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Verso le elezioni

Europee, niente spazio per i piccoli con la tagliola del 4%

mercoledì 6 Marzo 2024

La legge proporzionale con la quale voteremo per le prossime elezioni europee è la più vecchia legge elettorale vigente in Italia essendo stata approvata nel 1979 tuttavia nel 2009 venne introdotta una piccola modifica e cioè la soglia di sbarramento del 4% a livello nazionale per accedere alla ripartizione dei seggi.

Una modifica non da poco se consideriamo che con il proporzionale puro e senza sbarramento bastava anche un 0,6 e una forte concentrazione di voti per conquistare almeno un seggio all’Europarlamento anche in una circoscrizione come quella Insulare, che vede insieme Sicilia e Sardegna, dove i seggi in palio non sono mai stati tantissimi.

Nelle passate competizione europee a centrare questo risultato furono spesso le liste legate al Partito Sardo d’Azione che alle europee del 1984 e del 1989 riuscirono a strappare un seggio nella circoscrizione delle isole. Nel 1994 grazie alla buona affermazione in Sicilia e Sardegna (intorno al 6%) riuscirono a strappare un seggio per Strasburgo il Patto Segni e la Rete con i loro leader Mariotto Segni e Leoluca Orlando che   che però a livello nazionale videro fermarsi le loro liste rispettivamente al 3,26 e all’1,11. Stessa storia alle Europee del 1999 dove i Popolari e il Ccd conquistarono un seggio in Sicilia e Sardegna con Luigi Cocilovo e Raffaele Lombardo pur avendo racimolato sul territorio nazionale uno scarso 4% il gonfalone e il 2,5% la Vela di Pier Ferdinando Casini. Nel 2004 i partiti che ottengono seggi sono tutti ben sopra la soglia del 4% e non c’è nessuna forza regionale così forte da imporsi nella spartizione dei 7 seggi isolani per Strasburgo.

Raffaele Lombardo
Raffaele Lombardo

La musica però cambia con le Europee del 2009 prima delle quali i partiti più grandi (PdL, PD, Lega, IdV e UDC) decidono di introdurre la tagliola del 4% nazionale. E le esclusioni in Sicilia sono clamorose: resta fuori dall’Europarlamento la lista comune tra la Destra di Francesco Storace e il Movimento per l’Autonomia che nella circoscrizione insulare raggiunge il 12,3% trainata a suon di preferenze da Raffaele Lombardo e Nello Musumeci ma che a livello nazionale raggiunge a malapena il 2,2%. Nel 2014, l’anno del boom del Pd renziano, non c’è quasi dispersione politica: sei partiti superano la soglia di sbarramento e nelle Isole si riducono a 4 con un Pd oltre il 30%. Stessa storia alle ultime elezioni del 2019 quando il boom è dei grillini e i partiti a superare lo sbarramento sono cinque sia a livello nazionale che in Sicilia e Sardegna. In quell’occasione i “piccoli” siciliani si misurarono a colpi di preferenze nella lista di Forza Italia dove Saverio Romano venne appoggiato dai Popolari ed Autonomisti ma anche da una parte dell’Udc mentre Cateno De Luca partecipò con la sua (allora) Dafne Musolino in spericolato abbinamento con Giuseppe Milazzo campione (allora) di Gianfranco Miccichè.

La competizione elettorale dell’8 e del 9 giugno sarà ancora segnata dalla soglia di sbarramento. E così mentre i partiti nazionali calibrano le loro strategie elettorali, i partiti regionali o con forte concentrazione elettorale nell’Isola per non saltare un turno,  dovranno trovare un modo per “aggirare” la soglia del 4%  facendosi dare un “passaggio” dai partiti più grandi e presenti su tutto il territorio nazionale. Tenendo anche conto di chi, come Forza Italia, sembra aver chiuso le porte a contributi esterni.

Il Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo in virtù del patto federativo con la Lega parteciperà alle Europee sotto le insegne di Alberto da Giussano sotto le quali potrebbe confluire anche l’Udc di Cesa.

Più complessa la sfida della Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro che per far pesare il proprio appeal elettorale nell’Isola sta cercando la strada più consona. Dopo in “niet” di Tajani ad accogliere la Dc di Cuffaro, all’esame dell’ex governatore siciliano c’è la partecipazione alla lista di Noi Moderati organizzata da Maurizio Lupi e Saverio Romano oppure una più spericolata alleanza con il Centro di Matteo Renzi che in Campania avrebbe già sancito un accordo con il sindaco di Benevento Clemente Mastella. Si vocifera anche di una possibile opzione Lega e di un clamoroso ricongiungimento con Raffaele Lombardo sotto le bandiere del Carroccio. Sarà il tempo, piuttosto breve, a svelare le carte dell’ex Presidente della Regione Siciliana.

Carte svelate invece per Sud Chiama Nord, il movimento di Cateno De Luca, che nella sua ultima convention di Taormina ha lanciato la lista “Libertà” con una serie di spazi liberi nel simbolo che potrebbero accogliere i loghi di altri movimenti che su tutto il territorio nazionale dubitano di raggiungere il 4%. Si parla del nuovo movimento di Gianni Alemanno Indipendenza! e di Italia Sovrana Popolare del comunista Marco Rizzo.

Il tempo però stringe e i posti si restringono come anche le possibilità di alcuni partiti nazionale di raggiungere l’agognata soglia del 4%.

 

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