderati. La compagine di Saverio Romano acquisisce così il suo primo pezzo all’interno di Sala Martorana dopo che, negli scorsi mesi, ha accolto all’Ars l’ex esponente azzurra Marianna Caronia. Mancuso lascia così il gruppo del sindaco, ovvero Lavoriamo Per Palermo. La sigla civica rimane così con soli quattro consiglieri comunali (Dario Chinnici, Antonino Abbate, Fabrizio Ferrandelli e Leonardo Canto).
Le prime parole di Giuseppe Mancuso
“La scelta di aderire a Noi Moderati nasce dalla volontà di contribuire ad un progetto nazionale che incarna i valori a cui mi ispiro: centralità della persona, tutela della famiglia, solidarietà e bene comune – ha dichiarato Mancuso -. Un percorso coerente con i principi cristiani e con l’impegno per una politica costruttiva, al servizio della comunità“. Un addio che era nell’aria. Nei giorni scorsi, fonti di Radio Palazzo parlavano di un incontro avuto proprio dallo stesso Mancuso con esponenti di spicco del centrodestra regionale. Fatto che ha portato, oggi, all’addio del vicepresidente del Consiglio Comunale al gruppo del sindaco.
Acque agitate fra i moderati
Un movimento tutto interno al polo moderato del centrodestra e che potrebbe creare qualche fibrillazione. Come è noto infatti, il primo cittadino ha presentato domenica scorsa il suo nuovo progetto politico, ovvero Grande Sicilia. Un patto federativo portato avanti insieme a Raffaele Lombardo e Gianfranco Miccichè. Una sorta di risposta alle domande di un elettorato centrista rimasto senza una casa dopo il tramonto di quella che, una volta, era la “balena bianca” siciliana. Spazio politico nel quale però il nuovo soggetto dovrà confrontarsi con alcuni competitors interni al centrodestra. E fra questi spicca appunto l’asse creatosi lo scorso anno proprio fra Noi Moderati e la Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro. Un gruppo, quest’ultimo, che nonostante i suoi cinque consiglieri a Sala Martorana vanta soltanto un assessore (Giuliano Forzinetti) e un presidente di commissione (Salvo Imperiale). Pochi rispetto ai tre alfieri che il sindaco può vantare in Giunta (Maurizio Carta, Salvatore Orlando e Fabrizio Ferrandelli).
Secondo cambio in pochi giorni
Una mossa che potrebbe fare rumore e che segue a quella avvenuta la scorsa settimana, ovvero l’abbandono di Ottavio Zacco al gruppo di Forza Italia. E proprio il nome del presidente della Commissione Attività Produttive è stato uno di quelli dato fra i papabili aderenti al gruppo del sindaco di Palermo. Ma ad oggi le voci sono rimaste tali. Qualcosa però si è mosso. E con riforme e passaggi politici importanti a livello regionale, tutto può accadere anche al Comune di Palermo. A tal proposito, qualcuno ricorda un atto caduto nel dimenticatoio ma che è ancora presente nei cassetti del Consiglio: la modifica al regolamento comunale che introdurrebbe la possibilità di sfiduciare il presidente o i vicepresidenti del Consiglio Comunale una volta giunti ai due anni e mezzo di mandato. Documento che non ha le firme necessarie per approdare in aria. Almeno fino ad oggi.